Diocesi di Molfetta - Ruvo - Giovinazzo - Terlizzi
Chiesa di Santa Maria Assunta
La facciata della cattedrale dell’Assunta a Molfetta
Veduta dell’aula dall’ingresso
Veduta dell’aula dal presbiterio
Il presbiterio
Nel 1775 il titolo della cattedrale di Molfetta fu trasferito alla chiesa del seicentesco collegio dei Gesuiti, in una posizione meno centrale rispetto a quella dell’antico Duomo.
I lavori di costruzione della chiesa dell’Ordine si protrassero dal 1615 al 1680/99 fino al completamento della facciata nel 1744. Internamente presentava un impianto ad aula unica con copertura a volta a botte lunettata, affiancata da cappelle laterali intercomunicanti, transetti ed abside maggiore sulla cui intersezione si elevava una grande cupola.
Quando nel 1767 la Compagnia di Gesù venne soppressa, la chiesa venne abbandonata fino al 1775 quando il vescovo G. Antonucci ottenne dal governo borbonico il permesso di poterla trasformare nella nuova cattedrale.
I lavori di adattamento realizzati su progetto degli architetti P. Lionti (1776) e G. Gimma (1778\85) comportarono l’ampliamento dell’area presbiteriale, delle cappelle laterali, la ricostruzione del campanile ed un nuovo apparato decorativo in stucco e tempera.
I lavori furono eseguiti da maestranze lombarde e pugliesi.
Il 10 luglio 1785 le reliquie di San Corrado furono trasferite dal duomo alla nuova cattedrale e collocate nell’altare dedicato.
Un secolo più tardi il vescovo Costantini dotò il coro dell’attuale pavimento in marmi policromi e nel 1887 il capitolo della cattedrale ordinò il rifacimento delle coperture, realizzate su progetto dell’ingegner C. De Judicibus e la nuova decorazione a tempera del pittore M. Romano (1887-1901).
Nel 1899 fu realizzata infine la nuova cantoria su progetto dell’ ingegner G. Lanari.
Il restauro complessivo della chiesa avvenuto nel 1957 comportò il rifacimento del pavimento settecentesco, sostituito ancora nel 1981con l’attuale in quadrette di cotto.
La facciata è costruita in pietra locale suddivisa in due registri, quello inferiore scandito da doppie paraste con capitelli corinzi che sorreggono un pronunciato cornicione e quello superiore suddiviso da paraste motivate da cartigli che si alternano a piccole ed esili svecchiature che presenta al centro una nicchia aperta in cui è collocata la statua barocca di S. Ignazio; un fastigio curvilineo che duplica il parato inferiore si eleva a coronamento, mentre ai lati delle cornici marcapiano si elevano eleganti acroteri in forma di vasi baccellati