Beni archivistici
Fondo della parrocchia dei SS. Giacomo e Martino
Viterbo
DESCRIZIONE
Oggi L’Archivio parrocchiale della chiesa dei SS. Giacomo e Martino contiene le serie "Cresime" (due registri cartacei: 1706 - 1908), "Matrimoni" (4 registri: 1622 - 1908) e "Morti" (5 registri: 1622 – 1871), "Stati delle anime" (151 fascicoli: 1722-1937) e "Libri di Messe" (21 registri: 1688 - 1904), alle quali si aggiunge una serie denominata "Amministrazione" che presenta una consistenza cronologica compresa tra il 1690 ed il 1949. La documentazione contabile risulta di più antica datazione (affitti, censi canoni affrancazioni, enfiteusi (1690 – 1904), eredità e carte sciolte; atti di acquisto di beni, enfiteusi e censi e canoni sui beni della chiesa e dell'arte dei falegnami e canepari (1828 - 1900); entrate e uscite della chiesa parrocchiale (1829 - 1865); stati attivi e passivi censi, livelli, affrancazioni, ipoteche, esenzioni da tasse, benefici vacanti (1841 - 1946)) e quasi coeva ad una lunga serie di inventari dei beni della chiesa che, inizia dal 1693 e si protrae fino ai primi anni del Novecento (un inventario della chiesa dei SS. Giacomo e Martino 1693, un inventario del Fu priore Angelo Tosini, un inventario senza alcuna indicazione, un primo inventario del priore Betata 1736 ed un secondo inventario del priore Betata, una eredità del p. Petroselli 1765, un inventario della chiesa parrocchiale di S. Giacomo e Martino 1800, memorie e obblighi dei cappellani, un inventario dei beni mobili e dell'archivio della chiesa, un inventario dei beni stabili della chiesa, la risposta ai quesiti per la visita di Pianetti, un inventario delle suppellettili 1827, un elenco degli oratori domestici esistenti nella parrocchia, un inventario del priore giusti delle suppellettili della chiesa, la risposta ai quesiti della visita di Bedini, un inventario delle suppellettili 1861 e la risposta ai quesiti per la visita di Grasselli 1906). Al settecento risalgono fascicoli contenenti Polize affrancazioni, censi, livelli e canoni dei beni della parrocchia che coprono una periodo compreso tra il 1714 ed il 1895 ed un cabreo della possidenza rustica della chiesa privo di datazione. Tra le carte dell’Ottocento compaiono i Processetti matrimoniali (2 fascicoli, 1828-1935), ed una serie di carte di corrispondenza: Circolari, Lettere, Suppliche e Ricevute che presentano una datazione compresa tra il 1827 ed il 1904. Tra la documentazione più specifica vi è un registro cassa delle donne cattoliche datato 1949.
STORIA DEGLI ORDINAMENTI
La prima notizia di un Archivio della chiesa parrocchiale dei SS. Giacomo e Martino si ha nel 1612 quando, in occasione della visita pastorale, il vescovo Tiberio Muti ordina che siano realizzati gli inventari di tutti i ben mobili, immobili e semoventi e tutti gli istrumenti dei quali si faccia una copia per la sacra visita (Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Muti 1612-1622, c. 56). Pochi anni dopo, nel 1639, il vescovo Francesco Maria Brancaccio visita la Sacrestia della chiesa nella quale descrive un armadio in cui si conservano istrumenti, libri parrocchiali e libri di messe (Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Brancaccio 1639, c. 54v.; cfr. Visita Brancaccio 1646, c. 55). Nel 1702 l’attenzione del visitatore si concentra principalmente sulle tabelle degli oneri di messa che dovevano essere esibiti in occasione della visita (Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Santacroce 1702-1703, c. 419). Notizie più dettagliate si hanno nel 1827 quando si descrive un “archivio informe antico, ma la maggior parte è stato trasandato perché non custodito nella sua origine, e nel pregresso del tempo”, si dice però che nell’archivio sono presenti “n. 5 Libri di matrimonio, n. 5 Libri de’ Morti, n. 1 Libro de’ Cresimati, Quindi molti stati incominciando dal Prior Tosini, Molte apoche, ed altre memorie a favore della parrocchia” (Cedido, serie: Visite pastorali, Visita Pianetti 1827, vol. V, parte I, cc. 68 e segg.). Nel 1861 i libri dei Matrimoni sono 3, i libri dei morti sono ancora 5, i libri dei Cresimati sono 2, in più si citano: “Molti libri di celebrazione di Messe, Molti Stati di Anime incominciando dal 1721, Vari stati de’ beni della Parrocchia, Apoche di Affitto, Istrumenti, ed altre carte appartenenti alla P.ria. Una scatola ove è riposto un rame che serve per tirare l’Immagini di S. Filomena, e le teche colle rispettive autentiche, ove sono le Reliquie de’ Santi …” (Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Bedini 1861, vol. II, c. 171). Ancora nel 1881 dell’Archivio si dice che “è stato molto trasandato, perché non custodito in pregresso di tempo” (Cedido, Serie: Visite pastorali, Visita Paolucci 1881, vol. I, parte I, c. 421). In epoca non precisata l’archivio è stato trasferito al Palazzo papale.
Negli anni '70 del Novecento è stato trasferito presso l'Archivio diocesano di Viterbo.
Nel 2004 i registri sono stati suddivisi per tipologia, sono stati numerati in successione cronologica con unica numerazione per tutte le serie della parrocchia e catalogati in Winisis.
Nel 2007 i registri sono stati divisi per serie, condizionati entro buste e catalogati con Cei-Ar, alle serie sono state aggiunte quelle degli "Status Animarum" e dei "Liber Missarum" (ordinate ma non catalogate)
Nel 2009 le serie Stati delle anime e Libri di messe sono stati inventariati in Cei-Ar