Diocesi di Mondovì
STORIA
I - Le origini
Fu eretta da Urbano VI l’8 giugno 1388 sotto il titolo di san Donato con la bolla Salvator noster, scorporandola da Asti tra i fiumi Tanaro e Stura, a monte di Cherasco, sino al displuvio delle Alpi.Traeva origine dallo scisma d’Occidente: mentre i vescovi di Torino, Asti, Alba, Acqui, Vercelli, Ivrea riconoscevano il papa di Avignone Clemente VII, Mondovì, volendo sottrarsi ai vincoli feudali con il vescovo di Asti, si schierava con il papa di Roma.
I confini rimasero incerti per alcune località, a causa dell’opposizione degli abitanti.
Damiano Zoagli, eletto vescovo il 26 giugno 1388, assumeva il titolo di conte e a evitare contrasti per le prerogative feudali stipulava una convenzione con la città.
Nel 1515 la diocesi, già suffraganea di Milano, passava a Torino.
Restava incerto se il diritto di elezione del vescovo appartenesse al papa, al principe, o al capitolo.
II - Concilio di Trento e devozione mariana
Nel giugno 1559, vacando la sede, il duca Emanuele Filiberto approfittava della morte di Paolo IV per nominare vescovo l’abate Allardet, suo precettore.Pio IV non convalidò l’elezione e trasferì a Mondovì il cardinale Michele Ghislieri, che, trattenuto a Roma come grande inquisitore, nominò suffraganeo il vescovo Gerolamo Ferragata.
Poiché Torino era in mano ai francesi, l’8 dicembre 1560 il duca istituì a Mondovì lo Studio generale.
I gesuiti aprirono un collegio per l’insegnamento di grammatica, umanità e retorica.
Ghislieri entrò in diocesi il 7 agosto 1561 e andò a Torino a riverire il duca.
Promosse la predicazione.
Visitò Cuneo, turbata da eresie.
Occupato nell’Inquisizione, avrebbe rinunciato alla sede, se non fosse mancato l’accordo con il duca per il successore.
Il 7 gennaio 1566 era eletto papa con il nome di Pio V e con bolla del 17 gennaio 1566 confermò lo studium a Mondovì.
Il successore Vincenzo Lauro (1566- 1587), poi nunzio a Torino, assorbito dalla legazione, non si curò molto della diocesi.
Nel 1573 fondò il seminario.
Importante fu la visita apostolica di Scarampi (1582-1583).
Nel 1582 il Lauro fu creato cardinale e nel 1587 rinunciò al vescovato.
Ad attuare i decreti tridentini fu Giovanni A.
Castrucci (1589-1602) con il sinodo del 1592.
Nel 1596 richiamò a Mondovì i gesuiti, perché ricostituissero il collegio con gli insegnamenti di teologia dogmatica e morale.
Sbocciava a fine secolo la devozione mariana intorno al pilone di Vico.
Nel 1594 si avevano i primi casi di guarigione.
Più tardi Carlo Emanuele I affidò al Vittozzi il progetto di un tempio maestoso.
Confraternite e compagnie intensificavano la devozione.
In occasione di avversità si facevano voti di pellegrinaggi annuali.
Francesco Gallo eresse la cupola ellittica, terminata nel 1733.
III - Un secolo di conflitti
Le guerre del Monferrato e di Genova indebolirono i privilegi di Mondovì.Dal 1630 al 1632 infierì la peste, durante la quale si prodigarono i ministri degli infermi e gli altri religiosi.
Scarseggiando le risorse e crescendo i tributi, nascevano contese per le immunità ecclesiastiche.
Il duca ordinò di registrare le terre immuni per sottoporle a taglia.
Il vescovo Flaminio Antonio Ripa (1631-1641) scomunicò il giudice e gli esattori.
Intanto la guerra fra principisti e madamisti provocava altri lutti e miserie.
I vescovi Ripa e Solaro (1642-1655) cercarono di alleviare i mali.
Nella seconda metà del secolo si susseguirono le rivolte contro il potere centrale.
Il duca era deciso a togliere i privilegi.
Ordinò la levata del sale per famiglia, in proporzione ai componenti.
L’esercito ducale agli ordini di Claudio di Hallot domò la sedizione.
Seguirono impiccagioni, saccheggi, incendi e distruzioni.
Quattrocentocinquanta famiglie furono deportate nel Vercellese.
Fra tanti orrori grandeggiava il cardinale Giovanni Bona (1609-1674), cultore di studi liturgici e maestro di ascetica e di mistica.
IV - Nel secolo dei Lumi
Con il vescovo Isnardi (1697-1731) si concludeva il lungo lavorio della Controriforma.I vescovi Isnardi, Sanmartino e Casati puntavano al rinnovo dell’edilizia sacra, avvalendosi degli architetti Gallo, Alfieri, Vittone, di Robilant.
L’abate P.
D.
Soresi (1711-1788) promuoveva riforme in campo pedagogico e sociale, lo scolopio G.
B.
Beccaria (1716-1781) acquistava fama con studi sull’elettricità, l’abate G.
B.
Vasco (1732-1796) rinnovava la scienza economica con vari trattati.
Nella vita religiosa si stagliava la figura del venerabile G.
B.
Trona (1682-1750), superiore generale della congregazione di San Filippo.
A lui si attribuisce l’avvio dell’istituto femminile che, sorto per iniziativa di Rosa Govone (1716-1776), fiorì e si diffuse in altre città.
Michele Casati (1753-1782), già docente all’università di Torino, emanò rigorose norme di disciplina ecclesiastica, selezionò con cura gli aspiranti al sacerdozio e ampliò il seminario.
Pubblicò un Compendio della dottrina cristiana che ebbe larga diffusione, giungendo a ispirare il testo di san Pio X.
V - Dall’età napoleonica alla Restaurazione
Il 21 aprile 1796, entrando Bonaparte in Mondovì, il vicario Pansoja gli raccomandava le chiese, il clero e le monache.Il vescovo Corte (1783-1800) esortava i fedeli a ubbidire all’autorità costituita.
Si spiegavano al popolo i principi rivoluzionari con richiami al Vangelo, mentre non pochi sacerdoti si opponevano alla repubblica.
Nel febbraio 1799 il capitolo, con un forte nucleo di giacobini guidati dal canonico Giorgio Siccardi, si espresse a favore dell’unione con la Francia.
E mentre dilagava il malcontento per la scarsità di grano, un decreto del 20 marzo 1799 poneva in vendita i beni dei capitoli, delle collegiate e delle monache, sopprimeva le decime e i diritti di stola.
La rivolta, iniziata da un gruppo di operai, si estendeva a tutta la città.
Il presidio francese venne disarmato, l’albero della libertà bruciato insieme a copie del Catechismo per il popolo del Siccardi.
Gli insorti presero a insegna lo stendardo della Madonna di Vico.
Invano il vescovo supplicava di evitare eccessi.
Il generale Seras mise la città a ferro e fuoco e arrestò il vescovo, per servirsene come ostaggio e mediatore.
Il decreto del 15 agosto 1802 soppresse nove comunità religiose possidenti e quattro degli ordini mendicanti.
La soppressione della diocesi fu evitata dal canonico Accusani e dal vescovo Villaret.
Mondovì ebbe la diocesi di Fossano, parte di quelle di Alba e Saluzzo (val Varaita) e i centri di val Bormida e val Tanaro.
Il vescovo Pio Vitale (1805-1821) si trasferì da Alba a Mondovì.
Nell’agosto 1809 transitò in città Pio VII, condotto prigioniero a Savona, sostandovi tre giorni.
Nel 1817 si creò la diocesi di Cuneo smembrandola in gran parte da Mondovì, che conservava val Tanaro, val Bormida e la zona di Dogliani e Murazzano.
VI - Età contemporanea
Il vescovo G.Tommaso Ghilardi (1842-1873) avviò molte iniziative.
Nel 1855 con l’arcivescovo di Chambéry e il vescovo di Casale propose di versare al tesoro un milione di lire, in cambio del ritiro della legge di soppressione degli ordini religiosi.
Fu sostenitore dell’infallibilità pontificia con opuscoli e con la parola al Vaticano I.
Nel 1896 si istituì il comitato dell’Opera dei congressi e due anni dopo prese a pubblicarsi il periodico «Risveglio Cattolico ».
L’associazionismo cattolico cresceva e le istituzioni economiche e sociali si moltiplicavano, ma con l’avvento del fascismo entrarono in crisi.
Si diffondevano le associazioni di Azione cattolica.
Sotto l’occupazione tedesca il vescovo Sebastiano Briacca (1933-1963) svolse con il clero un’azione coraggiosa a favore dei perseguitati.
Nominò cappellano dei partigiani don Giuseppe Bruno, facendolo munire dal comando tedesco di un foglio di libera circolazione come incaricato per lo scambio di prigionieri.
Bibliografia
G. Grassi, Memorie istoriche della Chiesa Vescovile di Monteregale in Piemonte dall’erezione del Vescovato sino a’ tempi nostri, Torino 1789;M. F. Mellano, La Controriforma nella diocesi di Mondovì, Torino 1955;
Vita e cultura a Mondovì nell’età del vescovo Michele Ghislieri (s. Pio V), Torino 1967;
G. Griseri, Clero, laicato e fascismo nel Piemonte sud-occidentale, in Chiesa, Azione Cattolica e fascismo nell’Italia settentrionale durante il pontificato di Pio XI (1922-1939), a c. di P. Pecorari, Milano 1979, 221-240;
La Diocesi di Mondovì. Le ragioni di una storia. Miscellanea di studi storici nel VI centenario 1388-1988, Mondovì 1989;
G.. Griseri, Formazione del clero, catechesi e predicazione nella chiesa monregalese da M. Casati a S. Briacca (1753-1963), «Bollettino della Società per gli Studi Storici, Archeologici ed Artistici della Prov. di Cuneo », 100, 1989, 71-149;
G. Griseri, L’azione coraggiosa di mons. S. Briacca e del clero nella lotta di liberazione, in Voi banditen! Preti e religiosi vittime della violenza e dell’odio, a c. di G. Griseri-A. Benevelli, Farigliano 1995.
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FONTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.