Nella cattedrale di Cesena l’organizzazione dello spazio del presbiterio è ancora oggi quella delineata quale soluzione provvisoria al termine del restauro integrale dell’edificio, effettuato negli anni ’60.
Al centro del presbiterio, sopra una predella rivestita in moquette, troviamo l’altare, un manufatto fine Ottocento che, per il suo utilizzo post-conciliare, è stato appositamente riadattato mediante un drastico ridimensionamento, la rimozione del sarcofago in pietra in origine posto sotto la mensa e l’eliminazione dei quattro gradini che lo sopraelevavano. L’ambone, un semplice leggio in bronzo di recente fattura, è posto alla sommità della gradinata di sinistra, mentre in asse, sul lato opposto, si trova la sede ordinaria, una seduta in pelle poggiante su una pedana in legno che ospita anche un leggio mobile. La cattedra occupa il centro dell’emiciclo absidale: si tratta sempre di una moderna realizzazione, costituita da un insieme in marmo che comprende due sedute laterali e impreziosita da un rivestimento in stoffe damascate. Il coro ligneo che la cinge lateralmente, costruito su progetto dall’arch. Ferdinando Forlati, è un’ulteriore opera portata a termine nel corso dei lavori degli anni ’60, durante i quali è stata anche rimossa la cantoria che si trovava sopra l’ingresso, in controfacciata. L’intervento architettonico è stato preceduto dallo smontaggio dell’organo ottocentesco poi ricostruito ex novo nella sua attuale collocazione, all’interno della cappella di S. Tobia.
Il fonte battesimale, una vasca esagonale del XVI secolo proveniente dalla chiesa parrocchiale della vicina Casalbono, si trova nella navata sinistra, addossato alla controfacciata. non viene quasi mai utilizzato per la celebrazione del rito, in quanto si preferisce predisporre una bacinella mobile sul presbiterio. Nel 1981 nelle monofore dell’abside sono state installate le vetrate in alabastro firmate dall’artista Nicola Sebastio, raffiguranti scene della vita di S. Giovanni Battista. E’ invece opera di A. Ruscelli, artigiano orafo di Sarsina, il crocifisso in rame brunito sospeso sopra l’altare, lavoro a sbalzo eseguito tra il 1983 e il 1984. Sul recto vi è rappresentata la Crocifissione mentre sul verso i simboli dei quattro evangelisti fanno da corona alla riproduzione del chìro.
Nel 1991 lo scultore cesenate Leonardo Lucchi e don Luca Baiardi, all’epoca sacrista della cattedrale, lavorano al progetto per un nuovo ambone. La proposta, allora accantonata a causa del parere negativo espresso dalla Commissione diocesana per l’arte sacra, potrebbe essere oggi riconsiderata per volontà dell’attuale vescovo, mons. Antonio Lanfranchi.
In compenso rappresenta un raro esempio di rapidità l’iter che ha portato alla collocazione del nuovo portale, inaugurato nel 2001. Il concorso viene bandito nel 1998 per volontà di Mons. Lino Garavaglia, il vescovo che in quel momento reggeva la Diocesi. I tredici elaborati pervenuti vengono discussi, nel gennaio 1999, da un comitato di valutazione presieduto da Mons. Garavaglia e la rosa dei favoriti si restringe ai progetti presentati dagli artisti Paolo Borghi, Ilario Fioravanti e Francesco Somaini. La decisione definitiva viene presa un mese più tardi dal vescovo che, dopo aver interpellato anche la Soprintendenza per un parere informale, affida l’incarico all’architetto e scultore cesenate Ilario Fioravanti. Tra le motivazioni addotte a sostegno della scelta vengono citate la possibilità di un armonioso inserimento del portale all’interno della cornice romanica in pietra e nel contesto dell’intera facciata della cattedrale, nonché la rispondenza del progetto a criteri di funzionalità riguardanti le operazioni di apertura e chiusura del portone. L’opera è realizzata in bronzo scolpito a bassorilievo e si compone di dieci formelle raffiguranti la storia di San Giovanni Battista. Nella lunetta superiore trovano posto la Madonna del Popolo in trono e i vescovi Mauro e Vicinio, patroni della Diocesi di Cesena-Sarsina.