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Le opere figurativo-devozionali di Luca Giordano, Vito Antonio Conversi e Francesco Oliva nel Materano tra Sei e Settecento

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Studio intorno alle Viae Crucis dipinte e ai cicli iconografici affini presenti nelle chiese dell’Arcidiocesi di Matera - Irsina

Matera - Irsina, 30/11/2019

La proposta di articolo intende affrontare la materia storico-artistica e religioso-popolare della devozione alla Via Crucis seguendo un movimento che va "dall'interno all'esterno", dal patrimonio materiale in questione delle chiese di Matera e provincia al patrimonio immateriale della religiosità popolare di questi territori (la misura territoriale è riferita all'amministrazione ecclesiastica dell'Arcidiocesi di Matera - Irsina, nella consapevolezza storica che l'epoca studiata risponde a un'amministrazione ecclesiastica, la sede acheruntino-materana, territorialmente diversa dall'attuale). L'adozione di questa dinamica di ricerca "dall'interno all'esterno" del patrimonio religioso-ecclesiastico del Materano, di cui la devozione alla Via Crucis funge da chiave di lettura, consente infatti di interpretare le Viae Crucis dipinte e i cicli iconografici affini (della Passione e dei Misteri) come tracce materiali indispensabili al tentativo di penetrare, oggi, la religiosità popolare di allora - quella cioè corrispondente al tempo delle produzioni figurativo-devozionali in questione (XVII e XVIII secolo).

Le opere prese in considerazione sono dunque le seguenti:
- il ciclo della Via Crucis di Luca Giordano (1634-1705), nella chiesa madre di Santa Maria Maggiore a Miglionico.
- il ciclo dei Misteri di Vito Antonio Conversi (1713-...), nella chiesa di San Domenico a Matera (in particolare, Gesù Cristo crocifisso e Gesù Cristo porta la croce)
- il ciclo della Passione di Vito Antonio Conversi nella chiesa di San Francesco d'Assisi a Matera (in particolare, Gesù Cristo crocifisso e Gesù Cristo deposto)
- il ciclo della Passione di Francesco Oliva (noto dal 1759 al 1794), nella chiesa del Purgatorio Nuovo a Matera (in particolare, Gesù Cristo deriso, Gesù Cristo cade sotto il peso della croce, Gesù Cristo crocifisso e Gesù Cristo deposto)
- altri esempi di Via Crucis dipinta presenti nello stesso territorio ecclesiastico ma non ancora compiutamente identificate - si vedano le due tele seicentesche appartenenti a Viae Crucis catalogate sul portale BeWeb, tratte dall'inventario dei beni storici e artistici della Diocesi di Matera - Irsina:
Ambito lucano (1610), Deposizione
Ambito dell'Italia meridionale sec. XVII, Deposizione dalla croce

Perché l'esecuzione di questo tipo particolare di arte religiosa spettò a questi autori? Qual è la datazione esatta di queste opere? Chi furono i committenti e soprattutto in che misura la comunità dei fedeli, a cui questo tipo di produzione figurativo-devozionale era direttamente indirizzato, fu coinvolta - se lo fu - nel contribuire economicamente all'effettiva realizzazione di queste opere? In che modo si svolgeva il rito paraliturgico della devozione alla Via Crucis attraverso il supporto figurativo?

Insomma, pur nella loro differente codificazione iconografica, quale "altra storia" ecclesiastica delle stesse intangibili devozioni praticate nel Materano, possono nel complesso testimoniarci quei cicli figurativi, emblematicamente rari in quel territorio, di autori ivi attivi tra Sei e Settecento? La politica delle indulgenze, legata in particolare alla devozione alla Via Crucis, e la politica delle immagini del cattolicesimo controriformato, determinante il margine espressivo anche del genere devozionale, sono solo alcuni dei segni o delle forme concrete attraverso cui la ricerca può tentare di fornire un'interpretazione del "circolo" di patrimonio materiale e patrimonio immateriale distintivo della religiosità popolare.

Le Viae Crucis figurative (e certe opere appartenenti ai cicli iconografici affini) sono un bene ecclesiastico ancora inevaso dalla critica d'arte e la loro appartenenza ideale a una "storia minore dell'arte cristiana" ne fa oggi motivo di una riscoperta critica e di una valorizzazione storico-artistica a stretto contatto con la devozione paraliturgica che le fonda e legittima - non solo, in cui proprio quest'ultima, così immateriale, può a sua volta riconoscersi storicamente.

Riferimenti bibliografici:

-Acanfora Elisa (a cura di), Splendori del barocco defilato. Arte in Basilicata e ai suoi confini da Luca Giordano al Settecento, Firenze, Mandragora, 2009.
-Carlino Carlo (a cura di), La "Scuola" di Monteleone. Disegni dal XVII al XIX secolo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2001.   
-Ferrari Oreste, Scavizzi Giuseppe, Luca Giordano. Nuove ricerche e inediti, Napoli, Electa Napoli, 2003.
-Lerede Giovanni, I Conversi tra Matera e la Puglia. Giovanni Battista, Giuseppe, Vito Antonio e Donato Paolo: luoghi e opere di una famiglia di pittori del '700, Fasano, Schena, 2003.
-Lions Club Matera Host (a cura del), La Via Crucis nei Sassi di Matera, Matera, Centrostampa, [s. d.].   
-Noviello Franco, Storiografia dell'Arte Pittorica Popolare in Lucania e nella Basilicata. Cultura figurativa popolare, Venosa, Osanna Edizioni, 1986.
-Savona V., Un restauro per la città. Dipinti di Francesco Oliva (1785), Matera, La stamperia, 1997.
-Scavizzi Giuseppe, Luca Giordano. La vita e le opere, Napoli, Arte'm, 2017.
(Un ringraziamento particolare, per l'accesso digitale ai testi di cui sopra, va alla Biblioteca Provinciale "Tommaso Stigliani" - Matera - MT).

Immagini:

Le immagini a colori sono tutte tratte da questo portale; le immagini in bianco e nero provengono dall'Archivio fotogr. Soprintendenza Archeologia Belli Arti e Paesaggio della Basilicata - Potenza.

A cura di  Filippo Stefanini






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