Lo spazio liturgico delle cattedrali - Diocese of Padova

L'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Maria Assunta

Layout

1. Altare

2. Altare maggiore

3. Ambone

4. Cattedra

5. Cattedra antica del XVII secolo non utilizzata

6. Custodia eucaristica

7. Fonte battesimale

8. Crocefisso

Data del rilievo: 2002

Liturgical adequacy

Un primo adeguamento, che cercava di attuare il dettato conciliare, fu effettuato agli inizi degli anni ’60. L’altare maggiore, venne ruotato verso il popolo e traslato con il baldacchino che lo sovrastava, in posizione più avanzata, nella prima parte del presbiterio, in corrispondenza delle cantorie dell’organo Sempre all’interno delle balaustre, la cattedra fu collocata invece in prossimità della parasta di sinistra. Solo in occasione delle ordinazioni presbiterali lo spazio celebrativo veniva allargato, montando una pedana in legno all’esterno, nello spazio sottostante la cupola che si estendeva quasi fino al primo pilastro della campata. Successivamente, tra il 1989 e il 1990, dopo l’ingresso in diocesi del vescovo Mons. Antonio Mattiazzo, fu realizzata una pedana di forma semicircolare, elevata all’altezza del presbiterio, che si estendeva fino a metà dello spazio del transetto. Un paliotto di recupero del XIX secolo, raffigurante l’Ultima cena, costituiva la parte anteriore dell’altare, realizzato in legno dipinto. L’ambone anch’esso in legno era posto sulla sinistra con la riproduzione di un’icona che ne decorava l’alzato. Le balaustre furono completamente rimosse e la cattedra fu collocata davanti all’altare maggiore rialzata di tre gradini rispetto al piano pavimentale. Questa configurazione provvisoria fu l’occasione per l’inizio di una serie di studi preliminari che sfociarono nell’approvazione di massima dell’intervento nel 1994 . L’adeguamento attuale, realizzato tra il 1996 e il 1997, è stato ideato e coordinato dagli architetti Eugenio Barato, Amedeo Ruffatto, Bruno Stocco e Gian Guido Visentin, con la consulenza storico-liturgica di Mons. Claudio Bellinati. Esso si è inserito in un più ampio progetto di restauro contestualmente al quale è stato eseguito anche il nuovo impianto di illuminazione che permette di adeguare l'intensità luminosa alle diverse esigenze liturgiche: preghiera personale, veglia comunitaria, celebrazione ordinaria, pontificale, fruizione turistica. Il nuovo presbiterio, di forma rettangolare, si estende per tutta la dimensione della navata centrale, allargandosi nel transetto fino al limite dei pilastri. “E’ delimitato peraltro da una fascia in bronzo, a raccordo dei due differenziati interventi (…) che rimarca l’identità del nuovo inserto (…)La definizione dei materiali adoperati e la loro scelta è stata oggetto di ripensamento e confronto con le intenzioni progettuali di Giuliano Vangi” cui è stata affidata la creazione delle parti scultoree. E’ stata utilizzata perciò la pietra tunisina Marianne Cream, sia per la pavimentazione e le gradinate, sia per alcune parti dei gruppi di figure, consentendo così una maggiore omogeneità dell’insieme. Il disegno dell’emiciclo che delimita lo spazio della nuova area presbiterale evidenzia con una serie di fughe concentriche e differenti lavorazioni della pietra, la centralità dell’altare realizzato in marmo bianco di Carrara. Questo consiste in una mensa rettangolare di cm 325 di larghezza per cm 125 di profondità, sorretta da quattro angeli musicanti con le ali spiegate in volo. L’ambone, dello stesso materiale, posto sulla sinistra, in aggetto sull’ultimo gradino, è costituito da due elementi innestati l’uno nell’altro: il leggio che emerge dai rami di un albero e la figura dell’angelo annunciante i cui capelli si fondono con il fitto fogliame dell’albero. Le mani e il volto della figura sono simbolicamente in bronzo dorato. La cattedra, dal disegno semplice e austero, collocata in asse con l’altare, segna, unitamente alle balaustre parzialmente recuperate, il limite verso l’interno del coro. La sede ordinaria, che sta a destra davanti a uno dei pilastri di d’imposta dell’arco santo, e gli stalli per i canonici sono tutti disposti ad emiciclo dietro l’altare. Completano la sistemazione i due gruppi marmorei che delimitano anteriormente il presbiterio. La scelta iconografica del progetto, che è quella della “Communio sanctorum”, viene definita proprio attraverso le figure rappresentate: sulla destra Sant’ Antonio da Padova, raffigurato mentre sulla spiaggia del mare parla ai pesci e San Gregorio Barbarigo; sulla sinistra Santa Giustina e San Prosdocimo. Essi infatti sono vicini ai fedeli, stanno tra l’altare e l’assemblea celebrante, testimoniano le radici della vita cristiana della diocesi. Recentemente in occasione dell’anno giubilare l’intervento è stato completato con l’inserimento dietro alla cattedra episcopale del crocifisso sempre opera di Giuliano Vangi. E’ in fase avanzata di progetto l’utilizzo di uno spazio, adiacente alla cappella di S. Giuseppe, per realizzazione della penitenzieria. (M.V.)

INFORMATION

Anno di adeguamento
1997
Architetto/i progettista
E.Barato , A.Ruffatto , B.Stocco , G. G. Visentin
Artista/i che hanno lavorato all'arredo liturgico
G. Vangi

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