Unus fons unus spiritus una fides: le soluzioni delle origini.

L'azione rituale secondo la Traditio apostolica

Ippolito di Roma (Asia, 170 circa – Sardegna, 235) è stato un teologo e scrittore romano.

Nella sua Tradizione Apostolica del 217, suddivide i catecumeni in due classi: quelli che in generale si stanno preparando al Battesimo; quelli che sono ormai prossimi all'Iniziazione, che egli chiama eletti.

Ippolito distingue in cinque tappe il cammino dell'Iniziazione: nella prima tappa coloro che debbono ricevere il battesimo sono condotti davanti al Didascalos per ricevere la catechesi; e interrogati "prima che il popolo arrivi"; sulla loro identità e sulla loro condotta morale.

Nella seconda tappa se il Didascalos è favorevole, il candidato comincia a seguire la catechesi, il candidato comincia a seguire una catechesi che dura tre anni, durante questo periodo i catecumeni pregano separatamente dall’assemblea. Tale preparazione culminerà in una nuova inchiesta, da parte del Didascalos sul comportamento del catecumeno.

Nella terza tappa si procede alla preparazione vera e al Battesimo: dopo il secondo interrogatorio del catecumeno, se il risultato è positivo, il catecumeno potrà ascoltare il Vangelo; a partire da questo momento il catecumeno è chiamato electus, e prende parte alla liturgia della parola nella sua interezza. Quotidianamente riceve un'imposizione delle mani e viene esorcizzato, e negli ultimi giorni l'esorcismo viene fatto direttamente dal vescovo; se l'eletto non è puro, verrà espulso.

Nella quarta tappa: tre giorni prima del Battesimo, cioè il giovedì, i catecumeni fanno un bagno e si lavano. Il venerdì cominciano il digiuno. Il sabato si riuniscono con il Vescovo, che impone loro le mani per l'esorcismo, soffia loro sul volto, e traccia loro un segno di croce sulla fronte, sulle orecchie, sul naso. Per tutta la notte si veglia in preghiera, con letture e catechesi.

Nella quinta tappa: Traditio Apostolica Capitolo 21:

Nel tempo in cui il gallo canta, per prima cosa si preghi sull’acqua. Sia acqua che fluisce in un fonte, o che fluisce dall’alto. Si faccia in questo modo, a meno che non vi sia una particolare necessità (aliqua necessitas). Se poi c’è una necessità permanente e urgente, usa l’acqua che trovi. Depongano i vestiti, e battezzate per primi i bambini. Tutti coloro che possono parlare per se stessi, parlino. Coloro che non possono parlare per se stessi (qui autem non possunt loqui pro se), i loro genitori parlino per loro (parentes eorum loquantur pro eis), oppure qualcuno della loro famiglia. Battezzate quindi gli uomini; e infine le donne, dopo che avranno sciolto tutti quanti i loro capelli e avranno deposto gli ornamenti d’oro e d’argento che hanno su di loro, e nessuno prenda con sé alcunché di alieno mentre scende nell’acqua. Al tempo fissato per battezzare, il vescovo renda grazie sull’olio, che mette in un vaso e che chiama «olio dell’azione di grazie». Poi prende anche altro olio, che esorcizza e chiama «olio dell’esorcismo». Allora un diacono prende l’olio dell’esorcismo e si pone alla sinistra del presbitero, e un altro diacono prende l’olio dell’azione di grazie e si pone alla destra del presbitero. E il presbitero, prendendo a uno a uno coloro che devono ricevere il Battesimo, gli ordini di rinunziare, dicendo: «Rinuncio a te, Satana, e a ogni tua servitù e a tutte le tue opere». E dopo che ognuno avrà rinunciato, lo unga con l’olio dell’esorcismo, dicendogli: «Ogni spirito si allontani da te». E in questo modo lo consegni nudo al vescovo o al presbitero che sta accanto all’acqua, perché lo battezzi. Allo stesso modo un diacono discenda con lui [nell’acqua]. Quando dunque colui che viene battezzato discende nell’acqua, colui che battezza, imponendo la mano su di lui, gli dica così: «Credi in Dio Padre onnipotente?». E colui che viene battezzato a sua volta dica: «Credo!». E subito, tenendo la mano posta sul suo capo, lo battezzi una prima volta. E poi dica: «Credi in Cristo Gesù, Figlio di Dio, che per opera dello Spirito Santo nacque da Maria vergine, e fu crocifisso sotto Ponzio Pilato, e morì, e fu sepolto, e risorse il terzo giorno vivo dai morti, e ascese nei cieli, e siede alla destra del Padre, e verrà a giudicare i vivi e i morti?». E quando quello avrà detto: «Credo!», sia battezzato per la seconda volta. E di nuovo dica: «Credi nello Spirito Santo e nella santa Chiesa e nella risurrezione della carne?». Colui che viene battezzato dica dunque: «Credo!». E così per la terza volta sia battezzato. E quando sarà risalito, sia unto dal presbitero con quell’olio che è stato santificato, dicendo: «Ti ungo con l’olio santo nel nome di Gesù Cristo». E così i singoli, dopo essersi asciugati, si rivestano e poi entrino in chiesa. Quindi il vescovo, imponendo loro la mano, invochi dicendo: «Signore Dio, che li hai resi degni di meritare la remissione dei peccati mediante il lavacro di rigenerazione dello Spirito Santo, manda in essi la tua grazia, affinché ti servano secondo la tua volontà; poiché a te è la gloria, a [te] Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, nella santa Chiesa, ora e nei secoli dei secoli. Amen». Poi, versando con la mano l’olio santificato e imponendola sul capo, dica: «Ti ungo con l’olio santo nel Signore Padre onnipotente e in Cristo Gesù e nello Spirito Santo». E, segnando[lo] sulla fronte, [gli] offra il bacio e dica: «Il Signore è/sia con te». E colui che è stato segnato dica: «E con il tuo spirito». E così faccia con ognuno. In seguito [i neofiti] preghino ormai insieme con tutto il popolo; infatti non pregano insieme con i fedeli, se non hanno conseguito prima tutto ciò. E quando avranno pregato, si diano con la bocca la pace. Allora l’oblazione venga presentata dai diaconi al vescovo; e questi renda grazie sul pane, perché diventi il sacramento (in exemplum) — che i Greci chiamano antìtipo — del corpo di Cristo; [e] sul calice mesciuto di vino, perché diventi la similitudine [= sacramento] del sangue che fu sparso per tutti coloro che credettero in lui; [e] sul latte e miele mescolati insieme, per [indicare] il compimento della promessa che fu fatta ai padri, nella quale si parlò di una terra stillante latte e miele, e in base alla quale Cristo diede la sua carne, perché si nutrano di essa, alla maniera dei bambini, quanti credono [in colui] che rende dolci le amarezze del cuore con la soavità della parola; infine [renda grazie] sull’acqua offerta per significare il lavacro, affinché anche l’uomo interiore, ossia l’anima, consegua i medesimi effetti del corpo. Di tutte queste cose il vescovo renda conto a coloro che le ricevono. Spezzando poi il pane, e distribuendone un pezzo a ognuno, dica: «Il pane celeste in Cristo Gesù!». Chi lo riceve risponda: «Amen!». Se i presbiteri non sono sufficienti, anche i diaconi tengano i calici, e stiano ben disposti (cum honestate) e in buon ordine (cum moderatione): prima colui che tiene l’acqua, secondo quello che tiene il latte, terzo quello che tiene il vino. Coloro che ricevono [la comunione] gustino da ognuno dei singoli [calici], mentre chi porge dica tre volte [cioè a ogni calice]: «In Dio Padre onnipotente!». Colui che riceve dica: «Amen!». «E nel Signore Gesù Cristo, e nello Spirito Santo, e nella santa Chiesa!». E dica: «Amen!». Così si faccia con ognuno.

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