Beni architettonici
- Amalfi (SA)
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Parrocchia Sant'Andrea Apostolo
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Diocesi
Amalfi - Cava De' Tirreni
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Regione ecclesiastica
Campania
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Ambito culturale
- moresco (costruzione campanile (sommità))
- moresco (costruzione cripta)
- eclettismo (ricostruzione facciata)
- neomedievale (ricostruzione facciata)
- bizantino (costruzione porte bronzee)
- romanico meridionale (impianto originario)
- rococò (costruzione antica facciata)
- barocco (rifacimento interno)
- moresco (costruzione chiostro)
- rococò (programma decorativo)
- neomoresco (ricostruzione atrio)
- barocco napoletano (costruzione sacrestia)
- romanico meridionale (costruzione campanile (base))
- maestranze campane (costruzione)
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Tipologia
basilica
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Qualificazione
cattedrale
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Denominazione principale
Cattedrale di Sant'Andrea Apostolo
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Il Complesso monumentale della Cattedrale di Sant'Andrea Apostolo in Amalfi comprende la Cattedrale, la Sacrestia, la Basilica del Crocifisso, il Campanile, il Chiostro Paradiso e la Cripta. Il complesso rappresenta il nucleo del centro storico della cittadina di Amalfi, di cui costituisce la più importante emergenza architettonica ed urbanistica. Il suo imponente e scenografico prospetto, in stile neomedievale, sulla storica piazza Duomo è preceduto da una monumentale scalea che porta al sopraelevato atrio porticato, da cui si accede ai vari monumenti del complesso. La Cattedrale ha un impianto planimetrico longitudinale a tre navate, con ampio presbiterio, coro, transetto e numerose cappelle laterali. Si riconosce ancora il primitivo stile romanico amalfitano che i successivi rimaneggiamenti ed ampliamenti hanno trasformato fino a conferire alla basilica la veste attuale, composita con predominanza del gusto barocco settecentesco.
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- Pianta
- La pianta della Cattedrale si sviluppa secondo una tipologia longitudinale a croce latina, costituita da una grande navata centrale e due navate laterali, separate da questa mediante una teoria uniforme di pilastri e suddivise ciascuna in dieci campate. In corrispondenza di ciascuna delle tre navate sono collocati i tre portali d'ingresso, di cui quello principale reca le monumentali porte bronzee, che si aprono sull'atrio porticato e mettono in comunicazione diretta l'interno e l'esterno dell'edificio. Il transetto, separato dalla navata centrale mediante l'arco trionfale, è di ampie dimensioni ma contenuto nel rettangolo di base, è preceduto da una artistica curvilinea scala e da uno spazio anteriore rettangolare chiuso ai lati da setti murari, in cui trova posto la sede episcopale a sinistra. Il presbiterio con gli stalli lignei del coro è situati al centro del transetto, ai cui capi terminali, si trovano due altari. La chiesa è conclusa sul fondo, in corrispondenza della navata centrale, da una piccola abside dove trova posto l'antico altare preconciliare, mentre sui lati trasversali del transetto si aprono a sinistra la cappella del Santissimo (a pianta quadrata) e a destra la grande Cappella del Coro dei Canonici, riccamente decorata, preceduta da un artistico cancello metallico.
- Cappelle laterali
- Lungo le pareti laterali delle navate minori si apreono dieci cappelline (cinque per lato), precedute da arcone e balaustre. Sono coperte a botte e ospitano ciascuna un altare dedicato, dipinti e sculture di varie epoche. Finemente rivestite in marmo, costituiscono una uniforme teoria di aperture lungo il perimetro del monumento.
- Sacrestia
- La sacrestia si apre nella zona centrale della navata sinistra, con cui è messa in comunicazione mediante un piccolo vestibolo. Rappresenta un episodio architettonico di notevole pregio: a pianta ottagonale con copertura a volta affrescata e pavimento in marmo intarsiato, si conclude sul fondo con un ulteriore spazio a mo' di sacello trasversale che ospita un altare centrale, un'ampia finestra e altri ambienti. In essa è presente un pregevole arredo ligneo.
- Coperture
- L'edificio presenta nella navata centrale e nel transetto una copertura orizzontale, costituita da un pregevole cassettonato ligneo dorato risalente al XVII secolo, con ampi inserti dipinti; mentre nelle navate laterali sono presenti volte a crociera su ciascuna campata. L'estradosso è composto da tetto a falde spioventi sui vari corpi di fabbrica, il cui manto si caratterizza per l'alternanza di embrici e coppi antichi.
- Atrio
- L’Atrio della Cattedrale è elemento caratteristico della facciata (di cui costituisce la parte inferiore) e della pianta. Si mostra come un monumentale loggiato alla sommità della scalea, a cui si apre con un grande fornice tripartito, ad archi ogivali e concluso con un timpano. E' costituito da una doppia fila trasversale di campate coperte da volte a crociera ogivale. Ha una veste elegante fatta di colonne marmoree e in granito, capitelli, archi moreschi intrecciati e pareti in materiale tufaceo bicromo. L'atrio ospita affreschi e lapidi.
- Facciata
- La singolare facciata del duomo si compone di vari registri sovrapposti, in cui il primo, alla sommità della scalea, corrisponde al prospetto loggiato del monumentale atrio, in cui primeggia l'ingresso tripartito ad archi ogivali sormontati da timpano, affiancato lateralmente da una teoria di archi moreschi intrecciati bicromi. Al di sopra dell'atrio la facciata si arretra e presenta ulteriori tre registri caratterizzati da decori marmorei e musivi: il primo, in parte occupato dal timpano dell'atrio, presenta ai lati monofore archiacute isolate, il secondo è caratterizzato da spioventi laterali e da una serie centrale di finestre archiacute decorate da cornici bicrome, ed infine il grande timpano superiore, recante archetti moreschi che inquadrano decori musivi e l'ampio mosaico conclusivo.
- Elementi decorativi
- Pregevoli sono le opere decorative che arricchiscono lo spazio interno della Cattedrale, costituite soprattutto dal ricchissimo rivestimento marmoreo di pilasti e pareti e da cornici, fregi e altri lavori in stucco di gusto barocco, che decorano le varie superfici della chiesa (ricoprendo buona parte della struttura primitiva). Si conserva ancora qualche traccia della veste architettonica precedente: alcune colonne e capitelli classici, archi moreschi intrecciati. Le pareti superiori della navata centrale e delle navate laterali recano fini decori floreali e cornici curvilinee, che contornano finte finestre e riquadri: Alla sommità della navata laterale si aprono oculi finestrati.
- Cripta
- La Cripta, pur conservano le forme originarie, mostra chiaramente il rimaneggiamento barocco. Essa sorge al di sotto del transetto-presbiterio ed è accessibile mediante scale che si aprono a destra della chiesa e nella vicina basilica del Crocifisso. E' divisa in due navate trasversali (ciascuna composta da cinque campate coperte da volte a sesto acuto) mediante colonne trasformate in pilastri da rivestimenti marmorei; inoltre due absidi si fronteggiano nella mezzeria delle pareti laterali secondo l’asse breve. Le volte e le pareti furono interamente affrescate nel XVII secolo con scene della storia di Cristo. La cripta ospita al centro un altare barocco eretto sul luogo della sepoltura dell'Apostolo Andrea.
- Campanile
- Il Campanile della Cattedrale è distaccato dalla chiesa ed ubicato sullo spigolo nord-ovest dell’atrio, vistosamente ruotato rispetto all'asse del complesso monumentale e in parte occludente il prospetto dalla basilica del Crocifisso. La base del campanile si erge direttamente dal piano dall'atrio e mostra uno stile più severo che si rivela nei primi due livelli nelle possenti e nude pareti di travertino composte di larghe bozze squadrate e nelle ampie bifore coi loro archetti a tutto sesto poggianti su colonne di spoglio. La parte superiore ha uno stile più ridente con una ricchezza di archi intrecciati, esili colonnette marmoree, tarsie cromatiche delicate, brillanti ceramiche decorative di stile arabo-siculo. Particolarmente emergente è la cella campanaria, una costruzione complessa formata da un corpo centrale cilindrico-poligonale coperto da cupola e circondato da archi intrecciati che compongono un’elegante loggetta cieca. Sui quattro angoli torrette cilindriche, pure avvolte dalla stessa loggetta, fiancheggiano la cella. L’insieme della torre, con questo fascio di guglie che escono improvvisamente dal corpo massiccio e si lanciano in alto fra un rincorrersi ed un accavallarsi di archi, ha un aspetto di grande effetto pittorico.
- Chiostro
- Il chiostro Paradiso è un singolare manufatto architettonico, la cui costruzione si innesta con l'antica cattedrale ad asse obliquo. Si compone di un atrio e di un porticato quadrangolare coperto da volte a crociera poggianti su caratteristici archetti intrecciati di stile arabo-moresco poggianti su capitelli di svariate forme, quasi privi di decorazione. Le pareti perimetrali ospitano cappelle funerarie pregevolmente affrescate. Il chiostro è concluso da una copertura a volte estradossate che formano un piano superiore di limitata altezza. Lo spazio centrale è adibito a giardino.
- Impianto strutturale
- L'impianto strutturale, di tipo tradizionale, si basa su un articolato insieme di muratura continua portante, di setti murari e di pilastri con muratura di tamponamento. Gli orizzontamenti sono misti: piani a struttura lignea e archivoltati in muratura. La struttura del tetto si compone di capriate lignee.
- Pianta
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- 987 ‐ 987 (costruzione intero bene)
- La cattedrale di Amalfi fu edificata sotto il governo del duca Mansone III, nel momento di massimo splendore della città, elevata alla dignità di sede metropolitana, alla cui giurisdizione venivano sottoposte le diocesi di Capri, Lettere, Minori e Scala. In quell'anno l'arcivescovo Leone Orso Comite (987-920) riceveva il pallio nella Basilica Lateranense diventando il primo arciverscovo di Amalfi, "Domini gratia archiepiscopus primus Sanctae sedis Amalphitanae Ecclesiae", come egli stesso si sottoscriveva in un documento del 3 settembre 993. Il nuovo duomo sorse adiacente dell'antica cattedrale (Basilica del Crocifisso), sul suo lato destro, e originariamente era a tipologia basilicale a tre navate con matronei, senza transetto e, probabilmente, senza cripta. Le navate erano divise da colonne marmoree. Le due basiliche furono a lungo comunicanti, realizzando un singolare ambiente a sei navate.
- 1062 ‐ 1062 (installazione porte di bronzo)
- Dono di Pantaleone Comite, ricco mercante amalfitano, le monumentali porte di bronzo, in stile bizantino con formelle decorate e ageminate, furono acquistate a Costantinopoli, nel 1056, dal vescovo Pietro Alferio (1050-1070) e affisse al portale principale del duomo di Amalfi entro cornici marmoree finemente lavorate. Furono le capostipiti, in Italia, di una serie di analoghe opere bronzee.
- 1180 ‐ 1276 (costruzione e sopraelevazione campanile)
- Il campanile fu innalzato in due tempi. La parte più antica, compiuta nel 1180, comprende la base, il piano terreno e il primo piano. La sopraelevazione fu invece curata nel 1276 dall'arcivescovo Filippo Augustariccio (1258-1291), come testimonia una epigrafe presente sul lato orientale della fabbrica, e comprende il composito corpo superiore. Tuttavia, i caratteri stilistici del secondo piano sembrano evidenziare un intervento intermedio tra le due fasi costruttive, di cui però non si ha alcuna traccia documentaria.
- XIII ‐ XIII (costruzione cripta e transetto)
- La cripta fu edificata negli anni 1206-1208, su volontà del cardinale Pietro Capuano, al fine di accogliere il corpo di Sant'Andrea traslato dalla Chiesa dei Dodici Apostoli di Costantinopoli, dove il porporato si era recato al termine del suo mandato di legato papale in Terrasanta per la IV Crociata. L'8 maggio 1208, il corpo dell'apostolo, il cui culto in città era attestato già da alcuni secoli, veniva collocato sotto l'altare maggiore. Al di sopra della cripta, l'arcivescovo Matteo Constantini de Capua (1202-1215) eresse il transetto, il cosiddetto "titulum de sopra", che poi assunse la denominazione di "navis S.Matthaei. Nell'area del coro erano presenti splendidi mosaici absidali suddivisi in cinque fasce orizzontali, affreschi, marmi decorativi, ciborio, ambone, transenne e plutei di recinzione. Probabilmente anche la facciata recava decorazioni musive.
- XIII ‐ XIII (costruzione atrio)
- L'atrio della cattedrale dovette essere edificato in due tempi nel corso del sec. XIII. La prima fase, non antecedente al primo quarto del Duecento, viene attribuita all'arcivescovo Matteo Constantini de Capua, mentre un intervento posteriore, probabilmente limitato alle trifore, risale all'episcopato di Filippo Augustariccio. Al tempo, non esistendo l'attuale scalea, l'atrio aveva aspetto di balconata sulla città ed era accessibile da varchi laterali.
- 1266 ‐ 1268 (costruzione chiostro)
- Il chiostro fu costruito nel 1266-68 dall'arcivescovo Filippo Augustariccio per la tumulazione dei cittadini benemeriti della città e presentava al suo interno numerose cappelle finemente affrescate, appartenenti alle nobili famiglie amalfitane. Tuttavia il sacro luogo con il passare del tempo accolse tombe di ogni genere. Il pregevole manufatto, benchè di piccole dimensioni, è un singolare e grazioso episodio artistico, a pianta quadrata, che rivela l'influenza dell'architettura arabo-normanna (moresca) con i suoi archetti ogivali intrecciati. Per dare regolarità geometrica al chiostro fu sacrificata la navata sinistra dell'attigua antica cattedrale (Basilica del Crocifisso).
- 1447 ‐ 1570 (interventi di restauro intero bene)
- I primi interventi di restauro della cattedrale, di cui si ha notizia, iniziarono nel 1447. Ne seguirono altri nel 1486, a cura dell'arcivescovo Andrea de Cuncto (1484-1503), il cui monumento funebre, commissionato dal nipote Giovanni, barone di Casalicchio e signore di Tramonti, è stato ricostruito nel transetto destro. Il vescovo Gerolamo Vitello de' Glanderoni (1519-1530) fece demolire l'artistico ciborio, forse con l'intenzione di rimuoverlo temporaneamente per consentire imponenti lavori di restauro che, però, rimasero incompiuti. Il prelato fece anche trasferire il fonte battesimale nella navata sinistra, nei pressi del transetto, e sostituì la vasca con un'anfora di porfido posta su una colonna ornata alla base dal suo stemma. Anche l'arcivescovo Bozzuto (1565-1570) dovette operare un generale rifacimento del sacro edificio.
- XVI ‐ XVIII (abbandono chiostro)
- Il chiostro, nel corso del secolo XVI, a causa delle esalazioni, fu lasciato in uno stato di abbandono. Il complesso fu interessato da interventi di restauro durante di episcopati di Stefano Quaranta (1649-1678) e di Nicola Cioffi (1748-1758). I lavori non avrebbero impedito successivamente ulteriori manomissioni e profanazioni degli ambienti, trasformati in umili dimore per accogliere le famiglie povere.
- 1545 ‐ 1545 (visita pastorale campanile)
- Dalla visita pastorale condotta nel 1545 dal vescovo Francesco Sfrondati (1544-1547) apprendiamo che il campanile, munito di orologio, era dotato di quindici campane.
- XVII ‐ XVIII (programma decorativo cripta)
- La cripta fu rinnovata su volontà dei sovrani di Spagna Filippo II e Filippo III e dei vicerè di Napoli di quel periodo, Fernando Ruiz de Castro a Pedro Fernandez de Castro. Il lavori si svolsero dal 1600 al 1612 sotto la direzione dell'architetto regio Domenico Fontana. L'8 gennaio 1603 Scipione Cretella rinvenne durante uno scavo l'urna di marmo in cui era custodito il capo e parte del corpo dell'apostolo, segretamente riposta sotto il coro alla presenza dell'arcivescovo Rossini. Gli affreschi delle volte furono affidati al pittore scalese Vincenzo Dipino (1603) mentre quelli delle pareti laterali furono eseguiti da Belisario Corenzio. L'altare centrale è ornato con la statua bronzea di Sant'Andrea, eseguita nel 1604 da Michelangelo Naccherino. Le statue in marmo, raffiguranti i diaconi Stefano e Lorenzo, furono realizzate nello stesso anno da Pietro Bernini, mentre gli angeli presenti sulle cornici del dossale sono di Francesco Cassano.
- 1649 ‐ 1677 (interventi di restauro intero bene)
- Il vescovo Stefano Quaranta (1649 e il 1679) operò per la cattedrale un programma di restauro di contenuto controriformistico, seppure limitato, che previde la restituzione in visibilità dei mosaici absidali, l'esecuzione di affreschi in presbiterio, la demolizione di altari e cappelle gentilizie presenti incongruamente lungo le navate. L'operazione comportò però la dispersione di notevoli opere d'arte. In questo periodo fu anche restaurato e riordinato il chiostro.
- 1690 ‐ 1691 (restauri intero bene)
- Nel 1690, in seguito ai dissesti dovuti al terremoto del 1688, l'arcivescovo Simplicio Caravita (1682-1701) convocò l'architetto napoletano Arcangelo Guglielmelli per affrontare il problema del consolidamento che fu realizzato nel 1691 abbassando e irrobustendo le pareti della navata e del transetto e rifacendo il tetto.
- 1702 ‐ 1710 (rifacimento coperture)
- L'artistico soffitto a cassettoni fu eseguito nel 1702 dall'intagliatore Francesco Gori "di Roma ma commorante ad Amalfi", con l'aiuto di Santolo e Ludovico D'Angelo, su disegno dell'architetto Arcangelo Guglielmelli. Le tele delle navata centrale vennero realizzate negli anni 1709-1710 da Andrea Dell'Asta mentre quelle presenti nel transetto sono l'opera di Giuseppe Castellano.
- 1703 ‐ 1720 (rifacimento intero bene)
- La trasformazione più radicale della fabbrica ebbe inizio nel novembre 1703, per volontà del vescovo Michele Bologna (1701-1731), proseguendo sulla linea del Guglielmelli. Il prelato, aderendo ai gusti del tempo e impiegando grandi somme, diede all'antico tempio una veste barocca, con stucchi e decorazioni nella navata centrale e una nuova facciata. Le colonne furono inglobate in robusti pilastri. Non mancarono le critiche durante l'esecuzione dei lavori, che portarono alla demolizione dei mosaici e degli amboni medievali, già restaurati nel 1647, e di gran parte delle testimonianze epigrafiche e tombali. I lavori furono ultimati nel 1720, come si evince da documenti archivistici e dal cartiglio presente sul soffitto della cattedrale, anche con gli interventi degli architetti Pierantonio Sormano, Ferdinando Sanfelice e Domenico Antonio Vaccaro, che separarono le navate della Cattedrale da quelle dell'adiacente Basilica del Crocifisso e stesero gli stucchi delle navate laterali.
- 1708 ‐ 1777 (rifacimento cappelle laterali)
- Lungo le navate laterali erano anticamente presenti molte cappelle di patronato delle nobili famiglie amalfitane. I nuovi altari vennero rifatti a partire dal 1708 dagli intagliatori Giuseppe e Paolo Mozzetti e Domenico Tucci, sotto la direzione di Ferdinando Sanfelice. Nel 1777 il vescovo Antonio Puoti (1758-1792) fece ornare di stucchi le navate laterali e, a completamento dell'opera di Michele Bologna, dotò le cappelle di balaustre recanti nei pilastrini il suo stemma ad intarsio.
- 1711 ‐ 1712 (costruzione altare maggiore)
- L'altare maggiore è il frutto di un intervento degli anni 1711-1712. Il disegno era dell'architetto Sanfelice, la realizzazione fu ad opera dei marmorari Giuseppe e Paolo Mozzetti, che recuperarono antichi marmi di un altare della chiesa abbaziale di Positano. Al di sopra è presente il grande dipinto raffigurante il martirio di Sant'Andrea eseguito nel 1715 da Andrea Dell'Asta che affrescò anche le figure presenti nella conca absidale.
- 1715 ‐ 1818 (costruzione e restauri cappella del Coro dei canonici)
- La cappella del Coro dei canonici fu fatta costruire dall'arcivescovo Michele Bologna. Il programma decorativo fu commissionato da mons. Silvestro Miccù (1804-1830) al pittore Nicola Carleo di Maiori nel 1818, anno in cui venne collocata anche la maestosa cancellata tuttora visibile.
- 1719 ‐ 1719 (costruzione e restauri cappella del SS. Sacramento)
- La cappella del SS. Sacramento, iniziata dal vescovo Pietro Bonito, fu portata a termine dall'arcivescovo Michele Bologna nel 1719. Le superfici furono riccamente ornate nel 1900, in occasione dell'Anno Santo, dai pittori Coppola e Anesi.
- 1720 ‐ 1720 (costruzione scalea)
- All'opera degli architetti Sanfelice e Vaccaro si deve la costruzione della lunga scalea che dalla piazza conduce all'atrio del duomo, realizzata agli inizi del XVIII secolo. La scalea introduceva una nuova e diretta relazione tra la città e la sua cattedrale, mentre veniva ormai a cadere l'aspetto di balconata che contraddistingueva l'atrio.
- 1771 ‐ 1861 (programma decorativo ala centrale)
- Il rivestimento marmoreo della teoria di venti pilastri, che racchiudono le antiche colonne, iniziò nel 1771 ad opera del marmorario Pasano e fu portato a termine nel marzo del 1827 dai marmorari Giuseppe e Tommaso Borrelli di Napoli. La nuova pavimentazione fu messa in opera nel 1861.
- 1786 ‐ 1786 (costruzione sacrestia)
- La sacrestia fu fatta edificare dall'arcivescovo Antonio Puoti nel 1786 su disegno dell'architetto napoletano Orazio Salerno. Gli affreschi furono eseguiti da Costantino Desiderio di Angri.
- 1871 ‐ 1891 (rifacimento atrio e facciata)
- L'atrio e l'antica facciata crollarono il 24 dicembre 1871. I lavori di ricostruzione, eseguiti dal Comune con il generoso contributo di Pio IX e dell'arcivescovo Francesco Maiorsini (1870-1893), furono affidati dapprima all'architetto salernitano Lorenzo Casalbore e poi all'architetto milanese Enrico Alvino, che, non senza aspre critiche, seguì il gusto del revival e li ridisegnò in stile neomedievale. Dopo la morte di Alvino, avvenuta nel 1876, i lavori vennero portati a compimento da L. Della Corte e da Guglielmo Raimondi. Domenico Morelli, con l'aiuto di Paolo Vetri, concepì il disegno dei mosaici della facciata, eseguiti dalla ditta Salviati di Venezia nel 1889. La facciata fu inaugurata solennemente il 23 giugno 1891 alla presenza di Luigi Ferraris, Ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti. Domenico Morelli diventava cittadino onorario dell'antica repubblica marinara.
- 1906 ‐ 1906 (costruzione pulpito)
- Il piccolo pulpito fu fatto eseguire nel 1906 su disegno di Giovanni Rispoli dall'arcivescovo Francesco De Dominicis (1894-1908), impegnato. tra l'altro. in un progetto per la ricostruzione degli amboni medievali rimasto inattuato.
- 1908 ‐ 1934 (restauri chiostro)
- Nel 1908 mons. Enrico de Dominicis riportò il monumento agli antichi splendori valorizzando i frammenti delle antiche vestigia rimaste abbandonate. Nel 1934 la Soprintendenza ai Monumenti della Campania ha curato il definitivo assetto dei cimeli, in parte modificato nel corso degli ultimi accomodamenti.
- 1934 ‐ 1934 (restauro campanile )
- Il campanile, restaurato sotto la direzione dell'architetto Gino Chierici, Soprintendente ai Monumenti della Campania, fu liberato dalla veste barocca e dalla grande mostra dell'orologio che copriva gran parte della trifora.
- 987 ‐ 987 (costruzione intero bene)
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- presbiterio ‐ intervento strutturale (1994)
- L'adeguamento liturgico realizzato nel 1994, su progetto dell'arch. prof.ssa Donatella Mazzoleni, ha interessato l'intera area presbiteriale. In sostituzione del precedente arredo, sono stati realizzati altare, ambone e cattedra episcopale nuovi e fissi, inseriti in un nuovo sistema di percorsi liturgici. In nuovo altare rivolto al popolo nasce dal recupero di un pregevole sarcofago, a soggetto cristiano, a cui sono state aggiunte la base e la mensa. Esso è sistemato al centro del presbiterio, elevato mediante una predella. Per l'ambone è stata recuperata un'opera scultorea antica, raffigurante un'aquila; esso è sistemato sul gradino superiore d'accesso al presbiterio, lato sinistro. La sede episcopale, posizionata in alto sulla sinistra, mediante tre gradini, è un'opera scultorea nuova, in stile essenziale, ricavata da un blocco marmoreo cilindrico centralmente scavato. Ulteriori elementi marmorei di arredo, tra cui emergono le antiche colonne mosaicate e le balaustre, completano il nuovo assetto presbiteriale.
- presidenza ‐ aggiunta arredo (1999)
- Una presidenza movibile, a tre sedute, viene utilizzata in caso di celebrazioni non presiedute dal vescovo.
- presbiterio ‐ intervento strutturale (1994)
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Data di pubblicazione
13/11/2023
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Amalfi - Cava De' Tirreni)