DESCRIPTION
Sotto il vescovo Landolfo, negli anni 1010 – 1039, fu edificato il duomo di Chieri; il documento più antico in cui si fa riferimento alla chiesa è del 1016. Il duomo fu costruito nei pressi del preesistente battistero, ad impianto ottagonale. E’ possibile affermare che il battistero fosse già esistente, con una attenta lettura delle murature: attualmente infatti nella parte bassa della muratura, vi sono ancora alcuni tratti a «spina di pesce», realizzati con riutilizzo di mattoni provenienti da edifici di epoca romana, che testimoniano appunto la sua storia. Scavi eseguiti nel sessanta 1960, hanno portato alla luce il piano di calpestio originario del battistero . Un'apertura nel pavimento conduce al livello originario dove è possibile vedere tracce di una prima occupazione risalente al I sec. a.C., seguite dalla costruzione di un'abitazione e poi di un magazzino. Sui resti di queste strutture, fin dalla fine del V sec., si estese un cimitero paleocristiano che conserva ben otto tombe paleocristiane dette a cappuccina, costituite da formelle di laterizio, nelle quali il defunto veniva disteso al suolo e ricoperto con mattoni appoggiati al vertice, e disposti ad angolo retto. Con buona probabilità queste tombe facevano parte di una struttura cimiteriale che partiva dalla cripta sotto l’altare maggiore della adiacente chiesa, per proseguire lungo la navata destra della chiesa, ed arrivare nell’area attualmente occupata dalla piazza. Le sepolture durarono fino al X sec., quando poi in epoca landolfiana venne costruito il duomo.
Del battistero originario, esistono ancora tracce della vasca e del pozzo di raccolta delle acque (al centro).
Quando negli anni 1405 – 1436 venne restaurato il Duomo, il battistero fu sopraelevato e ristrutturato, per meglio armonizzarsi con il nuovo Duomo; nel 1435 vennero tra gli altri realizzati gli affreschi che ornano la fascia alta delle pareti. Rappresentano la «Passione di Nostro Signore Gesù Cristo secondo San Giovanni» ed è opera del pittore chierese Guglielmetto Fantini. Sotto la grande scena della Crocifissione, si trova la Pala Tana, che deve il nome al chierese Tommaso Tana, cavaliere gerosolimitano morto a Rodi nel 1503. Fu dipinta da Francesco Berglandi e Gomar Davers: lo scomparto centrale rappresenta la Natività, tra i Santi Giovanni Battista e Tommaso apostolo. In alto, la Madonna col Bambino tra San Gerolamo e San Giorgio; lungo la predella, Cristo e i Dodici Apostoli. Sul lato opposto all’altare si trova il fonte battesimale in pietra valdostana, datato 1503, con lo stemma dei Tana (famiglia chierese che ebbe il patronato del Battistero). Dietro al fonte battesimale, l'«Armadio degli oli» e, in alto, una vetrata di scuola francese che rappresenta il Battesimo di Gesù (1875-80).