Un primo intervento di adeguamento, voluto e finanziato dall’allora vescovo A. Bergamaschi (1950-1966) a Concilio Vaticano II ancora in corso e completato nel 1965, comportò lo smontaggio dell’antico altare maggiore, che si trovava all’interno dell’area presbiteriale in posizione assai arretrata, e la realizzazione, in stile neoromanico, sia di un nuovo altare in marmo rivolto ai fedeli (con mensa rettangolare - cm 270x145 - collocato, su di una pedana, in corrispondenza dell’arco santo) che di due grandi amboni, anch’essi in marmo, simmetricamente disposti agli estremi della nuova scalinata del presbiterio (fuoriuscente di quasi tre metri dalla linea dell’arco santo). La cattedra, in precedenza collocata sulla parete sinistra del presbiterio, fu spostata sul fondo dell’abside al centro del vecchio coro ligneo opportunamente modificato.
Questo assetto è rimasto in opera fino al 1999 quando è stata realizzata l’attuale sistemazione di carattere definitivo.
Nel 1997 il vescovo P. Rabitti, dopo alcuni sopraluoghi effettuati con mons. C. Valenziano, vicepresidente della Consulta nazionale per i beni architettonici della Chiesa, ha incaricato della redazionene del progetto l’equipe di Architettura e Arte per la Liturgia dell’Apostolato Liturgico di Roma (composta da suor M. A. Loche , maestro d’arte, dall’architetto R. Stella, e dall’ingegner L. Gambacorta) affiancando alla consulente liturgica suor M. C. Cruciani lo stesso mons. Valenziano. Nel corso del 1998 l’equipe, in costante dialogo e confronto con il vescovo Rabitti, ha elaborato un’articolata serie di proposte architettoniche e iconografiche (d23.06) attraverso le quali è progressivamente maturata la soluzione progettuale poi realizzata.
L’intervento di adeguamento della cattedrale di Pennabilli, inserito nel più ampio contesto dei lavori di restauro dell’edificio, non si è limitato alla sola ridefinizione dei principali poli liturgici ma, fondandosi sull’attenzione per l’assemblea celebrante, ha interessato l’intero spazio dell’edificio (“icona del mistero celebrato”), riordinando e riprogettando inoltre (e di conseguenza) gli apparati iconografici e l’impianto di illuminazione.
Scrivono i progettisti a premessa del loro lavoro: “Negli edifici di culto a valenza storico-artistica l’adeguamento del ‘luogo per la liturgia’ si configura come sintesi tra la presenza architettonica, espressione dei contenuti religiosi e liturgici che hanno prodotto e modificato nel tempo l’edificio, e la nuova ‘forma’ del luogo corrispondente al rinnovamento liturgico avviato dal Concilio Vaticano II. Il ‘rinnovamento’ degli spazi per la liturgia è da intendersi come recupero dei contenuti profondi della fede, tramandati e custoditi dalla Chiesa universale, ed incarnati nella storia della comunità ecclesiale particolare. La rilettura in chiave contemporanea del luogo per la liturgia deve esprimere il contenuto dell’esperienza spirituale vissuta dalla comunità celebrante. Tanto più l’arte concretizza visibilmente questa ‘rivelazione’ tanto più è a servizio della liturgia”.
Fondamentali, negli intenti dell’equipe dell’Apostolato Liturgico, risultano innanzitutto il ridisegno dell’intera pavimentazione e il riassetto dei dislivelli dell’aula. Il primo, che stilizza in navata un grande “albero della vita”, privilegia l’elemento dinamico del percorso processionale che dall’ingresso porta verso l’altare concludendosi presso l’arco santo “dove è collocato l’onphalos che, segnato a terra da un grande disco di marmo rosso, rappresenta il luogo dell’incontro tra i fedeli e i ‘doni’ della grazia divina presenti nei sacramenti della Chiesa”.
Il secondo, oltre ad eliminare uno dei tre gradini del presbiterio, ha uniformato la quota delle cappelle laterali a quella nuova del presbiterio unendo poi i tre spazi con un’unica gradinata curvilinea.
“La valorizzazione dell’aula è stata completata con lo studio finalizzato ad una nuova immagine cromatica delle superfici interne realizzando quell’effetto di ‘festosa luminosità’ che si percepisce entrando nella cattedrale. (...) il sistema di illuminazione artificiale (...) è gestito da un computer che permette il controllo dell’intensità luminosa della luce interna in relazione alla luminosità dell’ambiente esterno e la gestione dei corpi illuminanti in funzione delle diverse tipologie di celebrazione”.
L’altare è posto, su di una pedana, al centro della prima campata dell’antico presbiterio, in prossimità dell’arco santo, e riutilizza la struttura del preesistente, voluto dal vescovo Bergamaschi, ridotta però ad una forma quasi quadrata (cm 160x145) mediante il taglio della mensa e l’eliminazione dei due elementi laterali della base.
Per evidenziare l’unicità e dell’altare celebrato e, al contempo, caratterizzare meglio la destinazione funzionale delle due cappelle laterali (custodia ed adorazione Eucaristica a sinistra, sepolcro dei Vescovi a destra) il progetto prevedeva la rimozione delle mense dei rispettivi altari, eliminazione poi concretizzatasi solo per la seconda.
L’ambone marmoreo si colloca davanti alla cappella del Rosario (sopraelevato di due gradini rispetto a questa), in posizione di cerniera fra presbiterio e navata. Si compone di un semplice leggio e di un trittico scultoreo laterale che ne delimita lo spazio sulla sinistra, ma costituisce in realtà un più complesso tutt’uno architettonico con il fonte battesimale ottagonale che lo affianca sulla destra e con il portacero posto nel mezzo. “La posizione scelta per la vasca battesimale garantisce una completa visibilità da tutta l’assemblea durante il rito del Battesimo”, affermano i progettisti che però evidenziano anche un’importante correlazione simbolico-liturgica fra i due poli celebrativi per altro accumunati dal tema iconografico della Risurrezione e dalla presenza del cero pasquale. Sulla questione del fonte va peraltro ricordato che in una prima fase di studio mons. Valenziano ne aveva suggerito la collocazione vicino all’ingresso e che fu il vescovo Rabitti ad opporsi a tale scelta per il timore che in quella posizione esso non venisse utilizzato e che costituisse invece un ostacolo insormontabile alla creazione del nuovo percorso processionale introitale.
Anche per quanto riguarda la posizione della cattedra la scelta del vescovo è stata decisiva: scartata infatti la proposta di suor A. Loche di realizzare il nuovo manufatto in legno a fianco dell’altare, là dove si trova ora la sede ordinaria, il seggio vescovile ha mantenuto la collocazione al centro dell’abside ma rialzato a sufficienza (cinque gradini) per essere visibile da tutta l’assemblea.
Il presbiterio nel 1903
Il presbiterio dopo l'adeguamento liturgico del 2000