Documentata a partire dall’VIII sec., la lista episcopale dei vescovi di Priverno non dà però ragione della locale comunità cristiana, sviluppatasi in tempi remoti (al massimo al IV sec. sarebbe da riferire il frammento di un’epigrafe con un probabile accenno a martiri locali) e testimoniata da recenti ritrovamenti nell’area di Privernum romana; Bonifacio (769), Eleuterio (826) e Maio (853, 858) sono comunque i primi vescovi a noi noti. Se Cappelletti e Duchesne datano tra il 1036 e il 1039 l’unione della diocesi di Priverno a quella di Sezze e, più recentemente, Petrucci si pone sulla stessa linea, ci sembra comunque più coerente attenersi all’unico dato storico: la riconferma, cioè, operata da Onorio III nel 1217 di una unione con Sezze e Terracina già da anni operativa, e resa necessaria da quel grande processo di riforma della Chiesa intrapresa dai pontefici romani nell’XI sec. che richiedeva – tra l’altro – una profonda razionalizzazione delle sedi episcopali. All’arciprete della cattedrale di Priverno (dedicata da Lucio III nel 1183), però, rimasero affidate particolari prerogative episcopali – il vicedominatus – sulle comunità dell’ex diocesi (Maenza, Roccagorga, Roccasecca dei Volsci), grazie a una transazione del 1245, che ancora nel 1610 veniva contrastata con toni risentiti dal vescovo diocesano. A partire da questo secolo, di fatto, cala il silenzio sull’antica diocesi di Priverno, se non fosse per la bolla diretta nel 1137 all’arciprete di Santa Maria, Alberico, dall’antipapa Anacleto II (1130- 1138) e per la morte, avvenuta nella celebre abbazia di Fossanova nel 1274, di san Tommaso d’Aquino. Di notevole valenza culturale fu l’insediamento in città, nel corso del XVI sec., di un collegio di «teatini della Dottrina cristiana»: praticamente fino alle soglie dell’unità d’Italia la congregazione della Dottrina cristiana si è occupata dell’istruzione maschile di Priverno e delle cittadine limitrofe. Riassunta, grazie alle iniziative promosse da Sezze, la causa per la rivendicazione della cattedralità, le disposizioni di Benedetto XIII del 1725-1726 riconobbero anche a Priverno tale prerogativa e riaffermarono l’unione aeque principaliter delle tre diocesi: e tale rimase la qualifica giuridica della diocesi di Priverno, mutata solo nel 1986 in unione sede plena, che ha dato vita alla nuova realtà ecclesiale di Latina-Terracina- Sezze-Priverno. Nell’ambito di una embrionale riorganizzazione delle tre diocesi – iniziata dal vescovo friulano Emilio Pizzoni (1954- 1966), che nel 1957 aveva confermato a Sezze la secolare presenza del seminario minore interdiocesano e che aveva unificato a Terracina le tre curie vescovili – Priverno divenne la sede dell’unica «Giunta interdiocesana di Azione cattolica italiana di Terracina, Priverno e Sezze».