Adeguamento liturgico
L’assetto attuale del presbiterio è ancora quello definito con i lavori della fine del XVIII secolo. Innalzato di sei gradini in marmo chiaro dal calpestio dell’aula, esso conserva la balaustra e l’altare realizzati da Giuseppe Perini fra il 1784 e il 1787, e due delle quattro colonne basamentali (le altri si conservano in sacrestia) su cui doveva essere innalzato il ciborio sopra l’altare. Dietro l’altare maggiore è ancora utilizzato il coro intarsiato fra il 1731 e il 1733 da Giuseppe Maria Vuth e sopra di esso si staglia la pala con l’Annunciazione di Ferdinando Ludovisi (1756-1761).
Per ottemperare alle indicazioni conciliari, è stata posta una mensa mobile al centro del presbiterio al fine di permettere la celebrazione rivolta verso l’assemblea. La mensa, di forma rettangolare in legno dorato, si staglia di fronte all’altare antico settecentesco. Al lato sinistro dell’altare si trova una croce astile in legno.
Come accennato nella scheda storica, l’antica cattedra di pietra è stata smembrata fin dal XVIII secolo, e nulla è rimasto della cattedra lignea che certamente prima del Concilio era posta sul lato sinistro del presbiterio. Attualmente viene utilizzata come cattedra e come sede per il presidente non vescovo una poltrona ricoperta in raso rosso, addossata all’altare monumentale in posizione assiale rispetto all’altare della celebrazione.
L’ambone è in realtà un leggio dorato, in stile rispetto all’altare, e collocato nel lato sinistro del presbiterio, immediatamente a ridosso della balaustra marmorea. Non è stato rimosso il pulpito ligneo addossato al secondo pilastro di sinistra nella navata centrale e realizzato dall’ebanista Fortunato Baccari nel 1753, autore anche dei successivi stalli del coro d’inverno posizionato nel “Cappellone”, al centro della navata sinistra, cappella originariamente di proprietà della confraternita del Sacramento.
La collocazione del fonte nella prima cappella della navata destra è documentata sin dal XVI secolo. Lavori eseguiti nel XIX secolo hanno sostituito il fonte e la decorazione originale con quelle attuali. Di forma circolare, realizzato in pietra scolpita, il fonte poggia su un piedistallo a forma di colonna ed è sormontato da un elemento ligneo a tronco di cono decorato a intarsio, di forma cilindrica terminante con una cupola. L’inferriata di chiusura della cappella, eseguita dal romano Ampelio Bocchini, risale all’anno 1758, ed è perciò anteriore al restauro del 1776.
Nella cappella posta alla fine della navata laterale destra è conservato il Santissimo Sacramento. Nel complesso, l’intervento di adeguamento alle norme conciliari risulta avere ancora un carattere provvisorio.