La facciata della cattedrale della Beata Vergine Assunta e San Lorenzo a Tortona
Veduta dell’aula dal presbiterio
Veduta dell’aula dall’ingresso
La cattedrale fu costruita in seguito alla distruzione dell’antico nucleo episcopale (comprendente la cattedrale ed il palazzo vescovile) che sorgeva sul colle Savo. Iniziata intorno alla metà del cinquecento la demolizione venne causata dall’erezione di una rocca destinata a rafforzare la difesa del colle, punto strategico che sotto il governo spagnolo assunse grande rilevanza in quanto situato sulla via di accesso ai domini francesi. L’antica cattedrale dedicata ai santi Innocenzo, Lorenzo e Sisto venne officiata fino al 1553 e poi rasa al suolo nel 1609.
La Sede episcopale venne trasferita temporaneamente nel monastero di Santo Stefano e, venduto il complesso per ottenere i fondi necessari per costruire una nuova Cattedrale, nella chiesa di Santa Maria dei Canali, probabile sede originaria della Cattedrale di Tortona.
L’attuale edificio occupa l’area sulla quale sorgeva l’antica chiesa di San Quirino. La scelta operata dal card Giovanni Paolo Della Chiesa, in epoca segnata dal rinnovamento conseguente al Concilio di Trento, non fu casuale: in quegli anni si prevedeva l’ampliamento della città verso ovest, e ne sarebbe conseguito che la cattedrale erigenda si sarebbe trovata al centro del nuovo nucleo urbano, come cuore della città cristiana.
I fondi necessari vennero in parte garantiti da una donazione di papa Pio V e per la parte rimanente offerti dalla comunità di Tortona e dai proventi della vendita dei monasteri di Santo Stefano e San Marco.
Il progetto è attribuito al noto architetto milanese Pellegrino Tibaldi (detto il Pellegrini), amico dell’arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo e interprete principale della riforma degli edifici ecclesiastici teorizzata dallo stesso Borromeo e recepita nelle disposizioni del Concilio tridentino.
Nel 1574 con la posa solenne della prima pietra iniziarono i lavori coordinati dal sovrintendente Vincenzo Valenziano, diretti dal camuno Pietro Solarino e portati a termine dai nipoti dello stesso.
Difficoltà economiche comportarono ripetute interruzioni e rallentamenti nell’avanzamento dei lavori, che si protrassero per oltre trent’anni e videro l’avvicendamento di numerose maestranze.
Nel 1582 il presbiterio era quasi concluso e due anni dopo si collocavano le balaustre marmoree; la dedicazione della chiesa venne celebrata quando la navata era conclusa per metà, il 2 ottobre 1583. Nel 1589 la costruzione era pressoché conclusa e nei dieci anni successivi si arrivò al completamento. L’attuale facciata monumentale disegnata dall'architetto ingegnere Nicolò Bruno nel 1877, con due torri campanarie laterali, venne realizzata tra il 1879 e il 1890.
L'interno fu restaurato negli anni 1935-39 e risale a quegli anni la sistemazione del presbiterio.