La Pianta Ignaziana di Roma

K. Coll. Germanicum - Il Collegio germanico

Sant'Ignazio è raffigurato in ginocchio davanti al papa Giulio III, dal quale ottiene il permesso per istituire il Collegio Germanico.
K. Coll. Germanicum  - Il Collegio Germanico
Piazza di Sant'Apollinare - Dettaglio della Mappa della Città di Roma di  G.B. Falda 1676.
Foto aera della Piazza di Sant'Apollinare. (K) Collegio Germanico
La facciata della Chiesa di Sant'Apollinare
Il Palazzo del Collegio Germanico con a fianco alla Chiesa di Sant'Apollinare in una foto dei primi anni del XX sec.
La piazza di Sant'Apollinare con in primo piano il Palazzo del Collegio Germanico con l'attigua Chiesa dopo il recente restauro

Il maggiore pericolo alla fede cattolica tedesca e inglese fu, senza dubbio, la distruzione e lo spoglio dei seminari e delle abazie dove si formavano i nuovi sacerdoti. Per ovviare a questo problema sant’Ignazio pensò che la cosa migliore da fare fosse chiamare a Roma gli studenti, alcuni nel collegio germanico e altri in quello inglese, sotto gli auspici del cardinale Pole. Fino a che i tedeschi non ebbero una casa dove andare furono ospitati nel Collegio Romano, fino a quando alcuni cardinali e lo stesso papa Giulio III li favorirono con le elemosine. Nella separazione dal Collegio Romano al Collegio Germanico il grande Luis de Vitoria compose a otto voci distinti in due cori il salmo “Super flumina Babilonis”.
Da: Vita Beati Patris Ignatii Loyolæ religionis Societatis Iesv fvndatoris ad vivvm expressa ex ea qvam. Antverpiae ; 1610.

Il 28 ottobre del 1552 fu ufficialmente aperto il Collegium Germanicum, che era stato istituito da Giulio III il 31 agosto dello stesso anno, con bolla Dum sollicita; il nuovo istituto prese il nome di Collegium Germanicum e la direzione del Collegio venne affidata al gesuita Pedro de Ribadeneira.

Sant’Ignazio aveva fortemente voluto un seminario maggiore a Roma per studenti di lingua tedesca, per fornire apostoli ai Paesi sottratti alla dottrina cattolica dallo scisma luterano.

Il 17 ottobre del 1573 si tenne una vera e propria cerimonia di separazione degli studenti tedeschi dagli studenti del Collegio Romano, dove venne cantato il salmo Super flumina Babylonis, appositamente composto da Luis de Vittoria, che era il maestro di Cappella al Collegio Romano

Per la prima sede del Collegio Germanicum, furono prese in affitto da Sant’Ignazio due case nei pressi dell’attuale via del Pie di Marmo; l’anno seguente, il collegio ormai in espansione, ottené una sede molto più grande tra le chiese di Santo Stefano del Cacco e di San Giovanni, in piazza della Pigna.

Dal 1573 il collegio fu nel maestoso palazzo situato all’attuale civico 70 di via della Scrofa.

Nel 1580 fu Gregorio XIII ad unire il Collegium Germanicum con il Collegium Hungaricum creando il Collegium Germanicum et Hungaricum che esiste ancora oggi come tale.

Il Collegio Germanico ed Ungarico fu ospitato dal 1574 al 1773 nel palazzo in Piazza Sant’Apollinare (indicato con la lettera K. nella pianta), adiacente all’omonima chiesa, che Giulio III aveva donato a S. Ignazio, che fu di proprietà anche dei cardinali Napoleone Orsini e Branda Castiglioni. La volta della biblioteca del Collegio fu affrescata dal gesuita Andrea Pozzo negli anni 1690 - 1700; successivamente 1745-1748, il palazzo fu restaurato dall’architetto Ferdinando Fuga, per volere del cardinale Alessandro Albani, che all’epoca era il protettore del Collegio.

Fino alla fine del XVIII secolo, furono vari i cardinali che si occuparono delle varie necessità del Collegio, in qualità di rappresentanti del Papa. Dopo la soppressione dell’ordine dei Gesuiti, nel 1824 il collegio come istituzione venne riformata da Leone XII; questa riforma fece sì che fosse il Superiore Generale della Compagnia di Gesù ad assumere direttamente la direzione del Collegio.

Nel XIX la sede del collegio fu Palazzo Borromeo in Via del Seminario, 120.

Dal 1886 il collegio ha sede nel palazzo situato in via di san Nicola, 13. Il palazzo si sviluppa su due piani, oltre al mezzanino e al pianterreno, con cantonali bugnati fino al possente ed elegante cornicione a mensole.