Adeguamento liturgico
L'indagine sull'adeguamento della cattedrale di Napoli, secondo le indicazioni della riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II, delinea un percorso costellato da interventi puntuali iniziati a partire dalla metà degli anni Sessanta del Novecento e tuttora in corso di programmazione. La rilevante sedimentazione storica degli ambienti, l'indiscusso pregio artistico degli arredi liturgici, associato alla preesistente localizzazione delle suppellettili sacre, hanno infatti reso particolarmente complessa l'elaborazione di un progetto globale in grado di proporre soluzioni omogenee e definitive. In uno scenario di delicate scelte, mirate a contemperare questioni di conservazione e ipotesi di studio con urgenti esigenze liturgiche, l'adeguamento della cattedrale è stato pertanto solo in parte compiuto.
In assenza di precisi documenti relativi ai progetti, alla cronologia e agli autori degli interventi, l'indagine è stata mirata alla raccolta dell'esigua documentazione esistente e al confronto delle attuali sistemazioni con il ricco repertorio fotografico che, in particolare per gli anni a cavallo del Concilio Vaticano II, ha consentito una puntuale individuazione degli interventi.
Riguardo all'assetto del presbiterio, emerge che la necessita di rendere possibile le celebrazioni delle funzioni liturgiche in posizione rivolta verso i fedeli, ha suggerito la sistemazione di un altare maggiore provvisorio al centro dello spazio absidale. La localizzazione della nuova mensa, documentata da fotografie dei primi anni Sessanta, risulta confermata dall'altare attualmente esistente che, sebbene ancora provvisorio in quanto inizialmente realizzato per una diversa destinazione, fu consacrato il2 febbraio 1985.
Gli altri luoghi eminenti del presbiterio, l'ambone cinquecentesco e la cattedra episcopale, appaiono collocati secondo le consuetudini tridentine rispettivamente fra l'ottavo e il nono pilastro della navata destra, in prossimità dell'innesto con il transetto, e ai piedi della parete sinistra dell'area absidale. Se il pregevole pulpito cinquecentesco (non più in uso) conserva l'antica ubicazione, per la sede vescovile si registrano programmi fin dal periodo preconciliare quando la necessità di porre la nuova sede in un luogo più visibile e a diretto contatto con l'altare maggiore, determinò la costruzione di una nuova cattedra in luogo di quella antica in stile tardogotico posta al di sotto dell'ottava arcata della navata sinistra e oggetto, durante gli anni Settanta, di un restauro finalizzato alla rimozione delle superfetazioni murarie e lignee aggiunte nel corso dei secoli. Attualmente l'annuncio della Parola avviene da un leggìo mobile solitamente collocato sulla tribuna, a sinistra.
L’ iter costruttivo della nuova sede inizio nel1955 anno in cui, con un progetto della scultore Antonio Lebro, fu per La prima volta precisata la localizzazione della nuova cattedra ai piedi del prima pilastro sinistro della spazio absidale. Accantonato questo disegno, la sede vescovile fu oggetto, durante gli anni Sessanta di sistemazioni provvisorie documentate da fotografie che, rinvenute nell'archivio della cattedrale mostrano la presenza di una cattedra allestita con materiali effimeri e rivestita da drappi. Rimosse negli anni successivi anche tali provvisorie sistemazioni, soltanto nel1998 fu realizzata l'attuale cattedra lignea modellata con una soluzione compositiva so stanzialmente simile all'originario progetto del 1955. Riguardo agli altri spazi indicati dalla riforma liturgica si rilevano ulteriori programmi di adeguamento svolti contestualmente al lungo restauro della cattedrale realizzato durante gli anni Settanta. Per gli interventi relativi alla localizzazione della cappella feriale, la necessita di individuare uno spazio più raccolto per le celebrazioni feriali, in considerazione delle vaste dimensioni dell'aula principale, suggerì nell'immediato periodo postconciliare la sistemazione di tale funzione liturgica nella cappella Capece Galeota, a sinistra dell'altare maggiore, poco distante dalla sacrestia. Più tardi, nei primi anni Novanta, la cappella feriale fu trasferita nella cappella Tocco o di Sant'Aspreno, a destra dell'altare maggiore, dove, in sintonia con quanto prescritto dalla riforma liturgica fu altresì collocata la custodia eucaristica. Ma anche in questa cappella, per esigenze di tutela, La celebrazione avviene all'altare tridentino. Successivamente alla sistemazione della cappella feriale l'attenzione è stata rivolta alla riorganizzazione dell'accesso alla cattedrale: la necessità di ripristinare lo spazio del sagrato su via Duomo e di rendere immediatamente visibile dall'ingresso l’interno della chiesa ha suggerito la delimitazione del luogo, in passato inopportunamente occupato da veicoli in sosta, e la realizzazione di porte vetrate in sostituzione del preesistente vestibolo ligneo dell'ingresso che impediva una continuità visiva fra il sagrato e l'interno. In particolare si segnala che le parti laterali del vestibolo sono comunque state ripristinate in materiali lignei poiché la soluzione vetrata non corrisponde alle esigenze previste nelle indicazioni della riforma liturgica, mentre invece risulta ancora non realizzato il recupero del sagrato laterale all'esterno dell'accesso alla cattedrale da piazza Riario Sforza. Per l'adeguamento del luogo deputato alla celebrazione individuale del sacramento della penitenza è stato predisposto, in luogo della precedente localizzazione di sedi confessionali mobili dislocate negli intercolumni della navata centrale, il trasferimento della penitenzieria nella cappella Brancaccio in corrispondenza del settimo pilastro della navata sinistra, dove sono posti a parete vari monumenti marmorei e iscrizioni antiche. La volontà di conservare una buona visibilità delle sedi confessionali nella navata centrale ha determinato inoltre la presenza di due confessionali mobili simmetricamente posti nella terza arcata della navata destra e della navata sinistra.
Interventi più limitati hanno inoltre interessato il restauro del coro ligneo secentesco nell'estremità dell'abside, utilizzato dal Capitolo metropolitano, e la rimozione della balaustra marmorea dell'antico battistero inserito nel secondo arco della navata sinistra. Riguardo all'apparato iconografico si rileva il trasferimento del crocifisso duecentesco dalla seconda cappella della navata destra all'altare maggiore dove è stato sistemato dinanzi alla preesistente Assunta in gloria. Non si registrano ulteriori aggiornamenti del patrimonio iconografico che, di rilevante valore artistico e spirituale, e oggetto soltanto di restauro.