Beni archivistici
Fondo della Curia vescovile
Viterbo
DESCRIZIONE
I documenti raccolti nell’Archivio della Curia vescovile hanno valore molto diverso: in qualche caso si tratta di disposizioni sul governo della Diocesi o delle singole chiese locali, in altri si tratta di attestati e di licenze per affari molto particolari, legate alla situazione di una singola persona e per una singola questione. In genere si tratta di atti che riguardano la titolarità, la gestione, la conservazione del patrimonio riferito a ciascun beneficio ecclesiastico. Seguono subito dopo i documenti che riguardano la difesa della giurisdizione episcopale e la possibilità di esercitarla pienamente, difesa ed esercizio che, possiamo immaginare, fossero contestati o limitati sia da parte del clero e dei chierici sia dalle altre autorità che esercitavano il potere sullo stesso territorio.
STORIA DEGLI ORDINAMENTI
Nella documentazione ecclesiastica locale, indicazioni dirette che rinviano all'esistenza di un archivio episcopale a Viterbo sono offerte da quasi tutti i testi sinodali, anche da quelli pretridentini. Tra questi, il più conosciuto è il sinodo inedito celebrato dal vescovo di Viterbo e Toscanella Niccolò III, il 20 maggio 1356 nella chiesa di San Sisto di Montalto che contiene numerosi passi nei quali si accenna a documenti di competenza del vescovo e ad altri che a lui dovevano essere presentati per confermare l'esistenza di benefici, donazioni, lasciti, diritti, privilegi detenuti da ecclesiastici e da laici della diocesi. All'indomani del Concilio di Trento, nel gennaio del 1574, il visitatore apostolico Alfonso Binarino interviene sul tema della conservazione dei documenti e prescrive che - al fine di evitare la dispersione del patrimonio ecclesiastico - si proceda alla conservazione di tutti quei documenti che ne attestano l'esistenza. Si doveva avviare la realizzazione di un archivio, presso la chiesa cattedrale di S. Lorenzo, che avrebbe raccolto le testimonianze di "bona jura actiones census redditus et nomina debitorum" per tutte le chiese, luoghi pii e benefici di ogni tipo dell'intera diocesi. Pochi anni dopo, nel 1583, negli atti della visita apostolica compiuta a Viterbo dal vescovo di Catania Vincenzo Cultello, è presente una brevissima descrizione dell'archivio episcopale che risulta già costituito. Col tempo, i riferimenti alla documentazione che deve confluire nell'archivio cominciano a diventare numerosi e nei sinodi, accanto ai capitoli che si riferiscono all'amministrazione dei beni della Chiesa, si trovano quelli che fanno riferimento all'amministrazione della giustizia civile e criminale, alla vita del clero, alla vita liturgica, al controllo dei luoghi pii, alla somministrazione dei sacramenti.