Lo spazio liturgico della cattedrale di Bergamo attraverso i secoli

Lo sviluppo della cattedrale in età medioevale

Il Liber Ordinarius, redatto dall’arcidiacono Antonio da Ponte per volere del vescovo Giovanni Barozzi (1449-1464), è diviso in due sezioni: nella prima sono descritte le celebrazioni delle principali festività dell’anno liturgico e di alcuni riti particolari, nella seconda sono raccolte le indicazioni dettate dalla Curia romana circa l’uso dei paramenti e i compiti dei ministri che assistevano alle celebrazioni
Ecco come doveva apparire la cattedrale di San Vincenzo in età medievale, prima che a metà Quattrocento il vescovo Giovanni Barozzi ne affidasse il rifacimento all’architetto fiorentino Antonio Averlino detto il Filarete
Emblema delle trasformazioni architettoniche che coinvolsero la cattedrale tra XII e XIII secolo, l’iconostasi è una recinzione che separa l’area del presbiterio – riservata al clero – dalla navata destinata ai laici.
Croce processionale in lamina d’argento meglio nota come “croce di Ughetto”, disegnata da Pietro da Nova nel XIV secolo e realizzata da Pandolfo Lorenzoni da Vertova e altri orefici di area lombarda
Il vescovo di Bergamo Giovanni Barozzi in un dipinto di Orfeo Locatelli (1983), parte della collezione di 85 ritratti di vescovi bergamaschi. Fu proprio il vescovo Barozzi a volere fortemente l'edificazione di una nuova cattedrale ed affidarne i lavori al Filarete
Ricostruzione grafica della cattedrale secondo il progetto approntato dal Filarete e realizzato a più riprese – con alcune modifiche – lungo il corso dell’età moderna. È ben evidente la pianta a croce latina, scelta motivata dalle pendenze del terreno ma anche da una precisa convinzione del progettista, che nel suo “Trattato di Architettura“ affermava che le chiese dovessero essere fatte in croce
In età medioevale accostarsi al sacramento dell’Eucaristia divenne via via più raro, mentre per contro si diffuse tra i fedeli una devozione eucaristica “visiva”: l’elevazione dell’ostia consacrata divenne così il momento culminante della celebrazione e si realizzarono ostensori sempre più elaborati per la sua esposizione. Questo ostensorio in lamina d’argento dorata, sbalzata e rifinita a cesello e bulino con figure a getto e pietre colorate – opera dell’orefice bresciano Giuseppe Filiberti (1762) – è uno dei pezzi più pregiati del tesoro della Cattedrale.
Repertorio con i canti della celebrazione eucaristica in Cattedrale, dalla prima domenica dopo Pentecoste fino all’Avvento. Ai ff. 12-21 si individuano i canti (introito, graduale, antifona di offertorio e antifona di comunione) della festività del Corpus Domini. Manca l’incipit dell’introito, provvisto di miniatura, probabilmente sul foglio mancante
Redatto intorno alla metà del Quattrocento, il Liber Ordinarius del vescovo Giovanni Barozzi rappresenta l’ultima “istantanea” della vecchia cattedrale romanica prima dell’avvio del cantiere della nuova cattedrale, affidato all’architetto toscano Antonio Averlino detto il Filarete, e offre un interessante spaccato sulle celebrazioni e i riti della chiesa bergamasca
Fundamenta Cappellaniarum et Legatorum Cathedralis Sancti Alexandri Bergomi: il registro, redatto per disposizione del vescovo Lorenzo Gabriel (1484-1512), riporta le volontà di coloro che hanno istituito cappellanie presso la chiesa di san Vincenzo, con i relativi oneri e legati. Questo volume, predisposto nel 1485, raccoglie documenti relativi all’istituzione di cappellanie nella cattedrale ed è un prezioso documento che testimonia la straordinaria crescita della fondazione di altari laterali tra XIV e XV secolo.
Piviale cinquecentesco detto “di san Vincenzo” in tessuto laminato con ricami in oro e argento filato e decorazioni ad acquerello, indossato dal Vescovo nelle celebrazioni principali.
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Note di carattere storico, architettonico e liturgico

Per la cattedrale di san Vincenzo l’età medioevale fu caratterizzata da un lato da profonde trasformazioni architettoniche – culminate a metà Quattrocento in un nuovo progetto che prevedeva il totale rifacimento della chiesa – dall’altro da significativi mutamenti che toccarono tanto i riti liturgici quanto la spiritualità dei fedeli. Questi due aspetti finirono ovviamente per influenzarsi a vicenda: ecco allora che la crescente prassi di celebrare messe in suffragio dei defunti favorì la fondazione di altari e cappelle laterali – era infatti vietato celebrare più di una messa quotidiana per ciascun altare – che a sua volta stimolò la devozione verso i santi e la nascita delle confraternite. Il desiderio di rendere visibile Gesù Eucaristia portò alla realizzazione di ostensori sempre più elaborati e, in campo liturgico, alla moltiplicazione delle occasioni di adorazione e alla processione del Corpus Domini. Una straordinaria istantanea di quel tempo – nel quale ancora sopravvivevano a Bergamo due cattedrali e due capitoli - è rappresentata dal Liber Ordinarius rituum divinorum officiorum et consuetudinorum cathedralis bergomensis del vescovo Giovanni Barozzi, che raccoglie norme e consuetudini della ecclesia Pergami ed offre un interessante panoramica su paramenti e arredi sacri in uso nella cattedrale.

 

Trasformazioni architettoniche

 

Bibliografia

FONTI ARCHIVISTICHE

  • ARCHIVIO STORICO DIOCESANO DI BERGAMO, Archivio Capitolare, 634, Liber Ordinarius rituum divinorum officiorum et consuetudinorum cathedralis bergomensis (manoscritto), Bergamo
  • ARCHIVIO STORICO DIOCESANO DI BERGAMO, Archivio Capitolare, 419, Fondamenta Cappellaniarum et Legatorum Cathedralis Sancti Alexandri Bergomi
  • ARCHIVIO STORICO DIOCESANO DI BERGAMO, Archivio Capitolare, Libri Corali, 9, ff. 12-21, Gradualis III – a prima dominica post Pentecostem usque ad Adventum (manoscritto)
 

Nuovo progetto

 
 

Spiritualità dei fedeli

 
 

Altari e cappelle laterali

 
 

Due cattedrali e due capitoli

 
 

Paramenti e arredi sacri