A Buthrotum sorgeva un importante santuario dedicato ad Esculapio, dio della medicina, fondato nel IV sec. a.C.; il santuario era ubicato sul pendio meridionale dell’acropoli; nel 228 a.C. la città divenne di dominio romano e nel I sec. a.C. parte della provincia romana di Macedonia.
Nel III sec. un terremoto distrusse gran parte della città, da lì in poi cominciò un lungo declino; ma nel V sec., Butrinto, era già diventata sede di diocesi. Il battistero fu edificato nella prima metà del VI sec., forse da maestranze provenienti dalla vicina Nicopoli ; fu però portato alla luce soltanto nel 1928 dalla Missione Archeologica Italiana.
Per grandezza è il secondo battistero dell’Impero Romano d’Oriente dopo quello di Aghia Sophia a Istanbul; il suo straordinario mosaico pavimentale policromo è il più integro e composito di tutti i battisteri dello stesso periodo ancora esistenti; dove la forte simbologia del rito del battesimo, che in esso si svolgeva, è rappresentato da; otto fasce policrome che circondano il fonte al centro, otto come il numero cristiano della salvezza e dell’eternità; nelle fasce sono incastonati pesci, la cui raffigurazione può essere letta come la trasposizione delle parole “vi farò pescatori di uomini”, con il richiamo netto alla conversione mediante il battesimo; e da due cervi che si abbeverano ad una fonte sotto un arco contornato da alberi, l’arco in questo caso potrebbe rappresentare il luogo fisico della chiesa e nello stesso tempo la porta di entrata nella nuova esistenza di cristiano, mentre i due cervi rappresentano i fedeli che aspirano a Cristo e che si abbeverano alla fonte d’acqua limpida capace di dissetare e di alimentare la vita eterna attraverso il battesimo; e da due grandi pavoni in un viticcio che cresce da un ampio vaso. I pavoni sono simbolo del paradiso e dell’immortalità; il vaso e il vitigno, dell’Eucaristia e del sangue di Cristo.
(puoi passare il mouse sulla pianta per osservarne i dettagli, con la rotellina si varia il livello di zoom)
Schema del disegno del pavimento a mosaico
QUELLE
Neritan Ceka, Buthrotum its history and monuments, Tirana 2002. ISBN 99927-801-2-6