Non esistono attestazioni certe circa la diffusione del cristianesimo a Velletri. Il primo riferimento certo a un vescovo veliterno è del 464, quando Adeodatus Veliternus partecipò al concilio Romano indetto da papa Ilaro. Nel 487, il concilio indetto da papa Felice III (483-492) vide la partecipazione di Bonifacio, lo stesso vescovo cui nel 496 Gelasio I (492-496) scrive una lettera in merito a un certo Pietro, che aveva trovato asilo nella cattedrale; un altro Bonifacio (Celio Bonifacio) partecipa ai lavori del concilio del papa Simmaco (498-514) nel 499. Nel 592 le invasioni longobarde spinsero Gregorio I Magno a ordinare al vescovo Giovanni il trasferimento della cattedrale «in loco qui appellatur arenata ad sanctum Andream Apostolum» (cfr. Registrum Epistolarum II, 13); lo spostamento nella zona oggi individuata con «Le Castella», sulla via Appia verso Cisterna, fu soltanto temporaneo. Una pergamena del 946, nota in copia del . XII, attesta la presenza del Capitolo della cattedrale.
II - L’epoca medievale
Benché l’unione con la sede di Ostia fosse ufficializzata soltanto nel 1150 da Eugenio III (1143- 1153) con il vescovo Ugo, già diversi vescovi avevano unito i due titoli: è il caso di Pier Damiani (1060-1072), il quale si occupa della riforma morale del clero veliterno sospettato di parteggiare per l’anti-papa Benedetto X. Gli succedette san Geraldo (1072-1077), monaco di Cluny, uno dei collaboratori più stretti di Gregorio VII (1073-1085). Il primo vescovo di Velletri a essere elevato al soglio pontificio fu Oddone di Lagery (1078-1088), eletto papa con il nome di Urbano II (1088-1099); Lamberto di Fiagnano fu Onorio II (1124-1130). Il 1181 vide a Velletri la riunione del conclave per l’elezione del successore di Alessandro III; fu eletto il vescovo diocesano Ubaldo Allucingoli che prese il nome di Lucio III (1181-1185), incoronato nella cattedrale. Anche il vescovo Ugolino dei Conti di Segni (1206-1227), già ottantatreenne, fu eletto pontefice con il nome di Gregorio IX (1227-1241); suo nipote Rinaldo dei Conti di Segni (detto anche dei signori di Jenne) gli succedette prima sulla cattedra vescovile e, poi, nel 1254 anche sul soglio pontificio con il nome di Alessandro IV (1254-1261). Il suo pontificato, durante il quale conservò il governo della diocesi, fu ricco di eventi memorabili per Velletri: Federico II donò alla città la Crux Veliterna (ancora oggi nel museo diocesano) e vennero traslate le reliquie dei santi Eleuterio e Ponziano, deposte in una nuova cripta costruita a questo scopo sotto l’altare maggiore della cattedrale. Ancora nel 1272 il vescovo ostiense-veliterno Pietro di Tarantasia fu eletto papa con il nome di Innocenzo V (1276). Nel 1299, l’allora papa Bonifacio VIII (1294-1303) fu nominato podestà di Velletri, espressione del legame fra la città e il pontefice che ivi aveva trascorso gli anni della sua fanciullezza, durante l’episcopato dello zio Rinaldo dei conti di Segni. Anche il successore di Bonifacio VIII, il cardinale Nicolò Boccasini (Benedetto XI, 1303-1304), era stato vescovo delle diocesi di Ostia e Velletri. Un secolo dopo, un altro vescovo fu eletto al soglio pontificio: Stefano Aubert divenne Innocenzo VI (1352-1362). Durante lo scisma d’Occidente, due vescovi diocesani parteggiarono per il partito dell’antipapa: prima Bertrando Lager de Figiac (1378-1392), fedele a Clemente VII, poi Giovanni de Brogner (1406-1426), seguace di Benedetto XIII.
III - L’epoca moderna
Tre vescovi di Velletri, in questo periodo, furono eletti pontefici: Giuliano della Rovere (1483-1503, papa Giulio II, 1503-1513); Alessandro Farnese senior (vescovo dal 1524, papa Paolo III 1534-1549); Gian Pietro Carafa (1553-1555, cofondatore dei Teatini, papa Paolo IV, 1555-1559). Con l’elezione del cardinale-vescovo Francesco Pisani (1564-1570) le sedi di Ostia e Velletri ottennero anche la nomina di un vescovo suffraganeo, titolare di una diocesi in partibus infidelium, per supplire alle continue assenze dei vescovi cardinali. Nel 1570-1580 fu vescovo di Ostia-Velletri il cardinale Giovanni Morone: a lui si deve l’apertura del Seminario e la celebrazione del primo sinodo diocesano (1573), presieduto dal vescovo suffraganeo Lorenzo Bernardini. Il Cinquecento e il Seicento si segnalano come epoche di grande fervore culturale: tra tutti, ricordiamo il cardinale vicario di Roma Marzio Ginnetti (1585-1671), nativo di Velletri. Così nel Settecento sono da ricordare Alessandro Borgia, storico e arcivescovo di Fermo, e Stefano Borgia (1731-1804), cardinale prefetto della Sacra Congregazione di Propaganda fide e illuminato collezionista.
IV - Epoca contemporanea
Con il motu proprio Edita a nobis (5 maggio 1914) san Pio X separò la Chiesa di Velletri da quella di Ostia, che continuava a essere sede del cardinale decano. L’incremento della popolazione dovuto alla bonifica delle paludi pontine comportò uno sforzo di adeguamento alle nuove esigenze pastorali, non secondo al lavoro di ricostruzione seguito alle rovine della prima guerra mondiale; si segnalò in quest’opera Clemente Micara, ultimo cardinale-vescovo di Velletri (1946-1965). Con il motu proprio De Suburbicarium Dioecesium regimine di Giovanni XXIII (1962), anche Velletri venne affidata alle cure pastorali di un vescovo residenziale, pur continuando ad avere un cardinale titolare. Il 19 marzo 1950 [AAS 42 (1950) 643- 644] la sacra Congregazione concistoriale – dopo aver consultato «clarissimi viri in re historica et in re iuridica periti» –, volendo far coincidere i confini delle diocesi con quelle dei comuni univa alla diocesi suburbicaria di Velletri tutto il territorio del comune di Latina: così Borgo Faiti, Latina Scalo e Tor Tre Ponti vennero dismembrati dalle limitrofe diocesi di Sezze e di Terracina. A diciassette anni di distanza, il 12 settembre del 1967, la Santa Sede [AAS 69 (1967) 986-987] stabiliva la cessione alle diocesi «aeque et principaliter unitae» di Terracina- Latina, Priverno e Sezze, di tutto il territorio diocesano di Velletri ricadente nell’ambito della «provincia civili Latinia» e comprendente Cisterna di Latina, Cori, Latina, Norma e Rocca Massima. Tale ridefinizione significò la drastica riduzione del territorio diocesano alle sole città di Velletri e alla allora frazione di Lariano, producendo nei fedeli e nel clero un profondo senso di sconforto. Forse in relazione a questi fatti, nel contesto di una auspicata revisione del numero delle diocesi d’Italia avviato nella seconda metà degli anni Sessanta del XX sec., anche la realtà di Velletri venne riconsiderata: nel 1974 la vicina diocesi di Segni fu affidata in amministrazione a Luigi Punzolo, che già dal 1967 era amministratore apostolico di Velletri. Nel 1975 la santa Sede unì in persona episcopi le due sedi di Velletri e Segni, nominando vescovo Dante Bernini (1975- 1982), che iniziò ufficialmente il lungo e faticoso cammino di unificazione di due realtà profondamente diverse. Quasi al termine del suo episcopato, le due diocesi furono unite aeque principaliter (20 ottobre 1981); fu, però, il suo successore, Martino Gomiero (1982-1987), il primo vescovo della diocesi unita sede plena di Velletri-Segni (30 settembre 1986). Al titolo della nuova diocesi venne dapprima confermato il cardinale Sebastiano Baggio e successivamente nominato il cardinale Joseph Ratzinger (1993), primo cardinale titolare di Velletri-Segni a essere elevato al soglio pontificio (Benedetto XVI, 19 aprile 2005). Gli è succeduto il cardinale Francis Arinze.
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Se muestra sólo edificios en relación a los cuales se dispone de una georeferenciación exacta×