Nel 1956 la Soprintendenza di Bologna approvò il progetto, redatto dall’ing. F. Gualandi (d01.26) su commissione del cardinal G. Lercaro (1952-1968), che prevedeva la chiusura dell’accesso centrale alla cripta, il risarcimento della continuità dello scalone del presbiterio, l’eliminazione delle due cancellate in ferro e la conservazione di pochi lacerti della balaustra marmorea.
Nel 1965 un gruppo di progettisti formato da Giuliano e Glauco Gresleri, F. Scolozzi e G. Trebbi fu incaricato dallo stesso Lercaro della redazione del progettò di adeguamento liturgico della cripta (d01.28).
In cattedrale, dopo il concilio, seguì invece una lunga fase di sperimentazione anch’essa avviata da Lercaro. Vide la realizzazione di un altare provvisorio di forma marcatamente rettangolare rivolto all’assemblea e posto sotto l’arco santo e l’avanzamento della cattedra fra balaustra e colonna sinistra dell’arco santo nello spazio ottenuto con il prolungamento della scalinata realizzato nel 1905. Come fondale per la cattedra (sopraelevata di cinque gradini) venne utilizata un’antica ancona lignea d’altare (d01.29).
Nel 1996, in vista del Congresso Nazionale Eucaristico dell’anno successivo, il cardinale G. Biffi (1984-2004) incaricò Lello Scorzelli della realizzazione dei nuovi poli liturgici per il Duomo bolognese. In un secondo momento si affiancarono allo scultore napoletano E. Giannetti, senese, anch’egli scultore, invitato dallo stesso Scorzelli per la realizzazione degli elementi lapidei, e l’architetto R. Terra per il coordinamento architettonico dell’intervento. Consulente per la liturgia ed il programma iconografico fu mons. G. Stanzani (al tempo Vicario diocesano per il Culto e presidente della Commissione Arte Sacra) ma non venne mai meno il costante confronto con lo stesso Arcivescovo.
Dal punto di vista spaziale il nuovo adeguamento, completamente reversibile, confermò sostanzialmente le scelte della prima realizzazione provvisoria mantenendo l’altare nell’identica collocazione e spostando la cattedra, ruotata di 45° verso la navata, a ridosso del basamento della prima colonna che, a sinistra, segna il passaggio dalla navata all’antico presbiterio, in posizione decisamente visibile dall’intera assemblea. Non fu mai presa in considerazione, nemmeno per il solo ambone, la possibilità di una soluzione alternativa fuori dall’area presbiteriale sopraelevata.
Il confronto fra i bozzetti di Scorzelli ed i tre manufatti realizzati evidenzia come i primi non subirono, col progessivo definirsi del progetto, modifiche di particolare rilievo fatta eccezione per l’ambone che lo scultore pensò inizialmente in forma di esile leggio e che solo successivamente venne progettato nelle forme attuali protese verso l’assemblea; l’altare (con mensa in marmo bianco di Carrara marcatamente rettangolare di cm 105 x 360) presenta, sui lati maggiori, una composizione tripartita (con pannelli di fondo in travertino di Rapolano) dominata dalla presenza di figure in bronzo argentato racchiuse in elementi a mandorla in marmo giallo di Siena; su quelli minori gli stessi motivi decorativi in un’unica specchiatura. Il tutto è ulteriormente impreziosito dall’inserimento di pietre lucidate semipreziose di forma irregolare (che evocano realizzazioni di gusto antico) la cui cromia è esaltata dal fondo in nero del Belgio dei tasselli angolari su cui poggiano.
La cattedra, posta su una predella rettangolare a due alzate di marmo bianco veneto, è caratterizzata da un disegno di estrema linearità: un parallelepipedo in bianco di Carrara come seduta, un’alta lastra di marmo identico a quello del basamento delle colonne come schienale La decorazione a mosaico inizialmente pensata da Scorzelli per i due braccioli è stata sostituita dagli stemmi del Pontefice e dell’Arcivescovo.
“Da un punto di vista morfologico” scrive R. Terra “l’inserimento di tali strutture deve essere rapportato alla configurazione del contesto architettonico e dei suoi materiali, tuttavia deve proporsi con forme dichiaratamente moderne che non risultino semplicemente mimetiche o imitative ne, al tempo stesso, prevaricanti rispetto a quelle storicizzate e preesistenti”.
In occasione dei restauri e dell’adeguamento liturgico del Duomo fu messo in opera, su accurato progetto dell’ing. P. Palladino, il nuovo impianto di illuminazione (che consente livelli di illuminazione liturgica ed artistica differenziati), vennero adattati gli otto confessionali antichi posti nella navatella di destra ed acquistati gli attuali banchi che sostituirono le sedie mobili sino a quel momento in uso.
Nello stesso anno 1997, su progetto fonico del prof. G. P. Bovina e progetto architettonico di P. L. Facchin, è stato realizzato dalla ditta Paccagnella di Padova il nuovo organo liturgico opportunamente collocato in navata, fra la seconda coppia di pilastri di sinistra, sotto il coretto. Davanti ad esso, su di una pedana in legno di rovere leggermente gradonata appositamente progettata, trova posto il coro in precedenza posizionato fra l’altare maggiore e l’abside.
Il fonte battesimale, sito nella prima cappella di sinistra, viene regolarmente utilizzato. Durante le celebrazioni una processione, che muove dal presbiterio dopo la liturgia della Parola, precede e conclude il rito dell’iniziazione cristiana.
Il presbiterio post 1905
Il presbiterio dopo l'intervento di adeguamento liturgico del 1977
L'Altare
Particolare dell'altare - Il martirio di San Pietro di L. Scorzelli
L'Ambone
Particolare dell'ambone - L'Evangelista Luca di L. Scorzelli