L’istituzione della diocesi di Gubbio risale almeno al IV sec., infatti nella lettera del 19 marzo 416, inviata da papa Innocenzo I a Decenzio, vescovo di Gubbio, è presente il riferimento ai predecessores tui. Nel documento il pontefice raccomanda che sia adottato in diocesi l’uso liturgico romano, e ciò permette di ipotizzare che fino a quel momento Gubbio subisse l’influenza di sedi metropolitane diverse da Roma. Fino alla fine del primo millennio, tuttavia, nulla si conosce delle vicende della diocesi eugubina, ed emergono solamente i nomi di due vescovi: Gaudenzio (599) e Fiorentino (769).
II - Età medievale
La Chiesa eugubina esce dall’oscurità con l’XI sec., quando si strinsero i rapporti con il monastero di Fonte Avellana, situato nel territorio della diocesi. Esso, a opera di san Pier Damiani, divenne capo della Congregazione avellanita, sciolta nel 1569 da Pio V, che univa Fonte Avellana alla Congregazione camaldolese. Per tutto il Medioevo, e in particolare nell’XI e XII sec., dal monastero provennero molti vescovi eugubini di alto livello morale e intellettuale, tra cui Rodolfo (1034-1064), Mainardo (1065 ca-?) e san Giovanni da Lodi (1104-1106). Dall’XI . è attestata la cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo, che nel secolo successivo vide operare il vescovo Ubaldo, patrono della città. Ubaldo Baldassini nel 1118, come priore del capitolo della cattedrale, vi instaurò la vita comune con l’assunzione della regola dei canonici di Santa Maria in Porto di Ravenna. Onorio II lo consacrò vescovo della città nel 1129, e per oltre 30 anni egli svolse un’intensa attività pastorale, operando per la pacificazione delle fazioni cittadine. Morì il 16 maggio 1160 e fu canonizzato nel 1192, per intermediazione del vescovo Bentivoglio, che curò anche la ricostruzione della cattedrale, poi dedicata allo stesso sant’Ubaldo. Nel corso del Duecento si insediarono a Gubbio gli ordini mendicanti, e in particolare i francescani, che alla fine del secolo diedero alla città un vescovo, fra Benvenuto da Orvieto (1278–1294 ca).
III - Età moderna
Con l’approssimarsi dell’età moderna, Gubbio entrò nella sfera di influenza dei Montefeltro, e divenne un importante avamposto urbinate verso i territori della Chiesa. Nel corso del Cinquecento la cattedra eugubina fu assegnata a personaggi di spicco, tra i quali emergono il cardinale Pietro Bembo (1541- 1544) e il cardinale Marcello Cervini di Montepulciano (1544-1555), poi papa Marcello II. Nel 1563 Pio IV rese la diocesi di Gubbio suffraganea di Urbino, ma per l’opposizione del vescovo Savelli essa restò soggetta direttamente a Roma fino al 1725, quando Benedetto XIII confermò la decisione di Pio IV. Tra i vescovi che più si distinsero nell’applicazione dei dettami riformisti tridentini emergono Ulderico Campagna (1630-1638) e Alessandro Sperelli (1644-1672), cui si devono la riorganizzazione del seminario diocesano, fondato nel 1601, e l’indizione di vari sinodi. Sperelli è inoltre benemerito per la donazione alla città della sua ricchissima biblioteca personale. Intanto nel 1631 Gubbio era entrata nello Stato della Chiesa con tutto il Ducato di Urbino.
IV - Età contemporanea
Il difficile periodo francese fu in gran parte affrontato dal vescovo Ottavio Angelelli (1785- 1809), alla morte del quale la diocesi restò sprovvista di pastore fino al 1814, quando Pio VII nominò Mario Ancajani. Nel 1818 la diocesi fu resa nuovamente immediate subiecta alla sede romana, ma nella medesima occasione venne da essa distaccato il territorio di Pergola – comprensivo del monastero di Fonte Avellana –, eretto a diocesi unita a quella di Cagli. Nella seconda metà del XIX sec., nel difficile periodo dell’unità d’Italia, si evidenziò per zelo caritativo il vescovo Innocenzo Sannibale (1855–1891), che favorì nuove forme di associazionismo laicale. Nel 1965 l’arcivescovo di Perugia Raffaele Baratta fu nominato amministratore apostolico di Gubbio e nel 1967 l’incarico fu assegnato a Diego Paredi, vescovo titolare di Centenaria. Nel 1972 fu però nominato un nuovo vescovo, nella persona di Cesare Pagani, che divenne anche vescovo di Città di Castello, fino al 1981. Nel 1972 la diocesi di Gubbio fu resa suffraganea dell’arcidiocesi di Perugia e nel 1986 di Perugia-Città della Pieve.
Bibliografia
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