La corte agricola di Guastalla è citata in una donazione del 2 novembre 864 dell’imperatore Lodovico II alla consorte Angilberga, che poi nel marzo 877 ne fece dono al monastero di San Sisto di Piacenza. Durante la lotta fra il re Berengario II e l’imperatore Ottone I (951-960) la corte fu tolta al monastero e data alla Chiesa di Reggio, poi confermata da Ottone II nel 980. In tale occasione la cappella curtense fu eretta a pieve per tutto il territorio circostante. Successivamente Guastalla venne in possesso dei Canossa, e fu da essi fortificata. Per questo nel febbraio 1095 fu offerta da Matilde a Urbano II per un convegno preparatorio del concilio di Piacenza (1° marzo 1095) in cui si decise la prima crociata, che fu poi bandita a Clermont il 25 novembre 1095. In compenso dell’ospitalità il papa concesse alla pieve l’immunità e la diretta sottomissione alla Santa Sede. Terminata la crociata, nel 1106 Pasquale II tenne, ancora a Guastalla, un vero concilio per animare i sostenitori della riforma gregoriana in Lombardia. Per la posizione strategica del suo porto sul Po, Guastalla per tutto il Medioevo fu terra di conquista, finché non pervenne in possesso dei Visconti di Milano. Essi nel 1428 la eressero in contea assegnandola ai Torello di Parma. Questi ottennero da Sisto IV che la pieve fosse elevata ad abbazia nullius nel 1471. L’ultima contessa, Lodovica Torelli, il 3 ottobre 1529 vendette lo Stato a Ferrante Gonzaga. Cesare, figlio di Ferrante, sposò Camilla Borromeo, sorella di san Carlo, il quale perciò venne più volte a Guastalla e consacrò il duomo. Il 2 luglio 1621 la contea fu eretta in ducato e tale rimase anche sotto i Borboni di Parma fino a Napoleone, che lo assegnò come dote a sua sorella Paolina. Al congresso di Vienna (1815) Parma, con Piacenza e Guastalla, fu concessa a Maria Luigia d’Austria, che ne ottenne da Pio VII la erezione in diocesi il 13 settembre 1828: tale rimase fino alla riunione con Reggio Emilia, avvenuta con decreto pontificio del 30 settembre 1986.