Lo spazio liturgico delle cattedrali - Diocese of Faenza - Modigliana

L'adeguamento liturgico della Chiesa di San Pietro

Layout

1. Altare celebrato

2. Cattedra vescovile

3. Ambone

4. Fonte battesimale

5. Cappella del santissimo

Data del rilievo: 2007

Liturgical adequacy

Un primo intervento di adeguamento, ispirato dal canonico liturgista mons. G. Lucchesi, fu realizzato nell'immediato postconcilio e vide la collocazione, poco oltre l'arco santo, di un grande altare in legno rivolto ai fedeli. Nel 1970 l'arch. C. Tabanelli progettò lo spostamento della cattedra dalla parete settentrionale del presbiterio alla predella del vecchio altare maggiore. Nel 1975 A. Savioli, preposto del Capitolo della Cattedrale, progettò e realizzò l’adeguamento liturgico della Cappella delle Grazie staccando l’altare a sarcofago dalla sua ancona monumentale, eliminandone tre dei quattro gradini e avanzandolodi circa un metro e mezzo per rendere possibile la celebrazione verso il popolo. Nel 1984, lo stesso Savioli pubblicava un importante articolo dedicato al problema dell'adeguamento della cattedrale prospettando tre possibili soluzioni e propendendo decisamente per la terza: - l'estensione dell'area presbiteriale fin sotto la cupola con lo spostamento in avanti dell'altare e l'ampliamento della predella del vecchio altare maggiore per una più funzionale sistemazione della cattedra; - la sola eliminazione della mensa del vecchio altare per defunzionalizzarlo e ampliare lo spazio destinato alla cattedra; - lo smontaggio del vecchio altare per recuperare l'unitarietà dello spazio presbiteriale e ridefinire al suo interno la collocazione dei poli liturgici. Fra il 1985 ed il 1988 si svolse un concorso nazionale di idee per il riassetto del presbiterio, bandito dal Vescovo e dal Capitolo della Cattedrale, alla cui prima fase parteciparono tredici gruppi. Le linee guida cui attenersi per il progetto, già anticipate dal Vescovo stesso nel 1984, furono precisate dal bando di concorso e ribadite quindi dalla giuria che selezionò tre progetti (su un massimo di cinque previsto dal bando) per la seconda fase del concorso: quello dell’arch. L. Fantetti di Brescia, che disegnava un leggero ampliamento semicircolare della piattaforma presbiteriale, e quelli dei gruppi guidati dall’arch. L. Leoni di Pavia e dall’arch. P. G. Gualdrini di Faenza che avanzavano più decisamente creando la nuova area presbiteriale sotto la cupola. (d02.25.15) Nel giugno 1988 la giuria assegnava il primo premio al gruppo Gualdrini. Al secondo e terzo posto del concorso si classificarono nell’ordine Fantetti e Leone. Il progetto vincitore, interamente e rigorosamente costruito, come la stessa cattedrale maianesca, su di un modulo quadrato, prevedeva, come detto, un’addizione complanare al presbiterio antico che doveva “occupare la totalità della larghezza del quadrato di incrocio fra navata e transetto e solo parzialmente la profondità dello stesso, onde permettere la permanenza di un percorso” trasversale “funzionalmente opportuno”. Al centro della nuova piattaforma, pavimentata in vetro laminato con gradini in pietra e raccordi in bronzo, si collocava l’altare quadrato con mensa in pietra (cm 200x200x60) e basamento in vetro (cm 160x160x40); a destra dell’altare era posta la croce astile, a sinistra, ad un solo metro di distanza, il leggio-ambone di analogo disegno e con leggio in bronzo. Per la cattedra, una semplice seduta in pietra con alto schienale in vetro, veniva confermata la posizione sulla predella dell’altare del Pistocchi la cui visibilità era garantita dalla scelta del materiale trasparente. Lo spazio per l’assemblea era individuato nella sola navata centrale mentre i due bracci del transetto erano destinati ad ospitare sedute inequivocabilmente fisse ed orientate a servizio della cappella delle Grazie edi quella del Santissimo. “La scelta del tipo di marmo per tutti gli inserti dotati di inevitabile (anzi opportuna) densità materica” si legge nella prima relazione “andrà effettuata sulla base di un atteggiamento non mimetico nei confronti del preesistente bensì secondo un concetto di inserimento al contempo rispettoso e coerente. Così come deve risultare leggibile nella sua logica interna il “vecchio” così deve risultare evidente nella sua pur velata qualità di aggiunta il nuovo. Ad una prima analisi il marmo di tipo serpentino potrebbe ben assolvere allo scopo”. In seconda fase si indicava il verde delle Alpi o verde Valtournanche (lucido per gli arredi e levigato per gradini e lastre pavimentali). Il carattere del concorso, alcune riserve della committenza, seguite all’esito dello stesso e relative in particolare al parziale allontanamento dall'area presbiteriale antica, alla scelta dei materiali e all'interruzione, conseguente l'intervento, di un tradizionale passaggio (caro ai faentini) che attraversando tutto il transetto collega le due porte laterali, e infine la priorità data al restauro degli interni della cattedrale bloccarono ulteriori sviluppi. La morte di A. Savioli fece sì che non si concretizzasse nemmeno un periodo di sperimentazione, da lui auspicato, del progetto vincitore. L'attuale assetto risale alla fine degli anni ottanta: il nuovo altare, costituito da un tavolo in legno e da un paliotto antico applicato sul lato rivolto all'assemblea è posto esattamente in corrispondenza dell’arco santo, allineato all’ambone (un nuovo leggio sempre in ligneo) collocato ad un solo metro e mezzo dall’altare stesso. La cattedra mantiene la sua posizione sulle predella dell’ex altare maggiore, in asse con l’altare celebrato. La gradinata del presbiterio è stata prolungata di poco più di un metro verso la navata centrale. L’antico fonte battesimale non è più in uso da diversi decenni.