Diocesi di Montecassino

Chiesa di Santa Maria Assunta e San Benedetto

BASILICA DELLA BEATA VERGINE MARIA ASSUNTA E DI SAN BENEDETTO Il primo nucleo del monastero di Montecassino fu edificato nel 529 da san Benedetto sui resti dell’antica acropoli romana di Casinum. Le incursioni dei longobardi del 577 costrinsero la comunità monastica a rifugiarsi a Roma, fino a quando, nel 718, il nobile pellegrino Petronace iniziò l’opera di ricostruzione del monastero ordinata da papa Gregorio II (715-731), a cui seguirono varie donazioni da parte di casate nobiliari, tra le quali quella del duca di Benevento Giusulfo II nel 744, che ampliarono i territori di proprietà dell’abbazia. Nel 748 papa Zaccaria (741-752) emise un primo privilegio di esenzione da qualunque giurisdizione episcopale, confermato nell’867 da papa Niccolò I (858-867) e poi ancora da papa Giovanni VIII (872-882) nell’882, al fine di garantire l’autonomia dell’operato degli abati cassinesi. Dopo la distruzione del monastero a opera dei saraceni, avvenuta alla fine del IX secolo, i monaci si ristabilirono a Montecassino solo alla fine del X sotto il governo dell’abate Aligerno (948-985). Con l’abate Desiderio (1058-1086), futuro papa Vittore III, il monastero raggiunse l’apice del suo splendore: si eseguirono lavori di radicale rinnovamento di tutti gli edifici, in gran parte ricostruiti dalle fondamenta, e fu eretta una nuova chiesa abbaziale, resa celebre dalla ricchezza dei suoi apparati ornamentali. Vi si accedeva salendo una scalinata che immetteva in un quadriportico affrescato, mentre la facciata era arricchita di mosaici. L’impianto a tre navate absidate coperte da un tetto a capriate dorate era ritmato da dieci colonne per lato; il coro dei monaci, posto al centro dell’aula, era cinto da transenne marmoree; un grande mosaico con Cristo nella mandorla dominava la chiesa e una “tavola aurea” con scene evangeliche e della vita di san Benedetto sovrastava l’altare. Il 2 maggio 1322 papa Giovanni XXII (1316-1334) elevò l’abbazia al rango di sede episcopale, privilegio subito soppresso nel 1367 da Urbano V (1362-1370). Il terremoto del 1349, nel quale andò perduta gran parte degli edifici desideriani, lo scisma d’Occidente e le contese politiche gravarono pesantemente sul monastero che, dal 1454 fino alla fine del XV secolo, fu affidato ad abati commendatari. Solo nel Cinquecento, con la nascita della Congregazione Cassinese e sotto la guida dell’abate Squarcialupi (1524-1526) ebbe inizio una sistematica trasformazione degli edifici superstiti: fu ristrutturata la scalea d’accesso e commissionato il chiostro con funzione di atrio della chiesa, mentre l’interno si arricchì di numerose opere pittoriche. Nella seconda metà del secolo l’abate Angelo de Faggis (1559-564) procedette alla costruzione del chiostro detto “del Priore” e del coronamento denominato “loggia del Paradiso”; nel 1543 furono completati gli scavi della cripta, che fu decorata a grottesche. Nei due secoli successivi Montecassino attraversò un lungo periodo di prosperità culturale e artistica, contraddistinto dall’opera architettonica di Cosimo Fanzago (1591-1678) e dalla presenza di numerosi artisti della scuola napoletana, fra cui Luca Giordano (1634-1705), incaricati della decorazione pittorica. All’interno della basilica fu innalzata la cupola (Gloria di san Benedetto e Virtù monastiche), si diede inizio alla decorazione della volta (Vita di san Benedetto) e delle pareti con stucchi e marmi pregiati e, inoltre, verso la metà del XVIII secolo, fu realizzato un nuovo coro in stile barocco. Nel 1727, la chiesa, completamente rinnovata, fu nuovamente dedicata da papa Benedetto XIII (1724-1730). Sopravvissuto alle vicende rivoluzionarie e risorgimentali, il monastero, “luogo celebre e santuario rispettabile”, con l’Unità d’Italia fu dichiarato monumento nazionale e posto sotto la diretta sorveglianza dello Stato. A partire dal 1880, XIV centenario dalla nascita di san Benedetto, e fino al 1913 accolse l’opera artistica contemporanea dei benedettini tedeschi di Beuron nel Santuario della Torretta e nella cripta dove sostituirono la decorazione cinquecentesca con un programma pittorico ispirato alla spiritualità liturgica benedettina. Tra il 15 e il 18 febbraio 1944 Montecassino fu rasa al suolo dal bombardamento alleato. La riedificazione della chiesa, condotta dall’abate Ildefonso Rea (1945-1971), fece riferimento alla documentazione fornita da don Angelo Pantoni, che aveva eseguito i rilievi metrici dell’abbazia alla fine degli anni Trenta, riproponendo l’immagine seicentesca “come era e dove era”. A differenza della cripta, in gran parte originaria avendo i bombardamenti provocato dei crolli solo nella parte centrale, il resto è stato tutto ricostruito. Il chiostro è stato chiuso dalla facciata disegnata da Ignazio Breccia Fratadocchi nel 1952. Dei tre portali di accesso, di cui risale al periodo di Desiderio solo quello centrale, i due laterali sono opera del 1954 dello scultore Pietro Canonica. È stato possibile riutilizzare parzialmente i marmi originari per ripristinare le decorazioni di mura e pilastri, mentre le decorazioni pittoriche sono state reintegrate in parte a partire dal 1978 da vari artisti, fra cui Pietro Annigoni (Apoteosi dell’ordine benedettino, in controfacciata, 1978; Assunta, Visioni di Benedetto e Personificazioni delle virtù monastiche, nella cupola e nei pennacchi, 1979-1980) e il suo discepolo Romano Stefanelli (Storie di san Benedetto, nelle volta del coro, 1983-84).

ADEGUAMENTO LITURGICO

L'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Maria Assunta e San Benedetto

CULTO DEI SANTI

Corpi di San Benedetto e Santa Scolastica
Reliquia della Croce, nella cappella delle reliquie.
(cappella)
Altre reliquie sono presenti negli altari laterali

EVENTI PARTICOLARI

La settimana che precede il 21 marzo (transito di San Benedetto)rievocazione storica “Terra Sancti Benedicti”

Pianta

1. Altare

2. Ambone

3. Cattedra

4. Assemblea

5. Cappella del Ss. Sacramento

6. Confessionale

7. Sede

8. Concelebranti

9. Coro

10. Organo

11. Cero pasquale

12. Crocifisso d'altare

13. Leggio

14. Credenza

15. Acquasantiera

16. Icona mariana

17. Portali bronzei

18. Sagrestia

19. Campanile

Chiesa di Santa Maria Assunta e San Benedetto

Data del rilievo: 2015

FONTE

Fabrizio Capanni, Giampero Lilli, Le cattedrali del Lazio. L'adeguamento liturgico delle chiese madri nelle regioni ecclesiastiche del Lazio. Milano, 2015

ULTIMA MODIFICA

30/06/2017

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