DESCRIZIONE
Con buona probabilità bisogna far risalire l’edificazione del battistero ai primi decenni del V sec., quando il Vescovo Orso fabbricò la cattedrale di Ravenna; ma fu durante l’episcopato del suo successore, Neone (450-475 circa) che il battistero fu rinnovato e ultimato. La copertura che era originariamente in piano, venne sostituita da una cupola (alleggerita da tubi fittili, stessa tecnica utilizzata per san Vitale) decorata a mosaico ancora oggi visibile.
Oggi l'edificio si presenta al visitatore notevolmente mutato nelle proporzioni originali, interrato di circa tre metri, per il fenomeno della subsidenza ha subito nel corso dei secoli notevoli modificazioni quali: chiusure, aperture, demolizioni della struttura muraria, ostruzioni delle finestre, sopraelevazioni del pavimento e abbattimento delle aree absidali; i restauri ottocenteschi hanno però restituito in buona parte la forma originaria.
Il battistero d’impianto ottagonale, esternamente è rivestito in laterizi, la fascia superiore di ogni lato è decorata da due grandi bifore che si concludono con degli architetti, come delle grandi finestre che attualmente sono murate però. Ancora oggi si rilegge la presenza delle aperture originarie, sia all’interno che all’esterno dell’edificio.
Al centro dell'edificio, la vasca anch’essa di forma ottagonale di marmo greco e porfido, fortemente rimaneggiata nel 1500, conserva ancora però qualche frammento originale del V sec.
Il mosaico della cupola, che ricopre l’intera superficie della copertura è il vero capolavoro, vi è raffigurato al centro, San Giovanni che battezza Gesù nel Giordano, dove a destra, vi è personificato il fiume, da un vecchio con una canna palustre in mano, sottolineato dalla scritta Iordañ n (il nume Giordano), mentre sopra il Cristo svetta la colomba dello Spirito Santo; tutt’intorno una fascia con gli apostoli che muovono in due schiere, recando in mano le corone trionfali.
NOTIZIE STORICHE
1996
Il battistero è inserito, dal 1996, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, all'interno del sito seriale