Lo spazio liturgico delle cattedrali - Diocesi di Segni
L'adeguamento liturgico della Chiesa di Santa Maria Assunta
Pianta
Data del rilievo: 2015
Adeguamento liturgico
Una prima ipotesi di adeguamento alle norme conciliari del Vaticano II presentata alla Soprintendenza nel 1983, su ideazione di Luciano Bartoli, artista triestino che già aveva lavorato all’interno della concattedrale come scultore e frescante, fu rigettata in quanto prevedeva la rimozione della balaustra in marmo bianco e rosso di Lepanto risalente all’episcopato di Antonio Maria Testa (1877-1883). Nel 1986, seguendo le indicazioni del progetto dell’architetto Michelangelo Bedini fu eseguito un intervento meno invasivo approvato dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Lazio ed eseguito da maestranze segnine. Dall’altare maggiore ottocentesco, dono di Pio IX, fu distaccata la mensa in marmo, sostenuta da due pilastrini quadrati e avanzata di pochi metri, rialzata su una pedana marmorea di due gradini. Il paliotto fu quindi applicato direttamente all’alzato del vecchio altare, su cui fu posto nel 1987 il tabernacolo in bronzo dorato di Giuseppe Cherubini, scultore lepino, in cui è riprodotto il timpano della pala dell’altare maggiore e la porta saracena, l’antica porta di accesso a Segni, sui cui battenti sono raffigurati i santi Bruno e Vitaliano, protettori della città. La riserva eucaristica, custodita per un certo tempo nell’area presbiterale, è ritornata oggi nella cappella del Santissimo Sacramento. Inizialmente, dietro il tabernacolo si innalzava il grande crocifisso ligneo proveniente da una bottega artigianale (Stuflesser di Ortisei), oggi rimosso. La cattedra marmorea, addossata alla parete sinistra del presbiterio, risale al 1905 e fu donata dal vescovo Pancrazio Giorgi (1898-1915), in sostituzione di quella lignea ottocentesca fatta realizzare dal vescovo Paolo Ciotti (1784-1819). Durante l’episcopato di mons. Andrea Maria Erba (1988-2006), Giuseppe Cherubini, dopo il tabernacolo, ha realizzato ulteriori arredi di bronzo dorato per la cattedrale: nel 1988 un portalampada per la lampada eucaristica, nel 1989 l’ambone, nel 1990 il candelabro per il cero pasquale, nel 1991, infine, le tavole della Via Crucis. L’ambone, un pilastrino scolpito sormontato da un leggio a forma di aquila bicipite, era inizialmente posto nello spazio interno alla balaustra, sulla destra; attualmente è stato spostato sulla sinistra e all’esterno della balaustra (pur rimanendo avvicinabile solo dall’interno) per permetterne una maggiore visibilità. Il coro, da pochi anni restaurato, è della fine del Seicento. La cappella di San Giovanni Battista, l’ultima della navata destra, chiusa da una cancellata ottocentesca, nel 1962 ha subito un radicale adattamento a cappella battesimale. In essa si trova il fonte battesimale, una vasca esagonale in marmo martellinato con coperchio in rame sbalzato e raffigurazioni in smalto, opera del citato Luciano Bartoli, artista che ha realizzato anche gli affreschi a motivi battesimali ed ecclesiali delle pareti, delle lunette e della cupola. È stata conservata la pala con la Predica del Battista, opera del 1854 di Ignazio Tirinelli del Serrone. La grande vetrata semicircolare sulla parete di fondo è un’opera realizzata dalla ditta Caron di Vicenza a tema simbolico rappresentante una chiesetta sullo sfondo di un sole dai colori accesi. Alla sinistra del fonte, il cero pasquale poggia su una colonna di pietra sormontata da un capitello tufaceo di stile corinzio. La cappella del Rosario, utilizzata un tempo come coro secondario e dove aveva luogo la vestizione del vescovo in occasione della Messa pontificale, funge ora da penitenzieria con due confessionali della seconda metà del Seicento.-
L’area presbiterale vista dall’alto -
La cattedra episcopale -
La cappella del Santissimo Sacramento con la custodia eucaristica -
L’ambone -
Vista dell’altare dal vecchio pulpito -
La cappella e il fonte battesimale -
Plutei duecenteschi conservati nel Museo Archeologico della città di Segni -
Plutei duecenteschi conservati nel Museo Archeologico della città di Segni