Beni architettonici
- Prato (PO)
-
Parrocchia di San Martino a Vergaio
-
Diocesi
Prato
-
Regione ecclesiastica
Toscana
-
Tipologia
chiesa
-
Qualificazione
sussidiaria
-
Denominazione principale
Chiesa di San Martino
-
La piccola chiesa di San Martino a Vergaio, documentata dal 1006, fu ricostruita nel Duecento e trasformata nel 1788-1790 e nel 1825 nelle attuali forme, come mostra il classicheggiante interno. Dietro l'altar maggiore è una tela con San Martino e il povero (1593), di Simone Ferri da Poggibonsi.
-
- Esterno della chiesa
- La semplice facciata è di tipo tardosettecentesco; la porta lignea, recente, riutilizza però formelle scolpite in noce di un portale del primo Seicento. A destra è un monumento ai caduti, di Enrico Cammilli, del 1927. Sul retro sorge un campaniletto a vela, del 1793.
- Interno della chiesa
- All'interno la chiesa, ad aula unica, ha un'intelaiatura classicheggiante in finta pietra, con due lesene ioniche che scandiscono le pareti intonacate, sormontate da una poco rilevata trabeazione continua. La copertura, divisa da fasce in tre settori, è a botte alle estremità, mentre al centro è a vela. In questa zona sulle pareti sono due altari laterali in muratura, inseriti entro archi ellittici, con mense su volute divergenti e edicole fiancheggiate da semicolonne ioniche concluse da timpano curvilineo. Oltre gli altari si fronteggiano due confessionali incassati, con mostra in intonaco. In controfacciata la lunetta ha una vetrata con San Martino, del fiorentino Rodolfo Fanfani (1945).
- Presbiterio
- Una balaustra mistilinea in pietra chiude il presbiterio, che è introdotto da un arco ellittico sorretto da due frammenti di trabeazione su robuste colonne ioniche (in muratura) e lesene simili. Il presbiterio è coperto da una cupoletta cieca su pennacchi, e prende luce da una lunetta sulla parete destra; l'altare maggiore ha mensa isolata ed edicola con timpano curvilineo, tra lesene ioniche trabeate. Vi si conserva una tela con l’Assunta e San Martino e il povero (1593), opera di Simone Ferri da Poggibonsi.
- Esterno della chiesa
-
- 1006 ‐ 1007 (committenza intero bene)
- Vergaio, un antico popolo del distretto pratese, è situato nella parte occidentale della piana di Prato. La prima memoria per documenti della chiesa, che in principio ebbe nome di San Martino a Sorniana, risale all’ottobre 1006, quando Teuzzo del fu Azzo allivellò al prete Omizo e al chierico Pietro, la metà della chiesa di San Martino a Sorniana, posta nel territorio della pieve di Sant’Ippolito a Strada, oggi Sant’Ippolito in Piazzanese, per il censo annuo fittizio di dodici denari d’argento e con l’obbligo di curarne il servizio divino. Nel febbraio 1007 Teuzzo allivellò al prete Ghisalberto l’altra metà della chiesa, con le dipendenze e i proventi, sempre per il censo annuo fittizio di dodici denari d’argento e con l’obbligo di curarne il servizio divino.
- 1171 ‐ 1339 (patronato intero bene)
- Il papa Alessandro III con privilegio del 1° ottobre 1171-1180 e, dopo di lui, il papa Lucio III (1183 febbraio 12), il papa Urbano III (1186-1187 maggio 26) e il papa Celestino III (1191 agosto 31) confermarono ai canonici della propositura di Prato i diritti e il patronato, «ius et reverentia in cappella Sancti Martini de Surgniana». Il toponimo Sorniana, fino dal XIV secolo, fu sopraffatto dall’attuale Vergaio, la borgata che crebbe di più; l’antica denominazione di Sorniana restò ad indicare una località della «villa», cioè del popolo di Vergaio. Nel censimento annonario disposto dal Comune di Prato per l’anno 1339, Sorniana aveva 6 fuochi con 35 bocche, mentre la contigua borgata di Vergaio aveva 15 fuochi con 69 bocche. Al censimento del 1845 le famiglie di Vergaio erano 72, le anime 382.
- 1779 ‐ 1826 (ristrutturazione intero bene)
- Nel verbale della visita pastorale del 1779, la chiesa è detta «antica, a tetto con due altari, il maggiore cioè di pietra marezzata alla romana, con dietro una piccola tribuna in volta con muriccioli attorno ad uso di coro, e l’altro laterale a cornu evangeli, con ornato di legno. Lateralmente all’altar maggiore in cornu evangelii v’è la sacrestia a tetto, ma decente assai». La chiesa romanica, del XIII secolo, venne completamente rinnovata all’interno nel 1788-1790, su progetto del fiorentino Gaetano Bercigli, e nel 1825-26 da Gaspero Pacchiani di Iolo, in forme unitarie e garbate.
- 1921 ‐ 1921 (saccheggio intero bene)
- Nel 1921 durante le "settimane rosse" la chiesa e la canonica furono saccheggiate; il parroco Teofilo Corsini subì percosse e violenze che ne compromisero la salute; furono dispersi i documenti dell'archivio parrocchiale e alcuni arredi sacri.
- 1006 ‐ 1007 (committenza intero bene)
-
- altare ‐ intervento strutturale (1992)
- l'antica mensa è stata staccata dal dossale per consentire la celebrazione della messa verso il popolo
- altare ‐ intervento strutturale (1992)
-
Data di pubblicazione
19/05/2022
-
Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Prato)