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Fede e Speranza. Le due statue canoviane della basilica di S. Andrea tornano a splendere

Uscite dalla bottega del sommo scultore, ornano l'altare del Preziosissimo Sangue di Cristo nella chiesa di L. B. Alberti

Archivio storico diocesano di Mantova (Mantova), Basilica Concattedrale di Sant'Andrea apostolo, 02/10/2022

Dopo il tramonto della dinastia gonzaghesca, relegata a provincia dell'Impero Austro-ungarico, Mantova negli anni della Restaurazione continua a coinvolgere grandi personalità artistiche nei progetti decorativi dei propri edifici di culto. Per interessamento del marchese Tullo Guerrieri la fabbriceria della basilica di Sant'Andrea ottiene l'attenzione del sommo scultore Antonio Canova per la realizzazione di due sculture in marmo statuario di Carrara, raffiguranti la Fede e la Speranza, da collocare sull'altare-cassaforte che contiene la principale reliquia della Diocesi, il Preziosissimo Sangue di Cristo.

I documenti conservati nell'Archivio Storico Diocesano consentono di ricostruire le vicende della commissione e le fasi di realizzazione, diretta dal Canova tra il 1816 e il 1818. Egli dapprima coinvolse il suo allievo Johann Peter Kaufmann, di origini austriache e imparentato con la nota pittrice Angelica, che iniziò a scolpire una statua ma abbandonò l'opera per trasferirsi in Sassonia come scultore di corte per il granduca Carl August von Sachsen-Weimar-Eisenach; le sculture furono terminate e firmate da Leandro Biglioschi, che del Canova fu assistente di studio e successore nella carica di presidente dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon. 

Il restauro delle statue, che si presentavano offuscate dal secolare nerofumo delle candele, ha consentito di recuperarne la qualità tecnica e materica. 

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