L'impegno politico, l'esilio e il rientro in patria

La Politica

Autorizzazione della Santa Sede alla carica di pro-sindaco di Sturzo. Lettera del 1906 a firma del card. Merry dal Val.
Manifesto a cura del Comune di Caltagirone per la fornitura di energia elettrica a uso privato.
Copertina del Volume Il Partito Popolare italiano.
Raccolta di fondi per l'organizzazione di festeggiamenti per Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano
Foto di posa di don Luigi Sturzo con dedica all'amico Luigi De Rosa nel giorno del loro onomastico.

La creazione di una nuova compagine per favorire l’impegno politico dei cattolici a livello nazionale, dopo l’esperienza della Democrazia Cristiana di Romolo Murri, fu un processo lungo, complesso e intensamente vissuto sul piano personale, un impegno iniziato a Caltagirone con il discorso «I problemi della vita nazionale dei cattolici italiani» pronunciato il 24 dicembre 1905 nel circolo di lettura della sua città natale.

È in quella occasione che si delineeranno le direttici di un impegno dei cattolici in politica secondo una concezione innovativa, laica, autonoma dall’autorità ecclesiastica; con il discorso di Caltagirone «comincia la storia del cattolicesimo democratico – afferma Francesco Malgeri – comincia a delinearsi un modo nuovo e moderno di collocarsi del movimento cattolico nella società italiana».

“Non vi dovete meravigliare che un sacerdote, lasciando per poco le alte ragioni della teologia, scenda a discorrere di economia politica e di società commerciali. È finito il tempo in cui stavamo rincantucciati in sagrestia. Perché io mi occupo di politica? Perché trovo che a mezzo di essa potrò fare del bene agli altri e realizzare, per quanto è possibile, un benessere terreno, che deve servire a meglio attuare il benessere spirituale delle anime”.  Questo era il pensiero di don Luigi Sturzo che considerava la politica un ramo dell’amore di Dio rivolto alla comunità.

La qualità della vita, il miglioramento dei servizi, la valorizzazione delle risorse locali che riguardavano l'artigianato ceramico, la modernizzazione e la razionalizzazione dell'agricoltura, l'alfabetizzazione delle masse, erano obiettivi da perseguire attraverso una precisa strategia fondata sulla promozione sociale e culturale prima ancora che con investimenti economici.

Bibliografia