L'appello a tutti gli uomini liberi e forti del Servo Di Dio Luigi Sturzo

L'appello ai liberi e forti e la fondazione del Partito Popolare Italiano

Ritratto fotografico di don Romolo Murri.
Nella vigilia del Natale del 1905 Luigi Sturzo pronunciò questo discorso a Caltagirone. Era l'inizio del nuovo progetto politico che 14 anni dopo avrebbe portato alla fondazione del Partito Popolare Italiano.
Appello a tutti gli uomini liberi e forti, 1919.
Il programma in 12 punti del Partito Popolare Italiano, 1919.
Lettera con firma autografa di Sturzo alla sezione del Partito Popolare Italiano di Caltagirone nel primo anniversario della fondazione.
MENU

La creazione di una nuova compagine per favorire l'impegno politico dei cattolici a livello nazionale, dopo l'esperienza della Democrazia Cristiana di Romolo Murri, fu un processo lungo, complesso, iniziato a Caltagirone con il discorso «I problemi della vita nazionale dei cattolici italiani» pronunciato da Sturzo il 24 dicembre 1905. È in quella occasione che si delineeranno le direttrici di un impegno politico dei cattolici secondo una concezione innovativa, laica, autonoma dall'autorità ecclesiastica.

Il 19 gennaio 1919 venne presentato l’“Appello ai Liberi e forti” e redatto un documento programmatico in dodici punti che riassumeva le linee guida del neo Partito Popolare Italiano e nominava don Luigi Sturzo segretario politico.

Contribuire al migliore avvenire dell'Italia è il proposito dei popolari italiani che si impegnano a vigilare contro uno Stato accentratore e limitarne monopoli e ingerenze, per renderlo, invece, garante e promotore delle individualità e delle iniziative private; sostenere la democrazia contro gli attacchi delle “tre male bestie”: la partitocrazia, lo statalismo, lo sperpero del denaro pubblico. Nell'Appello viene invocato il voto alle donne, la semplificazione burocratica e legislativa, la riforma degli enti provinciali e il decentramento regionale.

Il popolarismo sturziano si fonda sulla certezza che populismi e individualismi – espressione di derive democratiche svuotate da una reale partecipazione popolare – vanno combattuti, sempre: «Il popolarismo si basa sulle libertà civili e politiche senza monopoli di partito e senza persecuzioni di religioni, di classe, di razza».