Quando l’avvocato Bartolo Longo cominciò a occuparsi della vita spirituale di Valle di Pompei, l’antico casale era una campagna abitata da circa duemila anime e divisa tra i comuni di Scafati, Boscoreale e Torre Annunziata e le province di Napoli e di Salerno. Il 13 novembre 1875 il Longo vi fece giungere un’immagine della Vergine del Rosario raffigurata tra san Domenico e santa Caterina da Siena; l’8 maggio dell’anno seguente il vescovo di Nola benedisse la prima pietra della nuova chiesa parrocchiale, che la venerazione di quell’immagine mutò presto in un santuario dedicato alla Vergine del Rosario. Nel corso di un ventennio l’avvocato costruì imponenti opere: il santuario, divenuto subito celebre, scuole popolari, asili infantili, un orfanotrofio femminile e un ospizio per i figli dei carcerati. Nel frattempo, mentre la devozione alla Madonna di Pompei si diffondeva in Italia e all’estero, nasceva la nuova città. Tutto questo non sfuggì a Leone XIII che, il 23 marzo 1890, assegnò al santuario un cardinale «protettore». Poi, il 13 marzo 1894, il papa accettò il dono che gli veniva fatto dal Longo e dalla moglie dell’edificio del santuario, lo staccò dalla diocesi di Nola, dichiarandolo pontificio e ponendolo sotto l’immediato governo della Santa Sede, e nominò i fondatori amministratori a vita. Nel gennaio 1906, avendo l’avvocato ceduto ogni sua proprietà alla Santa Sede, l’amministrazione fu assunta da un delegato della stessa. L’incarico fu affidato a monsignor Augusto Silj. Il 9 marzo 1926 gli successe monsignor Carlo Cremonesi. Nel frattempo a Roma si decideva di dare un assetto giuridico definitivo al santuario e alle opere di Pompei. Il 20 marzo 1926, con decreto della congregazione concistoriale, fu eretta la «Praelatura nullius dioecesis B.mae Mariae Virginis in Valle di Pompei», alla quale il 20 aprile furono trasferiti il santuario con tutti gli acquisti che nel frattempo si erano aggiunti. Poi, l’8 maggio, la costituzione apostolica Beatissimae Virginis attribuiva al prelato di Pompei giurisdizione ordinaria «in territorio nedum primitivo sed etiam actuali Aedium Marialium, itemque in aedibus et territorio filiis et filiabus in carceribus detentorum adsignatis». Due anni dopo, con legge del 29 marzo 1928, sorgeva il comune di Pompei, assegnato alla provincia di Napoli. Il nuovo prelato, Antonio Anastasio Rossi, giunto nella città del Vesuvio nel mese di ottobre del 1928, oltre a dare impulso alle opere e ampliare il santuario, ormai diventato insufficiente ad accogliere i pellegrini provenienti da tutto il mondo, si preoccupò anche di dare una più razionale sistemazione territoriale alla prelatura. L’8 maggio 1935 un decreto della congregazione concistoriale estendeva, così, la giurisdizione del prelato su tutto il comune di Pompei. Attualmente la prelatura di Pompei o Beatissima Vergine Maria del Santissimo Rosario conta cinque parrocchie ed è suffraganea di Napoli. Il prelato di Pompei è anche delegato pontificio per il santuario e le opere.
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