Aménagement liturgique
Nell' ambito di complessivi lavori di restauro e adeguamento funzionale della cattedrale è stato affrontato anche il progetto di adeguamento liturgico della spazio presbiteriale. Il lavoro, affidato all'architetto Donatella Mazzoleni e realizzato da maestranze specializzate, è stato completato nel marzo del 1994, così come risulta documentato da una lapide marmorea apposta alla base del pilastro sinistro dell'arco trionfale, nei pressi dell'attuale sede episcopale.
Per volere dell'arcivescovo Beniamino Depalma, è stato adattato lo spazio presbiteriale creando nuovi elementi, tra cui l'altare conciliare, l'ambone e la cattedra episcopale, salvaguardando alcuni elementi preesistenti e già ricollocati in precedenti sistemazioni.
In tal senso sia i pulpiti gemelli laterali (non più in uso, realizzati in marmi policromi e antistanti la zona absidale) sia i due "candelabri” costituiti da colonne tortili con tasselli musivi, ai lati dell’altare e in corrispondenza delle massicce colonne monolitiche che sorreggono l'arco trionfale) sono stati oggetto di un intervento di ordinaria manutenzione, all'interno di un vasto programma di riprogettazione dello spazio preminente destinato alla liturgia.
Lo schema del presbiterio è stato trasformato realizzando nuovi elementi, tra cui l’altare conciliare (in posizione centrale e rivolto verso i fedeli) la cattedra episcopale (sulla parete
Destar dell’arco trionfale e il contiguo ambone).
L’altare è posto su un basamento grezzo di travertino lavorato in loco, con una pedana retrostante circolare caratterizzata da un prezioso rivestimento in marmo ceruleo; nel progetto, sebbene non proprio in aderenza con la destinazione liturgica, è stato privilegiato
il riutilizzo delle pareti esterne longitudinali del sarcofago dell'arcivescovo Pietro Capuano (XIII secolo), prezioso elemento di spoglio della cattedrale amalfitana che ora funge a mo' di paliotto con le sue parti in bassorilievo nella mensa conciliare.
L'ambone - realizzato con analogo elemento di spoglio (aquila marmorea, prima nel battistero) con un leggio su pedana eseguito in bronzo massiccio fuso - è stato ubicato a sinistra del presbiterio, nei pressi dei resti laterali della balaustra settecentesca in marmi policromi, parzialmente poi ricomposta nella cappella del Santissimo Sacramento; l'area
dell'annuncio della Parola e contigua alla nuova cattedra episcopale, già trasformata negli anni Ottanta del Novecento, costituita da un sedile ricavato e scolpito da un blocco monolitico in pietra, posto su piedistallo marmoreo con intarsi di legno ed elementi decorativi di fondo in bronzo; ai lati sono due scanni laterali in pietra di cui uno e destinato
alla sede del celebrante (l'intera nuova composizione è posizionata sulla parete sinistra del presbiterio, prima dell'arco trionfale).
La custodia eucaristica è stata collocata nella cappella del Santissimo Sacramento (sull'estremità sinistra del presbiterio), che funge anche da cappella feriale, sebbene non vi sia mensa rivolta verso i fedeli.
Oltre agli antichi pulpiti gemelli, nel presbiterio vi e il "nuovo" pulpito (1906), usato sino agli anni Sessanta, addossato al pilastro e rivolto verso la navata maggiore, collocato prima dell'ultimo arco a sinistra, a ridosso della gradinata di accesso al presbiterio.
II battistero è posto nella prima cappella della navata laterale sinistra, con una vasca di porfido rosso egiziano; non risulta frequentemente in uso.
La disposizione dei fedeli è prevista su due file di scanni nella navata centrale con passaggio Iibero al centro; analoga sistemazione è davanti alla cappella feriale (Santissimo Sacramento).
Non vi è uno spazio riservato esclusivamente alla penitenzieria, ma è in uso il confessionale ligneo antistante la cappella delle Reliquie.
Per quanto riguarda l'apparato iconografico bisogna segnalare che l'area presbiteriale si presenta ricca di elementi di spoglio, già preesistenti ai lavori di restauro intrapresi dopo il 1980; tale configurazione rappresenta l'esito delle stratificazioni del complesso e il tentativo di valorizzare nel tempo gli elementi di pregio artistico della chiesa antica, talvolta ricollocati e posizionati durante i vari lavori di ristrutturazione e rinnovazione compiuti a partire dalla
fine del XIX secolo.
Nell'ambito del progetto di adeguamento liturgico – uno dei pochi esempi campani affrontato in modo organico dall’arcidiocesi amalfitana nella spirito della riforma indicata nel Concilio Vaticano II – è stato collocato l’antico crocefisso (XIII secolo) proveniente dalla omonima cappella (attuale sede del Museo diocesano) al centro del presbiterio, ma dietro l'altare; la croce, pasta su sostegno metallico, si staglia quindi al centro della spazio, in posizione dominante rispetto all'area principale delle celebrazioni.
Una lapide sullo stilobate del pilastro sinistro, sostegno dell'arco trionfale, documenta i lavori di adeguamento liturgico del 1994 (in cui sono indicati progettista, artigiani, maestranze ecc.).
Un nuovo impianto di illuminazione artificiale (con centralina elettronica) voluto ancora dall'arcivescovo Beniamino Depalma è stato realizzato dalla ditta Valerio Maioli di Ravenna nel1999.
Il sagrato. Posto sulla sommità della libera scalinata “urbana” che collega la sottostante Piazza Duomo, è libero e si estende sotto l'antico pronao duecentesco; oltre alla chiesa, conduce anche al chiostro del Paradiso e al Museo diocesano (antica cappella del Crocifisso).