Beni architettonici
- Sesto al Reghena (PN)
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Parrocchia di Santa Maria
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Diocesi
Concordia - Pordenone
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Regione ecclesiastica
Triveneto
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
parrocchiale
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Denominazione principale
Chiesa di Santa Maria
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Il primitivo complesso abbaziale di Sesto al Reghena, un edificio di modeste dimensioni risalente al VIII secolo, presenta un'unica navata terminante con un abside semicircolare affiancato da due cappelle a pianta quadra anch’esse dotate di abside; gli ambienti erano divisi da una pergula, area riservata ai monaci. Una serie di muretti delineano, oggigiorno, la planimetria di questo primo edificio.
L’attuale abbazia di Santa Maria in Silvis sorge all’interno di un complesso fortificato, edificato a seguito dell’invasione degli Ungari nel 899. La ricostruzione cominciata a partire dal 960 vide la deviazione del fiume Sestiàn, l’innalzamento di mura difensive e l’erezione di sette torri di cui oggi rimane memoria nella torre Grimani (rifacimento del XVI secolo), nella torre campanaria (profondamente modificata a cavallo tra XI-XII secolo) e nella torre dell’angolo sud-est, ora parte integrante della casa canonica.
L’edificio romanico-bizantino è a pianta basilicale con tre navate, divise da una serie di pilastri alternati a colonne. Il presbiterio, in posizione rialzata, termina con tre absidi. La cripta con volte a crociera, interrata nel XVII secolo, custodisce l’urna di Santa Anastasia di epoca longobarda.
Precedono la chiesa, una sala a colonne e un vestibolo con un interessante ciclo pittorico attribuito ad Antonio da Firenze e raffigurante il Paradiso (a sud) e l’Inferno (a nord).
La facciata è molto articolata: al centro un portico la cui copertura poggia su un unico pilastro; a sinistra è collocata una loggia affrescata con soggetti profani, mentre una scala con balaustra in pietra, sulla destra, conduce al salone abbaziale. La porta di accesso al vestibolo è sormontata da una lunetta archiacuta nella quale è stata affrescata la figura dell’Arcangelo Gabriele.
Un imponente ciclo pittorico trecentesco, attribuito alla scuola grottesca, caratterizza l’area presbiteriale e raffigura Storie della Vergine (titolare dell’abbazia), accanto ad affreschi dedicati a San Giovanni Battista e San Pietro Apostolo (contitolari) e a San Benedetto (fondatore dell’Ordine). È presente anche un Lignum Vitae, soggetto derivante dalla dottrina francescana. -
- Preesistenze
- Il primitivo complesso abbaziale consisteva in un edificio di modeste dimensioni risalente al VIII secolo.
- Facciata
- La facciata è molto articolata: al centro un portico la cui copertura poggia su un unico pilastro; a sinistra una loggia affrescata una scala, sulla destra, conduce al salone abbaziale.
- Impianto strutturale
- L’edificio romanico-bizantino è a pianta basilicale con tre navate, divise da una serie di pilastri alternati a colonne. Il presbiterio, in posizione rialzata, termina con tre absidi. La cripta presenta una copertura a volte.
- Preesistenze
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- VIII ‐ VIII (preesistenza intero bene)
- L'Abbazia di Santa Maria viene fondata nella prima metà dell'VIII secolo.
- IX ‐ IX (distruzione intero bene)
- L'Abbazia subisce, nell'899, l'invasione degli Ungari che la distruggono completamente.
- 960 ‐ 965 (costruzione intero bene)
- L'abate Adalberto II avvia nel 960 l'opera di ricostruzione dell'Abbazia che si conclude nel 965. L'edificio assume l'aspetto di un castello fortificato con torri e fossato ottenuto tramite la deviazione del fiume Sestian. Delle sette torri rimangono oggigiorno la torre Grimani (rifacimento del XVI secolo) e la torre campanaria (modificata tra il XI e il XII secolo).
- 967 ‐ 1921 (proprietà intero bene)
- L'Abbazia, possedimento del Patriarcato di Aquileia dal 967, viene ceduta alla Serenissima. La Repubblica Veneta trasformò l'Abbazia in un bene che le famiglie senatoriali tramandavano in eredità. Nel 1789, con la morte dell'ultimo abate, Venezia soppresse la commenda e sequestrò i beni custoditi all'interno dell'Abbazia. Nel 1918 la Diocesi di Concordia ottiene la giurisdizione religiosa della chiesa e, nel 1921, la Santa Sede le riconosce nuovamente il titolo di Abbazia.
- XVII ‐ XVIII (ampliamento intero bene)
- A cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo un ampliamento apportò alcune modifiche importanti: la cripta venne interrata e gli archi che separavano le navate furono ampliati.
- VIII ‐ VIII (preesistenza intero bene)
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Data di pubblicazione
08/11/2023
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Concordia - Pordenone)