Nel 1093, davanti alla facciata della pieve venne costruito un battistero dedicato a San Giovanni a pianta circolare; che come nelle pievi di: San Pietro in Bossolo, di Sant'Appiano, di Sant'Alessandro a Giogoli e nella pieve di Empoli; troviamo l’edificio battesimale esterno alla pieve.
Il battistero era dotato di un fonte battesimale a immersione, attribuito a Lino da Siena.
Era realizzato con formelle marmoree finemente intagliate, lo stile di alcune parti delle formelle è molto simile a quelle che si trovano in un architrave della pieve di Sant'Appiano mentre il fonte doveva essere molto simile a quello della chiesa di Sant'Agata a Sant'Agata di Scarperia e San Piero.
In una visita pastorale del 1657 venie ricordato soltanto l'oratorio S. Joannis prope Ecclesiam Plebanam ..... in quo est fons Baptesimalis dictae Plebanie, e da ciò si evince che l'antico battistero era stato trasformato in oratorio.
All'inizio del XIX sec. il battistero venne smantellato e le tarsie marmoree che decoravano il fonte battesimale vennero collocate all'interno della chiesa. Nel 1888 il comune di Montespertoli decise di ricostruire il battistero ma non se ne fece nulla.
GESCHICHTLICHES
Le prime testimonianze relative alla pieve di santa Maria a Coeli Aula risalgono al IX e al X sec.
Nell'XI sec. risultano essere proprietari del territorio i Conti Cadolingi e la Badia Fiorentina.
Alla pieve di Santa Maria a Coeli Aula, chiamata nel medioevo anche Cilicciaola, facevano capo otto chiese suffraganee e nel 1260 era ancora censuaria della mensa vescovile visto che in quell'anno il suo rettore si impegnò a pagare 15 staia di grano per il mantenimento dell'esercito fiorentino. Molto intensi furono i rapporti con la curia di Firenze durante il XII secolo. Il pievano di Coeli Aula ricopriva importanti incarichi nell'episcopato fiorentino: il pievano Bernardo fu nominato procuratore vescovile nel 1148 e dal canto suo all'arcivescovo spettava Homagium, vassallagium atque dominium super fideles, vassallos et personas de Celi-Aula cum eorum territoriis.
Tra il XIII e il XIV secolo la situazione economica della pieve non doveva essere molto florida, come dimostrano le decime pagate nel 1276 e nel 1302 limitate a sole 10 lire annue e a causa di questo, il 27 aprile 1301, il pievano si vede costretto a chiedere un prestito all’amministratore della diocesi. All'inizio del Settecento la chiesa venne completamente ricostruita.
Della pieve originaria non rimane pressoché nulla, l’aspetto attuale della chiesa è il frutto di restauri recenti. Sotto l'intonaco moderno del fianco settentrionale si intravede il muro originario realizzato in bozze di arenaria. La facciata è semplicissima, con un solo un portale sormontato dai resti di un architrave e da un'unica apertura ad occhio. La chiesa ha un campanile a vela realizzato nel XVIII sec. sul volume della scarsella originaria. Ha un'unica navata con due cappelle laterali ed è conclusa con una scarsella.