DESCRIPTION
L’attuale Battistero di San Giovanni a Cureggio, sorge su un preesistente edificio, sempre adibito a Battistero, d’impianto ottagonale, con un altare addossato alla parte sinistra dell'abside; rivolto verso oriente; sia l'abside che l’altare, per analogia con altri complessi episcopali coevi ( vedi Novara) , si può affermare che dovevano essere in asse con l'ingresso principale della chiesa. Durante il periodo in cui l’area era governata dai longobardi, il battistero subì un fase di completo abbandono (fine VI sec.); i resti dell’edificio dovettero rovinosamente crollare con il terremoto del 1117; se alcuni anni dopo sotto l’episcopato Litifredo (tra il 1122 e il 1144) essendo pievano l'arciprete Stefano, venne ricostruito sia la chiesa che il battistero in forme romaniche. In una bolla di papa Innocenzo II (1130 - 1143) del 1133 che elenca le pievi sottoposte alla diocesi di Novara, viene menzione di quella di Cureggio; poiché l'essere pieve implicava la possibilità di celebrare il battesimo, con ogni probabilità l'edificio era nuovamente funzionante. Con la ricostruzione totale dell'edificio; anche il fonte venne modificato non più vasca ad immersione di forma ottagonale o circolare scavata nel terreno, per la celebrazione del rito del battesimo ad immersione; ma bensì fu realizzato un ottagono sopraelevato emergente dal pavimento, sia pure sopra l'antico perimetro dell’originaria vasca interrata; nel centro dell’ottagono, venne installata una semplice vasca a navicella, con due comparti, sostenuta da una colonnina di serizzo o di marmo infissa nel suolo. Il battistero attualmente, conserva l’impianto ottagonale originario, ma sono state realizzate quattro absidi semicircolari piuttosto pronunciate che si aprono su lati alterni. I muri sono realizzati: nella parte inferiore con conci di pietra quanto basta squadrati ed ordinati, mentre nella parte superiore sono stati più che altro impiegati ciottoli di fiume e pietrame, con alcuni inserimenti in laterizio. La tecnica costruttiva, che ricorda quella del battistero di Agrate Conturbia e di quello di Arsago Seprio, conferma la datazione alla prima metà del XII secolo. Due absidi presentano lesene in pietra che salgono sino alla cornice di archetti pensili in cotto che corre sotto la falda del tetto; meno accurata è la decorazione delle altre due absidi (anche a causa della caduta degli archetti pensili). Sulle absidi si aprono monofore fortemente strombate che davano luce all'edificio, e che furono chiuse nel XVIII secolo quando sopra la porta nella parete sud venne costruita un'ampia finestra. La parete nord funge da facciata, con una piccola porta d'ingresso sormontata da una lunetta semicircolare in pietra. Nel XVI sec. la vasca venne rimossa dal centro e posta sotto l'abside di nord-est, sorretta da un supporto architettonico appositamente approntato per contenervi anche i santi oli crismali; in quel secolo infatti, il battistero venne trasformato in un oratorio confraternale.