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Chiesa di Santo Stefano
Il cancelliere vescovile Bonaventura Pianegiani, nel suo Prontuario redatto nell'anno 1867, tra le memorie della sede vescovile, ricorda come alcuni scrittori "della storia patria" avessero ipotizzato, che la originaria sede vescovile di Todi fosse stata trasferita da San Terenziano "nella Chiesa di Santo Stefano poco lungi dalle mura della Città dalla parte del mezzo giorno fuori Porta Fratta, quale Chiesa si vuole con fondamento fabbricata in tempo de due Filippi Imperatori appieno consenzienti alle erezioni delle pubbliche Chiese, come ci viene riferito da Orosio, Eusepio e Niceforo".
La Chiesa di Santo Stefano, situata presso la Porta Fratta, è ordinata in modo da raccogliere attraverso la porta d'ingresso le prime luci del mattino, simbolo della luce divina.
L'impianto, annunciato da un atrio scoperto antistante, è realizzato in pietra, a facciavista sia esternamente che internamente, costituito da un'unica aula coperta con falde sorrette da capriate lignee, con presbiterio rialzato di un gradino e catino absidale semicircolare sulla parete di fondo, visibile anche dal giardino esterno, coperto a semicupola.
L'aula liturgica è essenziale e presenta resti di affresco sulle pareti.
Il prospetto frontale, in conci di pietra calcarea, è caratterizzato dalla presenza del solo portale lunettato e del rosone sovrastante, entrambi incorniciati con lo stesso materiale, oltre che da una mensolina in cotto che delimita il timpano di coronamento. Il piccolo campanile a vela è collocato sopra la parete sinistra dell'atrio d'accesso.
19/05/2022
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diócesis de Orvieto - Todi)