Beni architettonici
- San Vito dei Normanni (BR)
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Parrocchia Santa Maria della Vittoria
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Diocesi
Brindisi - Ostuni
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Regione ecclesiastica
Puglia
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Tipologia
chiesa
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Qualificazione
sussidiaria
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Denominazione principale
Chiesa di Santa Teresa
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Il portale è preceduto da un protiro con due colonne corinzie che sostengono la trabeazione costituita di architrave, fregio e cornice su cui è l’iscrizione “TEMPLUM HOC / SALVATOR AZZARITI / SUMPTIBUS EXTRUXIT SUIS / DIVAE TERESIAE DICAVIT / A.D. 1823". La chiesa, a croce latina, ornata di pavimenti e altari marmorei di gran pregio realizzati dalla ditta Carparelli di Fasano, è arricchita di collegamenti laterali fatti di infissi in legno scorrevoli di notevole fattura. Ha subito radicali interventi di modifica a metà del XX secolo diretti dall’ingegnere benedettino Agostino Lanzani. L'interno è decorato con i dipinti, raffiguranti momenti della vita della Vergine Maria e di Gesù, realizzati da Onofrio Bramante (1927-2000) il 1984. Sono presenti gli altari maggiore, di Santa Teresa e di Maria Santissima delle Grazie. Il coro in castagno fu realizzato dal falegname Vincenzo Leozappa di San Vito; è separato dall’altare da porte in ferro battuto, raffiguranti voli di uccelli, realizzate dalla ditta Raniero di Bari.
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- Coperture
- copertura a crociera con calotta sul catino absidale
- Pianta
- Pianta ad aula unica
- Pavimenti e pavimentazioni
- Pavimenti in piastre di marmo e rombi della ditta Carparelli di Fasano
- Scale
- L'ingresso presenta un gradino di accesso senza scivolo per diversamente abili.
- Impianto strutturale
- impianto strutturale in carparo intonacato ed elementi decorativi in calcarenite locale
- Coperture
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- XVIII ‐ XVIII (costruzione intero bene)
- Sorse come cappella privata eretta, nella seconda metà del XVIII secolo, per volontà dell’arcivescovo Annibale De Leo (1739-1814) al pian terreno della sua casa paterna in via San Giovanni. Col suo ultimo testamento il presule dispose che la casa di San Vito convertita in orfanotrofio, accogliesse dieci povere fanciulle orfane.
- 1823 ‐ 1823 (rifacimento intero bene)
- Detta anche "Chiesa delle Monache" per la presenza delle suore della Congregazione delle Oblate Benedettine nell'attiguo Orfanotrofio, fu rifatta nel 1823 per volontà di don Salvatore Azzariti; nello stesso anno divenne chiesa aperta al pubblico culto con dedicazione a Santa Teresa d’Avila.
- 1984 ‐ 1990 (restauro intero bene)
- Sul finire degli anni '80 del sec. XX la chiesa è oggetto di importanti attività di restauro; nelle circostanze sono riqualificati gli intonaci interni, recuperato il portale lapideo e il coro, effettuati nuovi cicli decorativi per mano del pittore Onofrio Bramante, completato l'adeguamento liturgico
- XVIII ‐ XVIII (costruzione intero bene)
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- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1990)
- il presbiterio richiama nel suo impianto e nell'aspetto decorativo il romanico pugliese. Il ciborio, in stile revival medievaleggiante, si erge su 4 colonne in marmo decorate da 4 capitelli scolpiti ex novo in stile reimpiego di spoglio. L'altare, di aspetto marmoreo, richiama gli antichi modelli basilicali e sul paliotto è in rilievo una raffigurazione paleocristiana dal gusto bizantineggiante nella quale il Chi-Rho è incorniciato da due pavoni. L'ambone è in stile agli altri elementi lapidei del presbiterio con l'aggiunta sul fronte di alcune decorazioni a moisaico in stile bizantino.
- presbiterio ‐ aggiunta arredo (1990)
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Data di pubblicazione
04/10/2023
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Fonte dei dati
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Brindisi - Ostuni)