L'appello a tutti gli uomini liberi e forti del Servo Di Dio Luigi Sturzo

La Rerum Novarum e la "conversione sociale" del giovane Sturzo

Bambini a lavoro nelle zolfare siciliane tra XIX e XX secolo.
Statua marmorea di Leone XIII benedicente, opera di Giuseppe Luchetti (autore di altre identiche statue presenti a Roma, Perugia e New York).
Ritratto fotografico di Luigi Sturzo all’età di circa 24 anni
Ritratto fotografico di Leone XIII, 1903.
La Rerum Novarum di papa Leone XIII, 1891.
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L'indigenza della classe operaia, lo sfruttamento di donne e bambini, la miseria dilagante di fine Ottocento in Italia sono al centro delle riflessioni della Santa Sede che intende esprimere la propria posizione sulla società e sulla condizione dei lavoratori spesso consegnati “soli e indifesi alla disumanità dei padroni e alla sfrenata cupidigia della concorrenza”.

Il 15 maggio 1891 papa Leone XIII promulga l'enciclica Rerum Novarum: “I portentosi progressi delle arti e i nuovi metodi dell'industria; le mutate relazioni tra padroni ed operai; l'essersi accumulata la ricchezza in poche mani e largamente estesa la povertà; […] questo insieme di cose, con l'aggiunta dei peggiorati costumi, hanno fatto scoppiare il conflitto”.

In quegli anni il giovane chierico Luigi Sturzo (1871-1959), appena ventenne, aspirava ad una cattedra di filosofia ma a Roma, dove andrà pochi anni dopo per seguire i corsi dell'Accademia Tomistica e dell'Università Gregoriana, verrà attratto dalle attività sociali dei circoli cattolici: sarà la sua Damasco.

Egli stesso descriverà quel momento alcuni anni più tardi: “Quel che mi fece più impressione fu la vista di miserie inaudite in un quartiere popolare del centro di Roma (dove stava l’antico Ghetto), che io visitai per lungo e per largo nel Sabato Santo del 1895, incaricato dalla parrocchia di benedire le case. Per più giorni mi sentii ammalato; non presi cibo. Tosto mi procurai della letteratura sociale, cercai di sapere quel che facevano socialisti e umanitari, di bene informarmi di leghe e cooperative. Per un mese S. Tommaso e S. Agostino restarono là impolverati: il mio pensiero era altrove.

Sturzo entrerà in contatto con Romolo Murri, Giuseppe Toniolo, Giacomo Radini Tedeschi e tanti altri sacerdoti e laici profondamente impegnati a dare un nuovo volto ai cattolici italiani desiderosi di impegnarsi attivamente nell’azione sociale, nelle lotte per i diritti dei lavoratori.

L'enciclica leonina rappresenterà, per il sacerdote calatino, l'autorevole fondamento per aspirare ad un sacerdozio nuovo e ad una rinnovata Chiesa, finalmente protagonista e capace di interpretare i reali bisogni della società.