La facciata della cattedrale Chiesa della Natività a Loreto
Il presbiterio con la Santa Casa
Veduta dell’aula dall’ingresso
Veduta d’angolo della Santa Casa
Come una quinta scenografica, la facciata della cattedrale di Loreto domina il lato est della monumentale piazza della Madonna, delimitata a nord e a ovest dal Palazzo Apostolico (ideato dal Bramante), a sud dal Palazzo Illirico (1831) e caratterizzata dalla fontana, opera di Carlo Maderno e Giuseppe Fontana (1614).
Centro generativo della attuale cattedrale è la Santa Casa, “reliquia ed icona” della dimora nazaretana di Maria. La “questione lauretana” ha visto contrapporsi a lungo posizioni diverse circa la natura dell’arrivo di tale reliquia a Loreto. Secondo la tradizione la casa della Vergine sarebbe stata sollevata e trasportata miracolosamente prima a Tersatto, presso Fiume, in Dalmazia, poi in diversi luoghi del territorio recanatese, fino ad essere collocata dove attualmente sorge il santuario lauretano della Santa Casa. Gli scrittori che vollero storicizzare l’evento scrissero che il sacello giunse nella terra della Marca nella notte fra il 9 ed il 10 dicembre 1294.
Protetta inizialmente da un semplice muro di mattoni, solo durante l’episcopato di Angelo Rinaldi (1383-1412) fu inglobata all’interno di una prima chiesa dalle modeste forme architettoniche, atta a proteggere il sacello mariano e ad accogliere i fedeli.
L’attuale tempio risale al 1468, quando il vescovo Nicolò delle Aste promosse i lavori di rinnovamento stilistico dell’edificio. Il progetto dell’impianto della chiesa venne affidato in un primo tempo a Giovanni Alberti di Milano, e successivamente (1471) all’architetto veneziano Marino di Marco Cedrino, cui è attribuito il disegno complessivo della chiesa (forme di matrice tardo gotica veneziana ancora visibili all’interno).
Nel 1482 si attesta la presenza di un altro importante architetto, Giuliano da Maiano, al quale si attribuiscono l’unificazione degli interventi precedenti ed il compimento della chiesa.
Nel 1507 papa Giulio II invia a Loreto Donato Bramante, mentre nel 1513 Andrea Sansovino è impegnato nella decorazione scultorea del Sacello per volontà del pontefice Leone X.
Il lungo cantiere lauretano vede attivi, nel corso del XVI secoli numerosi e celebri architetti ed artisti: Baccio Bandinelli, Raffaele da Montelupo, Nicolò Tribolo, Ranieri Gemmei, Antonio da Sangallo il Giovane,: Pellegrino Tibaldi, Francesco Menzocchi, Girolamo Muziano, Gaspare Gasparini, Federico Barocci, Federico Zuccari, i fratelli Lombardo, i fratelli della Porta e Antonio Calcagni.
Nel 1586 Loreto diviene diocesi e l’anno successivo la la fabbrica è completata con la realizzazione, in stile tardo rinascimentale, della facciata, progettata nel 1571 da Giovanni Boccalini.
I tre portali di bronzo, voluti dal cardinale Antonio Maria Gallo in vista del giubileo del 1600, sono opera di don Antonio Calcagni (a destra - 1590-1600) e di Tiburzio Vergelli ( a sinistra -1596). Decorate con soggetti biblici destinati all’arricchimento spirituale dei pellegrini furono realizzati nella fonderia di Recanati dai fratelli Lombardo.
A sinistra della facciata si innalza il campanile realizzato tra 1750 e 1755 su progetto del Vanvitelli. La struttura della torre, a quattro ordini sovrapposti, segna il progressivo modificarsi della pianta da quadrangolare a ottagonale a circolare.
Nell’anno 1600 venne realizzata, per volontà di Clemente VIII, la Sala del Tesoro – Sagrestia Nuova, opera probabilmente di Ventura Venturi, portata a termine da Muzio Oddi e Giovanni Battista Cavagna; la realizzazione del ciclo pittorico che la decora fu affidato al Pomarancio (1605- 1610).
Fra 1600 e 1607 Tiburzio Vergelli è impegnato nella realizzazione dello splendido Battistero monumentale, collocato nella prima cappella della navata sinistra.
Nel 1728 la cattedrale acquisisce anche il titolo di basilica.
Alla fine del XIX secolo, durante gli importanti lavori di restauro diretti da Giuseppe Sacconi, venne rimossa parte delle decorazioni tardo -rinascimentali delle cappelle absidali sostituite da quelle di Modesto Faustini, Cesare Maccari, Ludovico Seitz e Charles Lameire.
Nel 1994 il presbiterio è stato adeguato alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II: altare, amboni e cattedra sono opera dello scultore Floriano Bodini.
La custodia della Santa Casa fu affidata ai padri gesuiti dal 1555 al 1773, anno in cui passò ai frati conventuali, mentre dal 1934 ad oggi è retta dai ai frati cappuccini.
La cattedrale presenta un impianto planimetrico a croce latina a tre navate coperte da volte a crociera; coro e bracci del transetto, di eguali dimensioni, sono triabsidati; il sacello rettangolare della Santa Casa si trova al centro della crociera ottagonale sormanta da una monumentale cupola ideata, in stile brunelleschiano, dal da Maiano ma completata nel 1500 dal Sangallo. Quattro originali ambienti a pianta ottagonale, destinati a sagrestie, caratterizzano, all’esterno, gli angoli del transetto.