Beni architettonici
- Calenzano (FI)
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Parrocchia di San Ruffignano a Sommaia
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Diocesi
Firenze
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Regione ecclesiastica
Toscana
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa di San Ruffignano a Sommaia
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La chiesa di S. Rufignano si trova a Sommaia, frazione del Comune di Calenzano. Si trova "sull'estrema pendice occidentale del Monte Morello, a levante della strada militare di Barberino di Mugello, dove alcuni dubitarono che fosse situata la mansione ad Salaria della via Clodia, che veniva da Lucca e Pontremolì, rammentala negl'intinerarj antichi" (Emanuele Repetti). Sorge entro un contesto agreste. Il complesso è costituito dalla chiesa e dalla canonica che, con i locali parrocchiali, vi sorge in adiacenza destra, attorno ad un piccolo chiostro con ghiaia e aiuole a prato attorno ad una fontanella centrale, aperto a balcone verso i colli coperti di ulivi; lungo il fianco della chiesa è un portico su pilastri in muratura e in alto, tra le finestre della chiesa, si trova una meridiana in marmo. A tergo è la torre campanaria. Addossata al fianco sinistro è la sede della Compagnia. I rivestimenti esterni sono ad intonaco tinteggiati in rosa veneziano. L’ampio sagrato è ricoperto a ghiaino. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
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- Pianta
- La chiesa ha pianta ad aula. Nella parete sinistra del presbiterio è l’accesso alla sacrestia, sul lato opposto è la porta che immette nella canonica. A destra della nicchia del fonte battesimale, a filo parete, è un accesso alla sede Compagnia adiacente. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 20,60; lunghezza fino all'arco trionfale: m 15,80; larghezza della navata: m 5,00.
- Facciata e portico
- La facciata della chiesa è a capanna, preceduta da un portico tripartito, con le arcate che poggiano su pilastri a pianta quadrata e con la centrale di più ampie dimensioni rispetto alle laterali. Sopra il portico è un terrazzo praticabile dal quale è visibile la tamponatura dell’originario rosone. Sul colmo è una croce metallica su un calvario in arenaria; le imposte sono in muratura tinteggiata, lo stemma al centro, dei Da Sommaia, è in arenaria, di lato a destra si trova una finestrella rettangolare munita d'inferriata. Sul lato destro del portico è un accesso alla corte laterale che si apre verso la valle, sul lato sinistro è l’ingresso alla sede della Compagnia. Le epigrafi funebri ottocentesche a parete, tra il portale di sinistra e quello mediano, sono in marmo. Il portale centrale, trabeato, è in arenaria, così come i gradini che precedono i due portali laterali; il portone è ligneo.
- Campanile
- Il campanile è a pianta quadrata, intonacato, con le modanature tinteggiate in grigio; la cella che è provvista di quattro campane azionate a corda. Sul colmo è una croce metallica.
- Interno
- L’interno è a pianta rettangolare, ad aula culminante nel presbiterio rialzato di un gradino in marmo ed introdotto da un arcone a pieno centro con un cartiglio al di sopra del colmo recante l'iscrizione " D.O.M./ IN HONOREM/ MICHAELIS ANGELORUM PRINCIPIS/ ET RUFINIANI PONTEFICIS/ PATRONORUM CAELESTIUM/ DOMINICUS MENICHINI CURIO/ INSTAURA A. MDCCCXLII ". Sono marmoree anche la balaustra e la mensa eucaristica, oltre la quale è l’altar maggiore originario, in muratura rivestita in marmi, con tre gradi e al centro del quale è il tabernacolo frontonato in marmi policromi, con lo sportello ligneo recante sulla fronte un Crocifisso in ottone. Il Crocifisso al di sopra dell'altare è ligneo. Sul retro è il coro, in cui gli elementi a parete sono lignei. La copertura a vela reca pitture murali ottocentesche che simulano una cupola sfondata, con decorazioni a monocromo nelle sottostanti lunette e nei falsi pennacchi (dove sono raffigurati i "Quattro Evangelisti"); nel tondo centrale è la "Gloria della Vergine Immacolata tra Cherubini". Presso la balaustra, nelle opposte pareti, sono due nicchie centinate con le statue policrome della "Madonna" e del "Sacro Cuore di Gesù". Posto lungo la parete sinistra è il pulpito in marmo, recante nella fronte un "San Pietro" (da talune fonti identificato come S. Gregorio Magno) a bassorilievo. Al centro delle pareti laterali le due edicole centinate in muratura (arconi a pieno centro su semipilastri tuscanici dal fusto scanalato) recano due altari in marmo policromo, con due gradi; quello di sinistra presenta a parete un tabernacolo in marmo ottocentesco a foggia di mezzo tempietto cupolato, fiancheggiato da cherubini reggicortina dipinti a parete e nel quale si trova l'immagine dell'"Immacolata". Le pareti dell’aula sono interamente decorate, scandite da lesene dipinte corinzie, sorreggenti una virtuale trabeazione decorata a festoni e medaglioni, e con specchiature recanti panoplie a monocromo. Presso la controfacciata, sul lato sinistro, è aperta una cappellina nella parete, ove ha sede il fonte battesimale in maiolica a rilievo smaltata, opera della Richard Ginori del 1934, con una vasca circolare decorata con teste alate di cherubini a bassorilievo su un fusto, recante a tutto tondo le figure di S. Giovanni Battista, S. Maria Maddalena e Gesù Cristo, e con una base a tripode; le decorazioni pittoriche del Fratoni raffigurano teste alate di cherubini e i simbolo degli Evangelisti nella volta (dov'è anche l'iscrizione "SOLI DEO HONOR ET GLORIA IN SECULA SECULORUM AMEN") e il "Battesimo di Gesù" nella parete tergale. Frontalmente la cappella del fonte è chiusa da un cancello in ferro battuto. La cantoria in controfacciata è in legno, la cui balaustra è dipinta con panoplie di strumenti musicali a monocromo, e vi ha sede l'organo ottocentesco. Le due acquasantiere sono in marmo. I tre dipinti posti alle pareti laterali ("Madonna dei Dolori in contemplazione degli strumenti della Passione"; "Madonna del Rosario tra Santi"; "San Filippo Neri" del Cesi) sono su tela. La chiesa prende luce da due finestre rettangolari, con vetri trasparenti, aperte nel registro superiore della parete laterale destra; una terza finestra, di foggia analoga, si trova al centro della parete tergale. L'altezza massima della navata è m 7,00.
- Elementi decorativi
- Aaltar maggiore e altari laterali ottocenteschi in marmi policromi; decorazioni neoclassiche parietali; pitture murali ottocentesche nella volta del presbiterio e nel soffitto dell'aula; fonte battesimale novecentesco in maiolica a rilievo smaltata.
- Pavimenti e pavimentazioni
- La pavimentazione è in cotto, di pregevole fattura, con mattonelle rettangolari disposte a spina. Il portico è pavimentato in cotto.
- Coperture
- Il soffitto piano dell’aula è a incannucciato intonacato e dipinto; la volta che copre il presbiterio è a vela; la cappella del fonte battesimale reca una volta a botte. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane. La sede della Compagnia è coperta con un tetto con unica falda a leggio. Il portico è voltato a crociera, con i capitelli e i peducci d’imposta in arenaria.
- Pianta
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- X ‐ XI (origini carattere generale)
- La chiesa di Sommaia ("summa area", zona la più elevata, ma anche estrema, ultima, ha riferimento alla sua posizione in alto sulle estreme pendici del Monte Morello che scendono verso il torrente Chiòsina, dall'etrusco Clevsina, da cui il nome romano Cleusius, Clusius, come attesta il Pieri) è dedicata a S. Rufignano o Ruffignano (Ruffiniano, Rufinianus), forse il terzo vescovo di Bayeux in Normandia, secondo l'agiografia vissuto nel V secolo e sepolto nella chiesa di Saint-Exupère, e non un vescovo di Parma e poi di Bergamo, vissuto ai tempi di S. Pietro, proveniente da Cirene in Libia e morto presso Poggibonsi, a Monsanto, mentre si recava a Roma, come riferisce un manoscritto quattrocentesco che esisteva proprio nella chiesa di Sommaia ed esemplato sulla vita di S. Romolo di Fiesole. La chiesa, forse del X secolo, è quella dell'antico "vicus" di Sommaia, distinto dal castello o Castellaccio di Sommaia. Nel X-XI secolo sono signori dell'area di Sommaia i conti Cadolingi.
- 1020 ‐ 1085 (cenni storici carattere generale)
- Nel maggio del 1020 è citata per la prima volta la chiesa di S. Rufignano: allora Pimmo di Tanzo (consorte dei Cadolingi?) vende a Berta di Rolando la terza parte del castello di Sommaia (poi citato anche nel 1132 stile moderno, con la sua chiesa di S. Michele), della "curtis" di Chiòsina e del patronato della chiesa di S. Rufignano. La chiesa, suffraganea della pieve di S. Donato a Calenzano, è connessa al tracciato dell'antica Cassia Vetus e ai percorsi dei pellegrini provenienti dalla Francia del Nord e diretti a Roma, ciò che spiegherebbe, come nel caso delle chiese di S. Salvi e di S. Remigio a Firenze, la dedica ad uno dei primi vescovi del Nord della Francia (Saint Sauve vescovo di Amiens, Saint Remi vescovo di Reims, Saint Rufinien vescovo di Bayeux). I "filii Pimmi", imparentati con i Gotizi, cedono varie terre poste a Sommaia alla canonica fiorentina; essi hanno anche una "curtis" sul Bisenzio, ceduta entro il 1085 al monastero di S. Pietro a Luco.
- XII ‐ XII (cenni storici carattere generale)
- Nel XII secolo possiedono beni nel 'popolo' di Sommaia la Badia a Settimo e i Vallombrosani di S. Pancrazio. Nel 1192 i signori di Sommaia (i Cadolingi o i "filii Pimmi") emancipano dagli obblighi feudali un Boiardo da Sommaia, primo noto della stirpe dei Da Sommaia, poi signori dell'omonimo castello.
- 1260 ‐ 1303 (cenni storici carattere generale)
- La chiesa è citata nel libro di Montaperti del 1260, quando ne è rettore prete Dietaiuti di Pietro. La chiesa compare ancora tra quelle soggette alla decima pontificia del 1276-1277 e del 1302-1303. Nel 1263 Giunta di Boiardo Da Sommaia (detti anche Cattani da Sommaia, cioè signori di un castello quali vassalli) acquista un terreno nel 'popolo' di S. Rufignano. Negli anni 1272-1290 sono noti i figli di Giunta di Boiardo da Sommaia. Il loro stemma è "d'argento, allo scaglione d'azzurro".
- 1314 ‐ 1373 (cenni storici patronato della chiesa, muova campana )
- Nel 1314 sono noti Francesco e Bartolo di Dolce di Giunta di Boiardo Da Sommaia; Bartolo è allora già inurbato a Firenze nel 'popolo' di S. Lucia sul Prato d'Ognissanti, continuando a possedere beni a Sommaia. Il figlio di Bartolo, Francesco, sarà notaio. Almeno dal Trecento la chiesa è di patronato dei Da Sommaia, di Bartolo e della moglie, monna Lapa, e poi dei suoi figli Jacopo e Andrea. Nel 1347 Giovanni Migliorini da Pistoia fonde per la chiesa una campana. Nel 1373 La chiesa di S. Rufignano è unita a quella di S. Michele, posta entro il vecchio castello feudale.
- 1416 ‐ 1506 (cenni storici rettori e rifacimento della chiesa )
- Nel 1416 sono donate alla chiesa alcune terre. Fino al 1473 è rettore Lazzaro Ricci. Dal 1473 al 1506 è rettore Giovanni di Vivaldo Ciatini (m. 1506) da Certaldo. Egli nel 1474 restaura la chiesa "che per antichità andava in rovina" e in tale occasione, rimuovendo l'altar maggiore, avrebbe ritrovato una reliquia di S. Rufignano, consistente in una sua costola. Nel 1485 egli ne traduce in volgare una precedente vita agiografica, che sarebbe stata composta nel 1281, e nel febbraio del 1490 (stile moderno) l'invia ad una Antonia, monaca di S. Lorenzo e S. Onofrio a Gambassi, già detto il monastero delle Romite di Gambassi. Allora la festa del Santo è celebrata il 1° agosto. Nel 1477 i Da Sommaia fanno realizzare nella canonica un lavabo in arenaria. Nel 1492 Oretta di Guglielmo Da Sommaia, moglie di Domenico di Piero Corsi, lascia per testamento alla chiesa un podere. Nel 1501 è apposto lungo una parete esterna uno stemma in arenaria con una botte e il lambello, di ignota famiglia.
- 1507 ‐ 1507 (cenni storici rettorato del cardinale Medici )
- Nel febbraio del 1507 (stile moderno), dopo il Ciatini, diviene rettore il cardinal Giovanni de' Medici (1475-1521), presentato dai patroni, Francesco di Guglielmo e Vincenzo di Ridolfo Da Sommaia. Prende possesso della chiesa a suo nome e per suo conto Giovan Battista Figiovanni (1466-1544), dal 1506 canonico soprannumerario della basilica di S. Lorenzo, dal 1508 rettore anche della chiesa di S. Pietro a Legri e futuro cameriere personale di Leone X, la cui famiglia possiede il castello di Legri. Dopo soli tre mesi il Medici (che nel 1513 diverrà papa Leone X) vi rinuncia ed è sostituito dal chierico volterrano Guidaccio di Giovanni da Gambassi.
- 1532 ‐ 1542 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1532 il rettore di S. Rufignano, Guarduccio di Giovanni, fonda la Compagnia della SS. Concezione. Sotto il suo rettorato avviene la visita pastorale del 1537. Nel 1542 è realizzato un affresco al di sopra del portale della canonica, recante lo stemma dei Da Sommaia partito con quello di altra famiglia, tra due putti alati e recante al di sotto l'iscrizione "CORPORA NOSTRA D[...]".
- 1580 ca ‐ 1611 (cenni storici la chiesa a fine Cinquecento, rettori e patroni )
- La chiesa compare nelle piante redatte dai Capitani di Parte negli anni Ottanta del Cinquecento; vi è raffigurata anche una casa con torre di pertinenza di un podere di proprietà della chiesa stessa, che comparirà ancora in una denuncia catastale del 1611 come casa colonica. Nel 1592 è restaurato l'altare della Compagnia della Concezione. Nel 1594 è rettore prete Francesco Tortolini, quindi Piero Ticci fino al 1604. cui segue Cosimo Querci e dal 1608 Piero Bacherelli. Nel Cinquecento il patronato passa dai Da Sommaia a Francesco Torelli, figlio di Lelio (1489-1576), giurista e segretario di Cosimo I dal 1564, e di Maria di Raffaello Da Sommaia, ma già nel 1608 il figlio di Francesco, Antonio, cavaliere gerosolimitano, vi rinuncia e il patronato torna al senatore Giovanni di Girolamo Da Sommaia, padre del noto giurista e sacerdote, provveditore dello Studium di Pisa (1573-1635).
- 1613 ‐ 1713 (cenni storici rettori, furto di reliquie, dipinto su tela )
- Nel 1613 è rettore di S. Rufignano Francesco Chiavistelli, che vi rimane fino alla morte nel 1634. A lui succede Filippo Baldinotti, che vi rimane sino al 1667. Quest'ultimo nel 1648 acquista una tela eseguita nel 1631 da Giovanni Cesi (latinizzato in Caesus), pittore e rettore di S. Stefano a Baroncoli, raffigurante un "San Filippo Neri" (in seguito l'artista dipingerà altre tele per S. Niccolò a Calenzano, una per la propria chiesa di S. Stefano e nel 1659 un "Sant'Andrea spogliato davanti alla croce" per S. Pier Buonconsiglio, nel quale rivelerà un'influenza da Jacopo Vignali). Nel 1664 sono trafugate le reliquie di S. Rufignano. Dal 1667 al 1669 diventa rettore Giuseppe Pellegrini, quindi Agnolo Guidi fino al 1713.
- 1713 ‐ 1774 (cenni storici rettori e patroni)
- Dal 1713 al 1730 è rettore della chiesa Gregorio Merli. Agli inizi del Settecento i Da Sommaia appongono un loro stemma nella facciata della chiesa. Nel 1730, estintisi i Da Sommaia nel 1722 in una monaca nel monastero di Annalena, la chiesa passa in patronato al duca Zanobi Strozzi. Da quell'anno al 1768 ne è rettore don Antonio Masini. Il Brocchi nel 1765, dopo una lettera documentaria inviatagli nel 1750 dal Masini, propende a credere all'esistenza di un S. Rufignano vescovo africano, ma coetaneo di S. Fulgenzio di Ruspe nel VI secolo. Dopo la morte del Masini, nel 1768 diviene retore don Giovan Maria Andrea di Francesco Casini, che lo rimarrà fino alla sua morte nel 1774. Il 23 novembre 1770 sono vuotate le due sepolture, quella degli uomini e l'altra delle donne, a spese dei confratelli della Compagnia della SS Concezione
- 1774 ‐ 1782 (cenni storici nuovo rettore e dipinto su tela )
- Dal 1774 al gennaio del 1782 è rettore della chiesa don Lorenzo di Ignazio Montelatici, già curato della chiesa di S. Pier Maggiore a Firenze. Al suo tempo, nella sala della canonica è custodita una tela con la "Madonna dei Dolori in contemplazione degli strumenti della Passione", risalente alla fine del Seicento - inizi del Settecento, vicina alla maniera di Francesco Curradi (1570-1661).
- 1783 ‐ 1787 (cenni storici rifacimenti alla chiesa )
- Dopo che la rettoria rimane vacante per un anno, dal gennaio del 1783 al 1816 diviene rettore della chiesa l'illuminista Antonio Selvolini (1756-1817) da Volpaia in Chianti, poeta e di tendenze gianseniste (che poi ritratterà nel 1795) come il parroco di S. Jacopo a Querceto, don Giuseppe Maria Marchionni (1742-1787). Egli nel 1783 inizia a restaurare l'edificio, facendo erigere un pulpito. Nel 1785 fa demolire il vecchio portico dei Penitenti, di origine medievale, e fa rintonacare la facciata e il campanile; nel 1787 orna l'interno di tre nicchie per altrettanti busti (di Leone X, di S. Rufignano - ma in realtà di S. Filippo Neri - e di S. Michele) e di nuove croci della Via Crucis in stucchi tardobarocchi eseguiti da Luigi di Giuseppe Buonamici di Prato, lavori costati 45 scudi.
- 1789 ‐ 1789 (cenni storici nuove pitture murali )
- Nel 1789 il Selvolini fa scialbate alcune pitture murali presso il presbiterio, fra le quali un "San Pietro" e un "San Paolo" posti di lato all'altar maggiore. Allora, "nella nicchia del coretto", esiste un affresco con "Dio Padre tra i Santi Stefano e Lorenzo". Egli conserva sull'altar maggiore la tavola cinquecentesca raffigurante la "Madonna con il Bambino tra i Santi Rufignano, Michele Arcangelo, Giovanni Evangelista e Girolamo" e che allora era riferita al Ghirlandaio, e fa dipingere dal fiorentino Leonardo Cambi (del quale sono note numerose lettere inviate a Giuseppe Maria di Giovanni Baldovinetti tra il 1774 e il 1799) "nel mezzo dell'arco" la "Giustizia" e la "Misericordia" e alle pareti "San Pietro e San'Andrea" da una parte e "Il fariseo mostra la moneta romana a Cristo" dall'altra, ma che non soddisfano il committente, il quale le definisce "mostruose". Inoltre rimbianca e fa "riquadrare" la chiesa sempre dal Cambi.
- 1793 ‐ 1807 (cenni storici erezione dell'oratorio del S. Sepolcro)
- Il Selvolini nel 1793 restaura anche la canonica e nel 1795 fa erigere, dove già era stato l'antico cimitero, l'oratorio del SS Sepolcro, costato 375 scudi, che funge da cappella mortuaria e serve pure per le adunanze della Congregazione della SS. Concezione, soppressa nel 1785, ricostituita nel 1792, dotandola di suoi Capitoli e che nel 1806 ne riceverà di nuovi, approvati nel 1807. Il 17 Settembre 1796 la Compagnia è aggregata da Pio VI alla prima primaria del Collegio Romano, con tutti i privilegi. Nel 1799, in seguito all'elevazione della prioria di S. Niccolò a Calenzano a pieve per decreto dell'arcivescovo Antonio Martini (1721-1809), secondo quanto attesta il Repetti, la chiesa di S. Rufignano diventerebbe suffraganea di S. Niccolò, insieme a quella di S. Stefano a Sommaia (ma si tratta di un errore, in quanto il Santoni riporta che le due chiese di essa suffraganee fossero S. Maria a Travalle e S. Stefano). Nel 1800 avviene la visita pastorale dell'arcivescovo Martini.
- 1803 ‐ 1803 (cenni storici organo e cantoria)
- Nel 1803 il Selvolini acquista per 110 scudi dal priore di S. Lorenzo a Campi, Andrea Benini, noto organista e suo amico, un organo, da lui realizzato con l'ausilio di Michelangelo Paoli (1777-1854), suo dipendente e allievo. Il Selvolini pone l'organo nella nuova cantoria in controfacciata, in cui fa dipingere gli stemmi dei Da Sommaia, del rettore Ciattini, di Leone X, del rettore Masini e della sua stessa famiglia. Il Benini (m. 1817) nel 1773 aveva già modificato con l'aggiunta di un nuovo registro l'organo nella sua chiesa, realizzato da Pietro Agati (1735-1806), famoso organaio pistoiese. Di lato all'organo sono aperte due nuove finestre in facciata, costate, con la cantoria, circa 90 scudi.
- 1806 ‐ 1806 (cenni storici Compagnia della SS. Concezione )
- Nel 1806 la vecchia Congregazione della SS. Concezione diviene a tutti gli effetti una Compagnia e in tale anno è dotata dei Capitoli .
- 1814 ‐ 1817 (cenni storici scialbature e nuovo dipinto su tela )
- Deterioratesi per le infiltrazioni meteoriche, il Selvolini prima del 1814 (o nel 1815) fa scialbare le pitture del Cambi presso il presbiterio e forse anche quella forse dipinta dallo stesso Cambi nel soffitto della nave, esprimete una "Gloria di San Rufignano Vescovo"; bob è documentato che la nuova "Gloria di San Rufignano Vescovo tra Cherubini" ora esistente risalga a quegli anni. Sull'altar maggiore al centro è posto un quadro con il "Sacro Cuore di Gesù", dipinto da Giuseppe Sorbolini (1748-1834) di Firenze, autore nel 1789 di alcune decorazioni pittoriche del Salotto Pompeiano nella Palazzina Reale alle Cascine, del "Sacrificio d'Isacco" in Palazzo Cerretani e di affreschi nel Palazzo Alessandri in Borgo degli Albizi, nella Palazzina della Meridiana a Palazzo Pitti, nella chiesa di S. Maria Maddalena de' Pazzi (cappella Bagnesi, 1807) e nel duomo d'Arezzo (1807/1811). Nel 1817 il Selvolini muore improvvisamente.
- 1827 ‐ 1842 (cenni storici organo e decorazione interna della chiesa )
- Nel 1827 diviene parroco di S. Rufignano don Domenico Menichini. Nel 1842 egli acquisterebbe un nuovo organo realizzato da Michelangelo Paoli (1777-1854) di Campi Bisenzio, che era stato iniziato all'arte organaria proprio dal rammentato don Benini; può invece trattarsi di una trasformazione eseguita dal Paoli al precedente strumento realizzato da lui stesso con il Benini agli inizi del secolo. In quello stesso 1842 il parroco conclude la decorazione pittorica interna con illusorie membrature architettoniche e motivi neoclassici a monocromo e pone un suo stemma nella balaustra della cantoria. A tale periodo sono forse da ascriversi anche le pitture murali tardo-neoclassiche nel soffitto e nella volta presbiteriale, opere di differenti artisti, esprimenti la "Gloria di San Rufignano Vescovo tra Cherubini" e la "Gloria della Vergine Immacolata", talora date rispettivamente ad un anonimo pittore del Primo Ottocento e al Cambi, datandola al 1789.
- 1833 ‐ 1847 (cenni storici carattere generale)
- Nel 1833 il 'popolo' di S. Rufignano e S. Michele conta 212 anime, nel 1847 sono 200. Allora vi esiste sempre la sede della Compagnia della SS. Concezione. Negli anni 1843 risultano patroni i conti Bardi Serzelli, ai quali subentrano nel 1847 gli Strozzi come loro eredi.
- 1856 ‐ 1856 (cenni storici altari)
- Nel 1856 don Menichini rifà gli altari marmorei laterali e l'altar maggiore e fa realizzate il tabernacolo marmoreo presso l'altare di sinistra, dove appone anche il suo stemma familiare.
- 1866 ‐ 1886 (cenni storici carattere generale)
- Agli Strozzi subentrano nel patronato i Ginori Lisci (proprietari del Castellaccio di Sommaia), che nominano come parroco don Pietro Biondi nel 1866. Nel 1886 la parrocchia conta 210 anime.
- 1915 ‐ 1919 (cenni storici nuovo rettore e restauro dell'organo )
- Nel 1915 i Ginori Lisci scelgono come parroco della chiesa, sempre di loro patronato, don Narciso Del Lena da Prato. Nel 1919 egli fa restaurare l'organo.
- 1934 ‐ 1934 (cenni storici fonte battesimale)
- Nel 1934 don Del Lena fa realizzare il fonte battesimale, opera della manifattura Richard Ginori di Doccia, su un modello già prodotto negli Anni Venti. Il fonte, costato 1.150 lire, è finanziato da Maddalena Martini Bernardi, proprietaria di una villa verso Sommaia. I Martini, discendenti di Martino, di Giovanni, oriundo di Faenza, erano stati proprietari fondiari in Mugello; nel 1724, in seguito al testamento di Antonio di Bartolomeo Bernardi, ultimo di tale famiglia, Giuseppe di Anton Vincenzo di Zanobio aveva assunto il doppio cognome Martini Bernardi. Otello Fratoni (1909-1988) da Calenzano, un allievo di Giulio Bargellini, raffigura sul retro del fonte il "Battesimo di Cristo" e alcune teste di cherubini e i simboli degli Evangelisti disposti in fascia lungo l'imposta della volta a botte della cappella cappella (in seguito egli eseguirà anche la "Cena in Emmaus" nel catino absidale della chiesa di S. Niccolò a Calenzano).
- 1937 ‐ 1937 (cenni storici restauro della sede della Compagnia )
- Nel 1937 viene restaurato l'oratorio della Compagnia, ora dedicata al SS. Sacramento e all'Immacolata Concezione della Vergine Maria, e vengono modificati i suoi Capitoli (che ricevono l’approvazione canonica il 7 Aprile 1937 dall'arcivescovo Elia Dalla Costa), essendone governatore Alderigo Cavaciocchi.
- 1951 ‐ 1986 (cenni storici carattere generale)
- Dopo don Del Lena, nel 1951 e fin'oltre il 1994 diviene nuovo parroco don Alessandro Campani (n. 1919) da Campi Bisenzio. Nel 1970 la parrocchia di S. Rufignano conta 260 anime. Nel 1986 è unito a quello di S. Rufignano il territorio parrocchiale di S. Stefano a Sommaia.
- 2005 ‐ 2008 (vicende conservative intero bene)
- A partire dal 2005 la chiesa e la canonica sono oggetto di un intervento di complessivo restauro, completato nel 2008 e finanziato dal comune di Calenzano, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, dall’Arcidiocesi e da risorse messe a disposizione dai parrocchiani. Gli esterni sono restaurati tra il 2005 e il 2007. All'interno sono restaurate tutte le pitture murali.
- 2006 ‐ 2013 (cenni storici organo e ricostituzione della Compagnia )
- Negli anni 2006-2013 è restaurato l'organo ottocentesco da Riccardo Lorenzini. Nel 2007 è ricostituita la Compagnia del SS. Sacramento e dell'Immacolata Concezione della Vergine Maria.
- 2021 ‐ 2021 (cenni storici carattere generale)
- Nel 2021 è completato l'adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare, ponendo al centro del presbiterio una mensa eucaristica in marmo.
- X ‐ XI (origini carattere generale)
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- presbiterio ‐ intervento strutturale (2021)
- Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nella disposizione attuale nel 2021. Al centro del presbiterio è stata realizzata una mensa eucaristica in marmo che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 70 x 140 x 91 (h). Tabernacolo in marmi policromi, con sportello ligneo recante sul fronte un Crocifisso in ottone. Sede lignea, rivestita in raso, posta sul lato destro del presbiterio. Leggio in plexiglass, mobile, attualmente collocato sul lato sinistro del presbiterio. Fonte battesimale in maiolica a rilievo smaltata, opera Richard Ginori del 1934, con vasca circolare su fusto con base a tripode, posto in cappella dedicata in parete sinistra presso la controfacciata. Un confessionale ligneo è inserito in parete destra.
- presbiterio ‐ intervento strutturale (2021)
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Data di pubblicazione
19/05/2022
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Firenze)