Monaci nel mondo: contrapposizione tra mondo e monachesimo

Guarda con Amore

"Aditus ad Dominum"
"Hodie et semper"
"Mollette colorate"
"Vita quotidiana"
"Il soffritto"
"Delli vestimenti delli fratelli Eremiti"
"Il pasto solitario"
"Panis Angelicus"
"Natura tuscolana"
"Extra moenia monasterii"
"Meditazione nel bosco"
"Tutto in un fiore"
"Di certo è felice"
"La porta sull'estate"
"Aestiva vanitas"
"Bruma"

Le immagini che seguono sono tratte da un album composto da un monaco eremita che vuole restare anonimo, per esprimere attraverso l’arte della fotografia la spiritualità di luoghi, di persone, di situazioni, nell’abitato interiore della vita all’Eremo: di attimi che permeano le storie quotidiane di vita, lui stesso così si esprime, invitandoci ad entrare in questo percorso, a guardarle con amore.

“Guarda con amore”

«En somme, nous habitons Dieu»

Tutto ha inizio dal fatto che c’è la luce – e la si guarda. Sapendo che essa nutre: lo splendore della luce è complice dello splendore del mondo.

È forma, e consente di trovare una pienezza. La forma è lavoro e adorazione. Perciò, l’ombra del disegno diletta la mente e risveglia il cuore. Non deve più illudersi, la mente, di procedere coi soli suoi ragionamenti che sono il suo prodotto più pesante e grossolano il quale non deve certo essere eliminato, ma purificato e condotto ad esprimersi in movimenti veri ed essenziali.

Il confine tra le cose più astratte e le realtà più materiali passa nelle linee. È l’incontro con una forma nuova, non sappiamo dove ci porta. Ma verrà il momento in cui un gesto di geniale efficacia, un gesto sciolto come di danza, la penetrazione nella singolarità arcana di un essere, la semplice individuazione della perfezione suggerita o nascosta in un essere, in Dio, germoglierà dalla cifra di un segno, contemplato con misteriosa gratitudine.

Le forme luminose fermate per mezzo di cellule fotografiche sono innegabili.

Colui che ha visto rende testimonianza. Qualcuno pensa, dice, che prova a guardare le cose, le persone, a coglierle con questo sguardo. È questo sguardo, allora, che fa danzare l’anima come attorno a un astro spirituale, eucaristico?

È questo sguardo, richiesto di rivolgersi in un altro modo a ciò che gli brilla attorno, che inizia a pregare a sua volta chi guarda con lui e chi guarda in Lui: “Guarda con amore”?