Diócesis de Ugento - Santa Maria di Leuca
HISTORIA
I - Dalle origini al 1818
La presenza di un vescovo nell’antica città messapica (dal nome Ausentum, grecizzato Ozan, Oxan e Uxentum o Jentos, latinizzato Oxentum e Uxentum) è attestata nel XII . La sua cattedrale era intitolata a san Vincenzo di Saragozza diacono e martire.Secondo le recenti ricerche di André Jacob, il primo vescovo noto fu un certo Giovanni tra il 1125 e il 1175.
Vescovo seguente fu un certo Simone, monaco di Montecassino; altro vescovo noto è Lando, eletto il 22 luglio 1254.
Una lettera di Innocenzo III del 23 giugno 1198 ci informa che i vescovi gentili erano suffraganei degli arcivescovi di Otranto.
Dal XVI al XIX sec., fino all’unità d’Italia, i vescovi furono di nomina regia.
Anteriori sembrano gli insediamenti rupestri di cui rimangono visibili i resti a Specchia, Presicce, Acquarica e altrove; la chiesa di Sant’Eufemia a Specchia, con l’abside del IX-X . e quella della Madonna dei Panetti, ad Acquarica del Capo con l’abside a bema, del XII . Nel territorio e nella città episcopale vi erano gruppi di rito greco, come attestano i collettori delle decime papali agli inizi del XIV sec., e la tradizione orientale si può intravedere nei lacerti di affreschi del XIII-XIV sec.; a Ruffano qualche prete greco perdurò fino al XVII . Della vita religiosa di questo periodo sono testimonianze storiche la presenza dei possedimenti dei cavalieri teutonici a Ugento nella chiesa rupestre del Crocefisso e nella masseria turrita di Celsorizzo ad Acquarica del Capo, nella cappella dedicata a San Nicola, con il suo importantissimo ciclo di affreschi, del 1283 (datazione di fondamentale importanza per la pittura dell’intera provincia).
Di poco posteriori sono le chiese di Santa Maria della Strada a Taurisano, con importante facciata, e del secolo seguente quella di Santa Maria del Casale, nella campagna ugentina, prospiciente il mare Ionio.
Del XV . sono datati gli insediamenti dei francescani minori a Ugento e dei conventuali a Specchia, nella cui chiesa di San Francesco si trovano gli affreschi del ciclo di Santa Caterina d’Alessandria del 1532, e la costruzione del monastero delle benedettine a Ugento, unica espressione di vita regolare femminile in tutta la diocesi fino alla metà del XIX . Le popolazioni dei piccoli e numerosi casali, alcuni dei quali sono scomparsi, erano nella soggezione dei loro feudatari, secondo quella organizzazione del territorio che diedero i normanni prima e poi gli svevi e gli angioini.
Esse furono coinvolte nelle lotte che sconvolsero il Meridione e contrapposero aragonesi e francesi, prima, e francesi e spagnoli negli anni Venti-Trenta del XVI sec., e non furono risparmiate dalla occupazione turca della provincia, di circa un anno, dopo la presa di Otranto (1480) e dalle scorrerie ricorrenti, la più dura delle quali avvenne nel 1537, quando furono saccheggiate le città episcopali di Castro e di Ugento e andarono distrutte tante testimonianze storiche.
Una certa sicurezza esse godettero quando la provincia e le altre regioni meridionali trovarono sistemazione nel forte Viceregno di Napoli, in mano a Carlo V.
I vescovi nominati da lui e dai suoi successori rilanciarono la organizzazione ecclesiastica e numerose personalità di rilievo ricevettero la diocesi ugentina a compenso dei loro meriti conseguiti nella curia regia.
Tra questi si possono ricordare il colto Antonio Sebastiano di Minturno (1559-1566) presente al terzo periodo del concilio Tridentino e artefice di un sinodo nel 1564, il carmelitano Desiderio Mazzapica teologo al concilio (1566-1593), il mercedario spagnolo Ludovico Gimenez (1627-1636), il giurista napoletano Gerolamo De Martino (1627-1648) che fece il sinodo nel 1645, il celebre giurista portoghese Agostino Barbosa che nei pochi mesi di episcopato istituì una parrocchia a Gemini (1649), il teatino napoletano Antonio Carafa che fu vescovo per un quarantennio (1663-1704), celebrò il sinodo nel 1680 e lasciò i suoi beni per la ricostruenda cattedrale.
Si può dire che questa fu l’era tridentina, durante la quale i carmelitani si insediarono a Torrepaduli (1560) e a Presicce (1566), i cappuccini a Salve (1579) e a Ruffano (1621), i franescani minori a Presicce (1603) e i domenicani a Specchia (1608).
Della loro azione pastorale si avvantaggiarono le popolazioni: conventi e chiese, predicazioni e devozioni, arricchirono i vari casali e si diffusero le confraternite di varia intitolazione, soprattutto mariana.
Vescovi residenti, visitatori e legiferanti, spesso teatini, ma pure domenicani, allargarono gli orizzonti pastorali del clero officiante nelle chiese matrici.
Ma del seminario vescovile essi non riuscirono neppure a mettere le premesse; la precedenza fu data alla ricostruzione della cattedrale ugentina.
Del resto nel XVII-XVIII . si registra, come altrove, una fervida stagione architettonica in tutto il territorio diocesano, dalla chiesa matrice di Ruffano con le grandi tele del pittore Saverio Lillo e il bellissimo altare del Sacramento, forse il più bello dell’ intera provincia, voluto dalla confraternita omonima, alla chiesa matrice di Salve, alla cattedrale di Ugento, alla chiesa matrice di Presicce e a quella di Taurisano: tutte conservarono pitture e statue delle chiese precedenti e rappresentarono lo sviluppo demografico delle popolazioni locali.
Finalmente il seminario fu istituito, nel 1752, dal vescovo Tommaso Mazza (1747-1768), ma il suo pieno funzionamento fa parte della storia del secolo seguente.
II - La nuova diocesi di Ugento
Nel riordinamento delle diocesi meridionali, determinato dalla bolla di Pio VII De utiliori del 27 giugno 1818, la diocesi divenne più grande per l’annessione della soppressa sede vescovile di Alessano, del suo territorio e delle sue parrocchie.Il nuovo vescovo Camillo Alleva (1818-1824) con la visita pastorale e con il rilancio del seminario vescovile diede l’assetto della nuova diocesi ugentina, nel contesto della sistemazione delle istituzioni ecclesiastiche, programmata dalla restaurata monarchia dei Borbone.
Di grande importanza fu l’episcopato del vincenziano Francesco Bruni (1827-1863) con le sue ripetute visite pastorali e il sinodo diocesano del 1858.
Egli completò la facciata della cattedrale (1855), costruì la nuova sede del seminario accanto al palazzo vescovile; guidò il clero nelle vicende rivoluzionarie del 1848 e della unificazione, cui si contrappose e, di conseguenza, dovette riparare a Napoli nel 1860, subendo poi le indagini censorie del governo italiano.
La diocesi rimase, ancora una volta, senza vescovo per un intero decennio.
Ai vescovi seguenti toccò gestire le vicende delle istituzioni ecclesiastiche scompigliate dalla rivoluzione liberale attuata dai governi nazionali, rilanciare la formazione dei chierici e la pastorale del clero parrocchiale: anch’essi cominciarono a diffondere le loro lettere pastorali.
Alla loro attenzione s’impose la condizione del santuario di Santa Maria di Leuca: ne ricuperarono alcuni locali confiscati e il vescovo Salvatore Luigi Zola (1873-1877) gli diede l’attuale fisionomia.
Nel rilancio del mondo cattolico in questa parte estrema del Salento, fu incisiva l’opera del vescovo Luigi Pugliese (1896- 1923): le sue visite pastorali promossero l’ammodernamento dell’attività pastorale e il ruolo del clero; esso cominciò ad avere vantaggio dalla formazione dei giovani chierici nel nuovo seminario regionale che Pio X aveva voluto a Lecce nel 1908 e affidato ai gesuiti e trasferito a Molfetta nel 1915.
In qualche modo cominciò a vivacizzarsi l’impegno sociale del clero e dei laici; si costituirono associazioni di mutuo soccorso per operai e contadini; il Partito popolare italiano si diffuse e le leghe bianche dei contadini a Ugento occuparono le terre demaniali; ma le squadre fasciste ebbero la meglio e si estese il consenso al nuovo corso politico, grazie pure alle riforme sociali introdotte e a significative opere realizzate, come la illuminazione dei paesi e il completamento dell’acquedotto pugliese nel 1939, con le grandiose e scenografiche opere terminali a Leuca.
I decenni centrali del XX sec., tra la seconda guerra mondiale e il concilio Vaticano II, furono segnati da trasformazioni notevoli della vita delle popolazioni e, di riflesso, della loro vita religiosa: la riorganizzazione democratica dell’amministrazione dei comuni, con le passioni politiche del tempo e il coinvolgimento dei grandi partiti nazionali e dei loro orizzonti ideali; la difficile ripresa economica e l’emigrazione in Europa e nelle altre regioni italiane, la diffusione dell’istruzione e dei mezzi della comunicazione, lo sviluppo urbanistico dei paesi sono elementi del contesto dentro il quale si venne a collocare l’impegno dei laici dell’Azione cattolica e delle altre associazioni cattoliche di categoria, l’attività pastorale del clero e la direzione del vescovo Giuseppe Ruotolo (1937-1968).
Egli diede identità alla diocesi, raccogliendone e pubblicandone le notizie storiche e ne promosse la compattezza avviando il bollettino ufficiale «Ugento Cattolica » (1939), ma ancor più con le visite pastorali e i sinodi diocesani, svolti puntualmente secondo la periodicità canonica; rilanciò lo sviluppo del seminario completandone la costruzione e coinvolse il clero nel movimento «del mondo migliore » di padre Riccardo Lombardi, cui egli aderì con convinzione ed entusiasmo.
Diede nuovo impulso alla devozione alla Madonna di Leuca e accanto al santuario antico egli volle la creazione di «un villaggio del fanciullo» e di una casa per il clero, suscitando adesioni e sostegno di benefattori.
A Ugento volle un oratorio per i giovani e nelle varie parrocchie assecondò la ulteriore diffusione delle religiose di recente istituzione, come le Discepole di Gesù Eucaristico.
Nel 1943 benedisse l’origine, a Miggiano, delle Figlie di Santa Maria di Leuca e l’associazione di laiche consacrate.
Il concilio Vaticano II mise in movimento le varie componenti diocesane: il vescovo Ruotolo vi partecipò intensamente, comunicando alla diocesi i suoi ripetuti interventi ai lavori dell’assemblea, e desiderò l’attuazione del rinnovamento programmato, istituendo ben presto organismi diocesani.
Ma in questa fatica egli si fermò, ritirandosi nella trappa delle Tre Fontane di Roma, dove morì nel 1971, lasciandone tutto l’impegno ai vescovi successori, l’amministratore apostolico Nicola Riezzo (1969-1974), i vescovi Michele Mincuzzi (1974-1981), Mario Miglietta (1981- 1992) e Domenico Caliandro (1993-1999).
Un tratto significativo dell’ultimo quarantennio è la centralità della parrocchia nell’attività pastorale, l’istituzione di nuove parrocchie nei centri maggiori e la costruzione di chiese e annesse opere pastorali, con forti coinvolgimenti popolari e con interessanti sviluppi culturali e artistici.
Si aggiungano l’organizzazione dell’archivio storico diocesano e della biblioteca del seminario vescovile, la fondazione della scuola teologica diocesana (1981), poi di formazione degli operatori pastorali, il consultorio familiare diocesano.
Bibliografía
EC XII 703-704;Hier. Cath. I 374-375, II 206, III 262, IV 351, V 397, VI 424, VII 383, VIII 574;
Kehr IX 432;
Moroni LXXXIII 3-8;
Ughelli IX 110- 114;
G. Ruotolo, Ugento-Leuca-Alessano, Firenze 19693;
S. Palese, Le relazioni per le visite ad limina dei vescovi ugentini del Seicento e del Settecento, «La Zagaglia», 16, 63-64, 1974, 37-49;
S. Palese, Sinodi diocesani e visite pastorali delle diocesi di Alessano e Ugento, dal concilio di Trento al concordato del 1818, «Archivio storico pugliese », 27, 1974, 463-499;
S. Palese, Le confraternite laicali della diocesi di Ugento nell’epoca moderna, «Archivio storico pugliese», 28, 1976, 125-173;
S. Palese, La fondazione del Seminario diocesano di Ugento (1752), «La Zagaglia », 17, 65-66, 1975, 1-35;
Per la storia religiosa della diocesi di Ugento agli inizi del Settecento, in Studi di storia pugliese in onore di Giuseppe Chiarelli, a c. di M. Paone, Galatina 1976, IV, 276-334;
Per la storia della diocesi della Terra d’Otranto tra rivoluzione e restaurazione, in Momenti e figure di storia pugliese. Studi in memoria di Michele Viterbo (Peucezio), Galatina 1981, II, 231-248;
S. Palese, Vicari capitolari e conventi soppressi: problemi della storia religiosa del decennio francese in Terra d’Otranto, in Il decennio francese in Puglia (1806-1815), Atti del II Convegno di studi sul Risorgimento in Puglia, 12-14 ottobre 1979, Bari 1981, 251-269;
S. Palese, Seminari di Terra d’Otranto tra rivoluzione e restaurazione, in Terra d’Otranto in età moderna. Fonti e ricerche di storia religiosa e sociale, a c. di B. Pellegrino, Galatina 1984, 107-188;
S. Palese, Le diocesi del basso Salento nel ’600: aspetti pastorali e attività religiosa, in Società, congiunture demografiche e religiosità in Terra d’Otranto nel XVII secolo, a c. di B. Pellegrino-M. Spedicato, Galatina 1990, 201-227;
S. Palese, La diocesi ugentina, guidata da Mons. Ruotolo, dalla seconda guerra mondiale al post-concilio, in Un vescovo meridionale tra primo e secondo Novecento. Giuseppe Ruotolo a Ugento (1937-1968). Studi Testimonianze Testi, a c. di S. Palese, Galatina 1993, 13-87;
A. Jacob, Le culte de Saint Vincent de Saragosse dans la terre d’Otrante Byzantine et le sermon inédit du Vaticanus Barberinianus Gr. 456 (BHG 1867e), in Philomathestatos. Studies in Greek and Byzantine Texts Presented to Jacques Noret for his Sixty-Fifth Birthday, a c. di B. Janssens-B. Roosen-P. van Deun, Leuven-Paris-Dudley [2004], 286-296.
Se muestra sólo edificios en relación a los cuales se dispone de una georeferenciación exacta×
Cargando el mapa...
Caricamento dati georeferenziati in corso...
Mappa
Diócesis de Ugento - Santa Maria di Leuca
Chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo
Diócesis
FUENTE
Le diocesi d'Italia, a cura di L. Mezzadri, M. Tagliaferri, E. Guerriero, Torino, San Paolo edizioni, 2007-2008, 3 volumi.