Frutto dell’unione di due circoscrizioni diocesane, avvenuta nel 1986 per decreto della Sacra Congregazione per i vescovi, la diocesi di Teggiano-Policastro si estende su un vasto territorio che va dai monti al mare, cioè dagli Alburni al Vallo di Diano e a Sapri, e comprende 81 parrocchie delle quali 1 affidata ai religiosi, 73 sacerdoti di cui 4 religiosi, 3 diaconi permanenti, 26 case religiose femminili, 2 case religiose maschili, 41 comuni. La sede vescovile è in Teggiano (Diano fino al 1862) e la cattedra episcopale si trova nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Mentre la diocesi di Policastro ha origini remote, che rimontano al VI sec., quella di Teggiano è sorta nel 1850 in seguito alla spartizione dell’antichissima diocesi di Capaccio in due nuove circoscrizioni diocesane: quella di Vallo della Lucania e quella, appunto, di Diano.
II - Un notevole patrimonio artistico
Arroccato su un colle posto quasi al centro del Vallo di Diano, il centro storico di Teggiano è notoriamente fra i luoghi più monumentali della provincia di Salerno, ricco com’è di antiche chiese medievali nelle quali si trovano opere d’arte di gran pregio, come, a esempio, il Pulpito (1271) di Melchiorre da Montalbano, il Sepolcro di Enrico Sanseverino (1336) attribuito a Tino da Camaino, il Compianto sul Cristo morto (1508) di Giovanni da Nola e la statua di San Cono (1714) di Domenico Venuta; ci sono poi i chiostri affrescati degli ex conventi (Sant’Agostino, Santissima Pietà), il palazzo vescovile e il seminario (1563); e c’è il grande castello, nel quale fu ordita nel 1485 la famosa congiura dei baroni. Inoltre, a Teggiano ci sono tre importanti strutture museali: il Museo diocesano, il Museo della civiltà contadina e il Museo delle erbe. Tale connotazione sacra e monumentale di Teggiano fu tenuta sempre presente nei secoli scorsi dai vescovi di Capaccio, i quali spesso vollero fissare nella cittadina la loro residenza, come fece, a esempio, il vescovo Lelio Morello che ottenne dal pontefice Sisto V l’autorizzazione a stabilirvisi e a usare come cattedrale la chiesa di Santa Maria Maggiore. Nel breve apostolico del 17 luglio 1586 il papa, nel fare tale concessione, evidenziava appunto di Diano la funzione di centro spirituale di tutta la diocesi di Capaccio; lo stesso giudizio di Sisto V venne poi sostanzialmente richiamato dal Pontefice Pio IX nella bolla con cui veniva istituita la diocesi di Diano. Quanto a Policastro, non è meno suggestivo il sito dell’antica sede di diocesi, che è quello che in epoca greca si chiamò Pixus, in età romana Buxentum e in quella bizantina Paleocastron.
III - Antiche tradizioni religiose
La diocesi di Teggiano-Policastro vanta antiche tradizioni religiose, presenti anzitutto con la venerazione dei santi Laverio, martirizzato nel IV sec., e Cono, monaco benedettino vissuto tra l’XI e il XII . e canonizzato nel 1871, entrambi nativi di Teggiano. A essi si affiancano: il compatrono della diocesi, san Pietro Pappacarbone, che visse tra il XII e il XIII . e fu vescovo di Policastro; e san Lucido di Aquara. Autentica testimonianza di fede è il famoso battistero paleocristiano di San Giovanni in Fonte, che sorge in una zona pianeggiante tra Sala Consilina e Padula. Poco distante da questo battistero è ubicata la monumentale certosa di San Lorenzo. Infine, ci sono in questa diocesi diversi santuari, come a esempio Sant’Antonio di Padova a Polla, San Ciro ad Atena Lucana e Santa Maria di Pietrasanta a San Giovanni a Piro.
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