Beni architettonici
- Napoli (NA)
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Parrocchia di Santa Maria dei Vergini
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Diocesi
Napoli
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Regione ecclesiastica
Campania
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa di Santa Maria dei Vergini
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Il complesso parrocchiale comprende un'arciconfraternita con aule catechismo e teatro che ha accesso dalla chiesa "Reale Arciconfraternita Maria SS. dei Vergini" in Vico Croce Miracoli.
Oltre all'aula liturgica, la parrocchia comprende una serie di ambienti accessori posti a sinistra della navata principale: sagrestia, ufficio del parroco e servizi igienici. La chiesa di S. Maria dei Vergini si sviluppa lungo via Vergini ed il sagrato è il marciapiede antistante. Internamente la chiesa è caratterizzata da uno stile barocco e classicheggiante al tempo stesso. La controfacciata è caratterizzata da semivolte a crociera sul lato destro e sinistro rispetto al tamburo d'ingresso in legno e vetro incastonato in un arco a sesto ribassato. Questa struttura muraria regge la cantoria superiore con balaustra dalle forme barocche che riprendono le linee concavo-convesse che caratterizzano i diversi elementi dell'aula. La cantoria ospita un organo a canne del Settecento. -
- Struttura
- La struttura della chiesa è in tufo.
- Pianta
- La pianta è a navata unica e lo spazio è scandito dalle nicchie laterali. Esse sono intervallate da lesene composite addossate alle pareti laterali, collocate tra un arco e l'altro delle nicchie e nel complesso reggono la trabeazione con cornice non lineare dalle forme barocche. Al termine della navata, un ampio arco a tutto sesto inquadra la zona presbiteriale leggermente annicchiata in una rientranza di forma rettangolare.
- Cripta/Locali interrati
- Al di sotto della navata vi sono locali ipogei, attualmente non accessibili. Santa Maria dei vergini sorge sulla chiesa trecentesca fatta costruire dai signori Carmignano e sommersa dalle alluvioni che si successero nel corso dei secoli. Si accedeva alla chiesa sotterranea attraverso due rampe di scale una volta presenti nell’atrio dell’ingresso, tolte dopo il terremoto del 1805. La chiesa antica ha la stessa pianta di quella attuale, con l’altare maggiore nella stessa posizione; il pavimento è di lastrico battuto e al di sotto c’è una piccola camera sepolcrale usata per i padri Crociferi, coperta da una lastra marmorea con un bassorilievo raffigurante un lupo rampante. Sotto la chiesa dei Vergini si trova anche una piccola aula quadrangolare di circa 3,5 m per 4 m, coperta da due volticelle a crociera. La chiesa è decorata da pregevoli affreschi trecenteschi di stile tardo bizantino.
- Cappelle
- A sinistra dell'ingresso vi è il fonte battesimale in marmo, sopraelevato su due gradini in marmo e reca sul fondo una nicchia semicircolare a mosaico dorato. Sulla sommità vi sono motivi a stucco bianchi e dorati. Sul lato destro dell'ingresso vi è un varco di passaggio chiuso da una porta in ferro. La seconda nicchia sia a destra che a sinistra ha forma ad arco tendenzialmente barocca ed entrambe ospitano altari in marmi policromi sormontati da tele. Le terze nicchie hanno arco a tutto sesto ed altari in marmi policromi sormontati da statue di santi. La quarta nicchia di destra accoglie un baldacchino a tempietto con teca contenente una statua della Madonna affiancata da angeli. Specularmente al baldacchino, vi è una cappella vera e propria innalzata su un gradino in marmo. Ha base quadrata, è affrescata ed ha copertura con cupola a scodella e lanternino impostato su pennacchi affrescati. Nella quinta nicchia a destra è collocata una gradonata in marmo per il coro, mentre nella quinta nicchia a sinistra sorge un altare in marmi policromi sormontato da una statua. La sesta campata è piana e su ogni lato contiene porte di accesso agli ambienti laterali.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione dell'aula è in marmo bianco e nero con lastre inclinate a 45°. La passerella centrale, larga circa 60 cm è in marmo bianco e dall'ingresso conduce all'altare. Fasce più strette bianche e grigie in marmo sono collocate sui lati lungo la parete.
- Coperture
- La copertura della navata è piana con motivi geometrici a stucco. E' tinteggiata in bianco e giallino.
- Pareti laterali
- Analogamente alla copertura, le pareti laterali sono tinteggiate in bianco e giallino. La fascia basamentale è alta circa 70 cm ed è in marmo grigio, mentre le basi delle lesene sono formate da una base grigia alta 40 cm e da modanature in marmo bianco alte circa 30 cm. Al di sopra della cornice barocca, vi sono cinque finestroni per lato, di forma rettangolare intervallati da lesene ioniche.
- Zona presbiteriale
- La zona presbiteriale si eleva su un gradino barocco dalle linee concavo-convesse. La balaustra in marmi policromi, intagliata, ha lo stesso andamento. Il pavimento della zona presbiteriale è anch'esso realizzato con lastre di marmo bianche e nere inclinate di 45°. L'altare mensa è in legno dorato e sorge su una struttura in finto marmo. L'altare maggiore in marmi policromi si eleva su tre gradini in marmo ed ha angeli marmorei come volute laterali; è leggermente distaccato dalla parete di fondo. Al di sopra dell'altare maggiore vi è la tela della Vergine. L'ambone è in legno dorato ed è posto a sinistra dell'altare. Riprende le figure angeliche alla base del piedistallo, come nei piedi del tavolo mensa d'altare.
- Facciata
- La facciata fu costruita nel XVIII secolo e tuttora non è perfettamente allineata al fronte stradale. E’ in muratura bianca e piperno composta da due ordini separati da una cornice di piperno. Nel registro inferiore si apre l’ingresso racchiuso tra due coppie di paraste composite, mentre il secondo ordine, più piccolo e più complesso, presenta un nicchione centrale fiancheggiato da pilastri che reggono un timpano con guglie barocche alle estremità. Al vertice, chiude la composizione una croce in ferro. Nella nicchia al centro del registro superiore è sistemata la grande statua in marmo dell’Immacolata. La facciata è realizzata in piperno ed è caratterizzata da forme e scalinata barocche. I 5 gradini in basalto bocciardato immettono in un pronao con portale a tutto sesto in piperno e cancellata in ferro di fattura artigianale risalente al periodo tra fine Ottocento e inizi Novecento. Il pronao ha pianta quadrangolare ed una pavimentazione tipicamente barocca, resa con elementi trapezioidali bianchi e neri disposti a formare una scacchiera. La copertura è con cupola a scodella impostata su pennacchi affrescati retti da colonne angolari tuscaniche. Superato il pronao, un portale in piperno con portone ligneo elevato su un gradino in marmo immette alla quota dell'aula liturgica.
- Struttura
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- 1326 ‐ 1334 (fondazione preesistenza)
- La chiesa di Santa Maria Immacolata ai Vergini fu fondata nel 1326 da alcuni cavalieri che abitavano nei dintorni di Porta San Gennaro ed appartenevano alla parrocchia di San Giovanni in Porta. Nel 1334 gli stessi gentiluomini con uno strumento notarile rogato dal notaio Giovanni Vulcano, affidarono la chiesa ai Crociferi e vi aprirono un piccolo ospedale: in cambio della donazione, i frati si impegnarono ad aver cura dell’ospedale e della chiesa, assicurando una presenza costante e preziosa nella zona favorendone l’urbanizzazione.
- 1435 ‐ 1435 (danneggiamenti preesistenza)
- In seguito ad alcune alluvioni tra cui quella del 1435, l’aula fu progressivamente sommersa dal fango e dai detriti.
- XVI ‐ XVI (fonti storiche intorno)
- La chiesa di Santa Maria della Misericordia esisteva già nel XIV secolo e faceva parte di un ospedale Regio. Nel 1530 il sacerdote Benedetto Tizzoni e il conte Caracciolo di Oppido vi fondarono la Confraternita del Santissimo Sacramento con lo scopo di compiere atti di misericordia: assistere gli infermi, seppellire i morti, alloggiare i pellegrini. Nel 1566 e nel 1569 due alluvioni devastarono la zona e l’acqua che calò da Capodimonte per la strada che va a San Gennaro rovinò molte case, giardini e poderi nel borgo Vergini. Anche la chiesa della Misericordia fu danneggiata e tra l’acqua e i furti scomparve la maggior parte degli arredi. Nel 1598 la Misericordiella divenne chiesa parrocchiale. Vi fu trasportato il fonte battesimale della vicina chiesa di San Pietro di Ferrari.
- XVI ‐ 1656 (edificazione intero bene)
- Quando nel XVI secolo vi fu costruita sopra la nuova chiesa, quell’antica fu trasformata per essere usata nei secoli successivi come cripta e come terrasanta. Nel 1656 vi si gettarono i cadaveri delle vittime della peste e l’usanza di seppellirvi i morti continuò fino all’inizio dell’Ottocento, quando Gioacchino Murat, nel rispetto delle leggi napoleoniche proibì le sepolture nelle chiese. La chiesa fu ricostruita prima del 1580, anno in cui Camillo Carmignano fece restaurare in eamdem formam la cappella di famiglia, intitolata a Santa Maria della felicità, e la sepoltura di Aniello Carmignano, morto nel 1348. La nuova chiesa in accordo con le prescrizioni del concilio di Trento era composta da un’unica navata lunga e stretta, senza transetto, con le cappelle laterali poco profonde; alle spalle dell’altare un coro piuttosto pronunciato e, sul lato destro, la sacrestia sopra la quale sorgeva il campanile.
- 1566 ‐ 1566 (fonti storiche preesistenza)
- Resta un’immagine della chiesa antica nella veduta di Napoli disegnata nel 1566 da Lafrery, nella quale si scorge la fabbrica un po’ arretrata rispetto al fronte stradale con il campanile gotico, il fabbricato quadrangolare dell’ospedale e alle spalle un vasto giardino.
- 1598 ‐ 1598 (istituzione parrocchia intero bene)
- La parrocchia di Santa Maria dei Vergini fu istituita nel 1598 dall’arcivescovo Alfonso Gesualdo. Le vicende della parrocchia si intrecciano con quelle dell’omonimo.
- 1631 ‐ 1634 (lavori intero bene)
- Altri lavori si ebbero tra il 1631 e il 1634 quando in seguito alla costruzione alle spalle del coro dell’oratorio dell’Arciconfraternita dell’Immacolata concezione, furono rifatte la zona presbiteriale e la cappella di Sant’Anna.
- 1652 ‐ 1654 (elevazione a parrocchia intero bene)
- Nel 1652 Papa Innocenzo X decise di chiudere i conventi che ospitavano meno di 10 religiosi e nel 1654 gli ultimi Crociferi abbandonarono la chiesa il convento, che divenne proprietà del seminario diocesano e fu in parte trasformato in case per abitazione. Il cardinale Ascanio Filomarino, accogliendo le preghiere degli abitanti della zona e del parroco Russo, decise allora di trasferire il beneficio parrocchiale nella chiesa di Santa Maria dei Vergini, più ampia della piccola chiesa della Misericordia. Il titolo parrocchiale fu modificato in Santa Maria della Misericordia ai Vergini e la presa di possesso della chiesa da parte del parroco va bene il 12 ottobre 1653.
- 1663 ‐ 1663 (lavori intero bene)
- Nel 1663 divenne parroco Don Giuseppe del mastro, un energico sacerdote che governò la parrocchia per quasi mezzo secolo. Gli anni del suo ministero furono i più felici per la chiesa di Santa Maria dei Vergini, che egli rinnovò completamente. Appena nominato parroco, Don Giuseppe, resosi conto che la chiesa necessitava di interventi, cominciò a raccogliere i fondi per poter eseguire tutti lavori necessari.
- 1666 ‐ 1695 (lavori intero bene)
- Si rivolse innanzitutto al seminario arcivescovile per ottenere una casa canonica che gli fu concessa nel 1666. Nel 1670 vendette per 170 Ducati una vecchia campana per poter rifare il campanile diruto. Nel 1676, utilizzando varie offerte, tra cui 50 ducati fece consolidare il tetto e fece costruire un soffitto cassettonato completamente dipinto, che dava alla chiesa ornamento grandissimo e proteggeva i fedeli dei crolli e dalle infiltrazioni dell’acqua. Negli anni successivi fece rifare il pulpito, commissionò un nuovo organo e fece costruire a sue spese il nuovo altare maggiore in marmo. Nel 1695, per poter accogliere l’altare fece ingrandire la balaustra lignea del presbiterio, costruita nel 1674 a spese di don Giuseppe Giordano. Infine fece scavare altre sepolture, acquistò due campane nuove, fece abbellire tutte le cappelle con stucchi.
- 1688 ‐ 1692 (visite pastorali intero bene)
- Nelle relazioni degli arcivescovi Antonio Pignatelli e Giacomo Cantelmo in occasione delle visite pastorali del 1688 e del 1692, Don Giuseppe del mastro descriveva con orgoglio tutti gli abbellimenti apportati alla chiesa con i propri denari. Alla fine del XVII secolo la chiesa, lunga circa 33 m (130 palmi) e larga circa 11 m (44 palmi), aveva nove cappelle sulle quali avevano il giuspatronato molte famiglie della zona.
- XVIII ‐ XVIII (costruzione facciata)
- La facciata fu costruita nel XVIII secolo.
- XVIII ‐ XVIII (fonti storiche intero bene)
- Alla fine del Settecento a Giuseppe Maria Galanti bastavano poche parole per descrivere Santa Maria dei Vergini: è chiesa parrocchiale, una delle più numerose di popolazione che siano in Napoli. La strada davanti a questa parrocchia e larga e popolata, ma è soggetta ad alluvioni.
- 1805 ‐ 1805 (danneggiamenti intero bene)
- Il 26 luglio 1805 il terremoto di Sant’Anna lesionò la chiesa e i lavori di riparazione comportarono la chiusura definitiva delle rampe che dal portico davanti all’entrata scendevano nel succorpo. Di lì a poco la legislazione avrebbe definitivamente vietato la sepoltura nelle chiese e il suoccorpo, abbandonato, si sarebbe col tempo riempito di materiali di risulta. Negli stessi anni il nuovo governo dei francesi promosse la costruzione di importanti opere pubbliche, tra le quali il corso Napoleone (attuale via Santa Teresa) che, scavalcando con un ponte la Sanità, collegava direttamente alla reggia di Capodimonte evitando alle carrozze la disagevole salita attraverso le stradine del borgo. In conseguenza degli interventi appena descritti Il borgo Vergini fu tagliato fuori dalle principali vie di traffico e condannato ad una rapida decadenza economica e sociale.
- 1849 ‐ 1849 (visita papale intero bene)
- Il 21 novembre 1849 anche la parrocchia dei Vergini ebbe una visita del pontefice Pio IX.
- 1854 ‐ 1858 (consacrazione intero bene)
- Nel 1854 fu commissionata una statua di marmo della vergine a grandezza naturale realizzata dallo scultore Francesco Liberti e collocata nel 1858 sulla facciata insieme con una lapide commemorativa. Il 28 novembre 1858 monsignor Tommaso Salzano vescovo di Tanes, riconsacrò la chiesa.
- 1876 ‐ 1876 (visita pastorale intero bene)
- Nel 1876 il cardinale Sisto Riario Sforza, arcivescovo di Napoli, richiese la collaborazione dei parroci attraverso la compilazione di relazioni biennali sullo stato delle parrocchie loro affidate. Nell’insieme la fisionomia barocca soprattutto nella facciata, negli altari marmorei delle cappelle e nella decorazione in stucco dell’interno permane ancora oggi. La chiesa dei Vergini non dovette mutare molto tra la fine dell’ottocento e la prima metà del secolo successivo. Anche il quartiere, a causa dell’accentuato isolamento dal resto della città, subì poche variazioni, conservando l’aspetto che aveva nei secoli precedenti.
- 1905 ‐ 1905 (visita pastorale intero bene)
- Nella visita pastorale del cardinale Prisco, nel 1905, la chiesa appariva sostanzialmente identica a quella descritta nelle relazioni biennali.
- 1930 ‐ 1930 (schedatura intero bene)
- Nel 1930 fu effettuata una schedatura completa della chiesa.
- 1945 ‐ 1945 (bombardamenti intero bene)
- Durante la seconda guerra mondiale, il 4 agosto 1943, nel corso di un’incursione aerea, la chiesa fu centrata da una bomba che distrusse il pavimento, la copertura e tutta la decorazione a stucco; furono distrutti anche l’oratorio della Confraternita dell’Immacolata Concezione e la sacrestia, mentre le poche opere d’arte scampate al bombardamento scomparvero a causa dei furti.
- 1950 ‐ 1957 (ricostruzione post bellica intero bene)
- Toccò al nuovo parroco Don Giacomo Lombardi seguire la ricostruzione post bellica della chiesa, terminata nel 1950. Intorno al 1957 terminò la ricostruzione dell’oratorio dell’Immacolata.
- 1963 ‐ 1963 (lavori intero bene)
- Nel 1963 Don Igino Pinto, promosse nuovi lavori sotto la direzione dell’ingegnere Pasquale Guida. In quell’occasione fu riaperto ed esplorato il succorpo e fu scoperta una cappella sotterranea decorata da pregevoli affreschi trecenteschi.
- 1980 ‐ 1989 (consolidamento intero bene)
- Successivamente al terremoto del 1980 si iniziarono i lavori di riparazione dei danni inferti alla chiesa dal sisma. I lavori di restauro, finanziati per oltre 600 milioni di lire dal Provveditorato alle opere pubbliche di Napoli, iniziarono nel 1987 e terminarono nel giugno 1989. Furono diretti dall’architetto Diana Ferraro Ribera.
- 1989 ‐ 1989 (riapertura al culto intero bene)
- Per due anni la chiesa fu chiusa al culto, mentre l’attività pastorale continuava nell’oratorio della Confraternita dell’Immacolata Concezione. Santa Maria dei Vergini fu riaperta il 14 giugno 1989 ed il 30 giugno si tenne la celebrazione ufficiale per la riapertura al culto della chiesa.
- 2012 ‐ 2012 (restauro intero bene)
- La chiesa è stata ristrutturata dopo il 2010.
- 2022 ‐ 2022 (ristrutturazione interni)
- Gli ambienti accessori e l'impianto elettrico sono stati ristrutturati tra settembre e dicembre 2022.
- 1326 ‐ 1334 (fondazione preesistenza)
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- altare ‐ aggiunta arredo (1990)
- Per adeguare la zona presbiteriale alle prescrizioni conciliari e per favorire la celebrazione della liturgia verso il popolo, è stato aggiunto un tavolo mensa d'altare mobile.
- balaustra ‐ intervento strutturale (1990)
- A seguito delle prescrizioni conciliari è stata rimossa la balaustra.
- coro ‐ intervento strutturale (1990)
- AL termine dell'assemblea, all'interno della quarta nicchia sulla parete destra, è stata realizzata una struttura in marmo a gradonate per ospitare il coro.
- altare ‐ aggiunta arredo (1990)
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Data di pubblicazione
14/04/2023
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Napoli)