L'anno giubilare dell'Abbazia di Nonantola

L'Abbazia

L'annuncio dell'anno giubilare indetto per la riapertura dell'Abbazia il 16 settembre 2018.
La facciata abbaziale a salienti, con protiro sporgente.
L'Arcivescovo-Abate Castellucci apre la Porta Santa.
Il protiro e il portale dell'Abbazia.
La lunetta del portale, attribuita con certezza a Wiligelmo, ci mostra Dio in trono, in atto benedicente, affiancato da due angeli e circondato dalle tradizionali raffigurazioni iconografiche dei 4 Evangelisti.
Le imponenti absidi abbaziali.
La cripta dell'abbazia, una delle più vaste delle chiese romaniche europee.
Veduta dell'interno dell'abbazia dall'ingresso.
Veduta dell'interno dell'abbazia dal presbiterio.
Veduta del presbiterio.
Il fonte battesimale di inizio Novecento, alla sinistra del portale.
La veduta dall'alto dell'interno complesso abbaziale.
Nonantola, Museo Benedettino e diocesano d'arte sacra, Ludovico Carracci, San Carlo Borromeo battezza un bambino durante la peste di Milano, inizio XVII secolo, olio su tela.
1959, le due diocesi già unite nell'attività pastorale.
1959, Mons. Giuseppe Amici metropolita della Diocesi di Modena e Abate dell'Abbazia.
1973, le due diocesi ancora distinte.
Nostro Tempo, 1986, numero 37 - Le due diocesi unite.
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La basilica abbaziale è oggi la chiesa concattedrale dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, che è l’erede materiale e spirituale dell’antico complesso monastico.

Nel 752 il monaco Anselmo, cognato del re Astolfo, dopo aver fondato nel 749 un monastero a Fanano, su richiesta del re stabilì un nuovo insediamento in Nonantula e ne venne nominato abate.

Il cenobio sorgeva come abbazia regia sull’ex-confine tra Regnum Longobardiae ed Esarcato bizantino.

Fu dedicato a san Silvestro nel 756, quando il santo abate ne portò qui le reliquie.

Nel 774 ottenne da Carlo Magno la conferma dei privilegi e dell’esenzione dal controllo vescovile.

Nella compagine del Sacro Romano Impero, Nonantola fece parte della rete dei monasteri imperiali  nati o riorganizzati dalla riforma carolingia, espressa tra le altre cose nei circuiti monastici di preghiera e testimoniata dalle liste dei nomi dei monaci nonantolani conservate a san Gallo e a Reichenau e dai codici copiati e donati a vicenda.

Nel medioevo Nonantola divenne tra i più importanti centri di cultura del Nord Italia; nel suo Scriptorium vennero elaborati un nuovo tipo di scrittura, detta nonantolana, e la scrittura musicale neumatica nonantolana.

Progressivamente il territorio dell’abbazia si configurò come una diocesi autonoma e gli abati divennero signori feudali con il conseguente apparato amministrativo e giuridico: lo ‘Stato Nonantolano’.

Manifestazione del legame tra l’abbazia e la sua città fu nel 1058 la concessione dell’abate Gottescalco al populus della libertà civica, dei diritti individuali e di una vasta estensione agricola in cambio dell’edificazione e difesa delle mura cittadine. Ciò costituì l’origine anche della Partecipanza agraria, realtà fiorente fino ad oggi.

La giurisdizione temporale cessò quasi completamente nel 1261.

Dal 1449 iniziò la serie degli abati commendatari, tra cui il cardinale Giuliano Della Rovere (1484-1503), poi papa Giulio II, e san Carlo Borromeo (1560-1566), che fondò il Seminario (1567). Durante il regime di commenda, dal 1514 i Cistercensi sostituirono i Benedettini.

Nel 1769, papa Clemente XIII soppresse il monastero e venne radunato un consorzio di sacerdoti, primo nucleo del Capitolo di Canonici, costituito nel 1929.