La facciata principale della Cattedrale di Santa Maria Assunta e Sant’Erasmo
Il campanile
L’aula vista dall’ingresso
La navata centrale dal presbiterio
Transenne con decorazione cosmatesca
Transenne con decorazione cosmatesca
CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA E SANT’ERASMO
La cattedrale di Gaeta insiste sui resti della piccola chiesa di Santa Maria del Parco nei pressi del porto, risalente al VII secolo, divenuta la prima cattedrale quando la sede episcopale fu trasferita da Formia a Gaeta, a metà del IX secolo. Nel 917 il rinvenimento in un muro della chiesa delle reliquie di sant’Erasmo e di altri martiri, traslati da Formia circa un secolo prima, determina l’esecuzione di lavori di ampliamento o di ricostruzione della cattedrale, dedicata nel 1106 da papa Pasquale II (1099-1118) alla Santissima Vergine Assunta e a Sant’Erasmo (e forse anche ai santi Marciano e Probo). Non è sicura la pianta di questa seconda cattedrale romanica: probabilmente già si presentava a forma di croce patriarcale, a sette navate con sei ordini di colonne di marmo (parzialmente liberate nel corso dei restauri del 2014), perlopiù materiale di spoglio. Ai primi anni dell’XI secolo risale la costruzione di un battistero dedicato a San Giovanni, distrutto nel XVII secolo. Fra il 1148 e il 1279 fu costruita l’eccezionale torre campanaria tuttora visibile.
L’impianto, a seguito del terremoto del 1231, subì numerose modifiche, sovvenzionate da papa Alessandro IV (1254-1261), tra cui la ristrutturazione delle volte in forma gotica, con arcate a sesto acuto. La facciata dell’edificio, in origine, doveva essere rivolta verso il mare, adiacente alla torre campanaria. All’episcopato del vescovo Benvenuto (1256-1276) dovettero appartenere il pavimento cosmatesco, tuttora parzialmente in situ, e gli arredi marmorei, come le transenne policrome di una probabile iconostasi, decorate dai simboli dei quattro evangelisti; gli elementi figurati provenienti certamente da un ambone; e soprattutto il celebre candelabro con scene della vita di Cristo e del martirio di Erasmo, ricollocati in occasione dell’ultimo restauro (2014) nell’area presbiterale.
Pur difettando di documentazione, è probabile che al periodo immediatamente successivo al terremoto del 1349 risalga un nuovo rifacimento della cattedrale, che allora, secondo le più recenti ipotesi, raggiunse le sette navate.
Nel XVII la chiesa fu oggetto di nuovi e radicali lavori, a cominciare dalla costruzione della cripta fra 1620 e 1644 (Giacomo e Dioniso Lazzari) e dalla sua decorazione con gli affreschi barocchi di Giacinto Brandi (1662-64) con Storie e virtù di sant’Erasmo, per collocarvi le reliquie dei santi Erasmo, Marciano, Probo, Innocenzo, Casto, Secondino e Euporia.
Dalla costruzione della nuova cripta dipese l’inversione dell’orientamento della cattedrale e l’ampliamento del coro, in cui furono collocati un coro ligneo nella prima metà del XVII secolo
e un altare di marmi policromi intarsiati (1683); si perse anche il vecchio battistero, sostituito da una cappella battesimale, il cui fonte era costituito da un prezioso cratere greco di marmo del I secolo a.C. con scena mitologica, sostituito da un manufatto neoclassico a seguito del suo trasporto nel Museo Archeologico di Napoli (1795 o 1805). Fra il 1788 e il 1793, l’edificio, in condizioni rovinose, fu interamente ristrutturato riducendo le navate a tre, divise da due file di sei pilastri in muratura in cui furono inglobate le antiche colonne. L’impianto era concluso da un transetto rialzato che immetteva nell’area presbiterale. La cattedrale venne nuovamente consacrata il 28 maggio 1793.
La seconda guerra mondiale ha arrecato ingenti danni alla cattedrale: nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943 l’esplosione di un ordigno nell’area presbiterale devastò l’interno e provocò la distruzione della pala con l’Assunta di Sebastiano Conca (1700) e il danneggiamento dello stendardo della battaglia di Lepanto (oggi nel Museo diocesano), Crocifisso fra i santi Pietro e Paolo, dipinto a tempera su seta da Girolamo Siciolante da Sermoneta (1571) (che per un certo periodo aveva funto da pala d’altare); andò perduta anche parte degli affreschi del Brandi nella cripta.
La cattedrale è stata restaurata fra il 1946 e il 1950 e dedicata il 23 novembre 1950.
Nuovi radicali restauri sono stati eseguiti fra il 2009 e il 2014, i quali hanno posto in evidenza le numerose fasi di costruzione della fabbrica della cattedrale. Nel 1903, in occasione del XVI centenario del martirio di sant’Erasmo, è stata eretta una nuova facciata in forme neogotiche. Altri lavori seguirono nel XX secolo, come lo spostamento del fonte battesimale nella prima cappella di destra (1925) e la pavimentazione in marmo del coro (1935).
Fabrizio Capanni, Giampero Lilli, Le cattedrali del Lazio. L'adeguamento liturgico delle chiese madri nelle regioni ecclesiastiche del Lazio. Milano, 2015