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- Firenze (FI)
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Parrocchia dei Santi Vito e Modesto a Bellosguardo
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Diocesi
Firenze
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Regione ecclesiastica
Toscana
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa dei Santi Vito e Modesto a Bellosguardo
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La chiesa dei Santi Vito e Modesto è situata in un contesto agreste sulla collina di Bellosguardo in via Monte Oliveto ed è ricordata fin dall’inizio del XI secolo quando risultava intitolata al Santo Sepolcro. Il suo aspetto attuale è frutto principalmente dei rifacimenti messi in opera nel 1662 e di successivi restauri ottocenteschi.
Inserita in un articolato complesso edilizio, la chiesa ha la facciata rivestita ad intonaco e che risulta confinata su ambo i lati dagli edifici adiacenti. In esterno sono inoltre visibili una porzione della parete sinistra del presbiterio, con una finestra semicircolare, ed il sottogronda della parete laterale sinistra che è caratterizzato da una muratura in conci lapidei disposti a filaretto. Il campanile si innesta sul lato destro della facciata al centro della quale, sotto lo stemma marmoreo dei Marucelli, si apre una finestra semicircolare priva di cornice. La chiesa è preceduta da un portico architravato e sorretto da quattro colonne.
L'interno, con pianta a croce latina, ha una navata unica coperta da una volta ribassata e il presbiterio coperto a cupola. Sul soffitto al centro dell'aula si trova la pittura “Gloria dei Santi Vito e Modesto e Crescenza” di scuola fiorentina del XVIII secolo.
La chiesa conserva al suo interno più tracce di affreschi, uno dei quali di autore riconducibile a Jacopo da Firenze (cfr. M.Boskovits), è datato al 1391 e raffigura le Storie di San Vito: anche grazie a questo riscontro è stato possibile determinare che la chiesa era dedicata al Santo già prima del Quattrocento. -
- Pianta
- L'impianto planimetrico è a croce latina. La navata unica ha l'abside orientata verso sud-est. Due cappelle laterali in prossimità del presbiterio costituiscono i bracci della croce. Il presbiterio, rialzato di un gradino, è a pianta quadrata (coperto da cupola semisferica su pennacchi). Il fondo del presbiterio è completamente aperto sul vano dell'organo. Le dimensioni indicative della chiesa sono: lunghezza totale 18,60 m, larghezza aula 5,30 m, larghezza complessiva transetto 12,80 m.
- Facciata
- La facciata, preceduta da un portico e rivestita ad intonaco con tinteggiatura omogenea, non mostra alcun particolare elemento decorativo; solo al centro, sopra la finestra semicircolare priva di cornice, si nota uno stemma marmoreo della famiglia Marucelli che ebbe il patronato della chiesa dal 1537 al 1792. Allo stato attuale, un'estesa lacuna dell'intonaco lascia in vista la sottostante muratura in pietra arenaria.
- Portico
- Il portico in facciata è architravato e composto da quattro colonne in arenaria con capitelli di tipo rinascimentale. L'architrave sorregge una copertura a mezzo padiglione che si attesta direttamente alla facciata della chiesa ed è costituita da una struttura lignea con soprastante manto in coppi e tegoli. In aderenza alla facciata non sono presenti elementi di ausilio alla struttura del porticato quali semi-colonne o mensole. All'interno del portico sono affisse numerose lapidi commemorative in marmo. Un piccolo stemma in pietra arenaria della famiglia Strozzi è collocato al centro, sopra l’ingresso alla chiesa. La cancellata in ferro, in esterno alle colonne, è di recente realizzazione.
- Campanile
- Il campanile a pianta quadrata è di modeste dimensioni. Costruito in continuità con il lato destro della facciata a cui è complanare, è rivestito ad intonaco con tinteggiatura omogenea. La cella campanaria ha quattro finestre voltate al cui interno sono alloggiate le campane che, come riferisce il Carocci, vi vennero trasferite dal vicino monastero di Monteoliveto al momento della sua soppressione.
- Coperture
- La chiesa è coperta da un tetto a falda unica dissimulato dal timpano della facciata. Il manto di copertura e a coppi e embrici.
- Interno
- L'aula ha un'altezza di circa sette metri ed è coperta da una volta a botte ribassata con al centro dipinta la “Gloria dei Santi Vito, Modesto e Crescenza”, opera di scuola fiorentina degli inizi del XVIII secolo. Le cappelle laterali sono coperte con volte a crociera e l'area presbiterale con una cupola su pennacchi. L'interno è complessivamente tinteggiato di bianco con riquadri architettonici, cornici e stipiti grigi. Grigi sono anche i due dossali d'altare presenti nell'aula, uno per lato, privi di mensa. Sotto la cupola del presbiterio si trova l'altare maggiore in muratura, non adeguato alla riforma liturgica del concilio Vaticano II, costituito dalla mensa addossata a due gradini d'altare. L'organo è collocato su un ballatoio che si apre sul fondo del presbiterio. La chiesa prende luce dalla finestra semi-circolare in contro-facciata e dalla finestre, sempre semi-circolare nella parete laterale sinistra del presbiterio. La finestra sulla parete destra del presbiterio è cieca. All'interno della chiesa è una cappella dedicata alla Madonna di Lourdes, con un facsimile della grotta di Massabielle, che il parroco Giuseppe Ciamminghi fece costruire pochi anni dopo le apparizioni in Francia.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione della chiesa è in piastrelle di cemento a forma esagonale e colori alternati in grigio e rosso
- Pianta
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- XI ‐ XV (cenni storici carattere generale)
- La chiesa dei Santi Vito e Modesto sorge sulla collina di Bellosguardo che deve il nome attuale alla bellezza del contesto nei dintorni di Firenze ma che un tempo era detta del “Santo Sepolcro” in quanto per gran parte di proprietà dei Cavalieri dell’Ordine i quali, oltre ad uno “Spedale” eretto nel centro della città, nelle vicinanze del Ponte Vecchio, qui possedevano numerosi terreni. In luogo di un precedente oratorio, di cui si hanno menzioni sino dal 1019, fu qui eretta una chiesa che fu dedicata al Santo Sepolcro e che in seguito fu donata al Vescovo della città. La vicinanza a Monticelli fu motivo del consolidarsi nel tempo della denominazione “S. Sepolcro a Monticelli”, così come attestato in numerose citazioni fino a gran parte del XIV secolo. Solo a partire da quest'ultimo periodo l’antico titolo della parrocchia fu mutato in quello attuale di Santi Vito e Modesto.
- 1348 ‐ 1348 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1348 S.Sepolcro a Monticelli fu così menzionata in un atto di donazione da tal Donna Lapa al Monastero di San Donato a Scopeto di alcuni terreni posti nel suo territorio di pertinenza (cfr. Calzolai C.C., 1970).
- 1391 ‐ 1391 (pitture murali chiesa)
- Risale al 1391 l'affresco raffigurante S.Vito che è stato parzialmente rinvenuto all'interno della chiesa sul finire del secolo scorso.
- 1435 ‐ 1435 (cenni storici carattere generale)
- La chiesa viene citata come Santi Vito e Modesto a Bellosguardo nell’atto del 3 gennaio 1435 per il conferimento del rettorato a Pietro Tori da parte di Mons. Tommaso della Bordella, vicario generale di Giovanni Vitelleschi, patriarca di Alessandria ed arcivescovo di Firenze (cfr. Calzolai C.C., 1970).
- 1453 ‐ 1873 (cenni storici carattere generale)
- In esecuzione delle bolle di Niccolò V, nel 1453 l'arcivescovo Antonio Pierozzi conferì a Giannozzo Pitti il patronato della chiesa che nel 1563 passò ai discendenti di Francesco Marucelli e nel 1792, per via testamentaria, alla Congregazione dei Buonomini di San Martino che lo ebbero fino al 1873.
- XVII ‐ 1662 (ampliamento intero bene)
- L'aspetto attuale della chiesa si deve per lo più ai lavori che il rettore Giovanni Maria Pupilli vi fece eseguire intorno alla metà del Seicento. Nel 1662 la chiesa fu oggetto di un ampio rifacimento ed ebbe poi il titolo di prioria.
- 1811 ‐ XIX (organo chiesa)
- Riferisce il Carocci che nel campanile della chiesa furono alloggiate le campane provenienti dal vicino monastero di Monte Oliveto dopo la sua soppressione nel 1810. Provenienza e sorte analoga ebbe l'organo Agati del 1781 che qui fu trasferito all’interno della chiesa ed il cui acquisto presso l'Amministrazione del Demanio Imperiale è testimoniato dalla lettera del 18 aprile 1811 del funzionario Vialla.
- 1818 ‐ 1818 (consacrazione chiesa)
- Il 29 marzo del 1818 la chiesa fu consacrata da Mons. Pier Francesco Morali.
- 1867 ‐ XIX (costruzione cappella laterale chiesa)
- Nel corso della seconda del XIX secolo il parroco di allora, Don Giuseppe Ciamminghi, fece costruire all’interno della chiesa, sul lato sinistro, una piccola cappella dedicata alla Madonna di Lourdes.
- XI ‐ XV (cenni storici carattere generale)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Firenze)