Diocesi di Tarquinia

Chiesa di Santa Margherita

Concattedrale dei Santi Margherita e Martino Della chiesa duecentesca dei Santi Margherita e Martino a Corneto, elevata a cattedrale il 5 dicembre 1435 da papa Eugenio IV (1431-1447), restano scarse testimonianze architettoniche, ormai inglobate nella struttura odierna, a causa dei due incendi che la devastarono nel 1592 e nel 1643: essa si presentava a navata unica, disposta secondo l’asse est-ovest. I lavori di ampliamento della chiesa promossi a partire dal 1450 dal vescovo Bartolomeo Vitelleschi (1449-1467) ne modificarono l’orientamento, ponendo l’ingresso principale a sud e la cappella Vitelleschi, a nord, come nuovo presbiterio. Furono aggiunte tre nuove cappelle devozionali e la chiesa fu nuovamente dedicata nel luglio 1463. Lo stesso vescovo Bartolomeo commissionò nel 1508-1509 ad Antonio da Viterbo, detto il Pastura, un ciclo di affreschi dedicati alla Madonna: Natività della Vergine e Sposalizio e, sulla volta, Incoronazione, attorniata da Profeti e Sibille. Nel XVII secolo si registra per la cattedrale un periodo di decadenza. L’incendio avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 agosto del 1643 distrusse completamente la chiesa, risparmiando soltanto il coro e la cappella del Salvatore. Dopo quest’ultima devastazione, nonostante l’iniziale opposizione del vescovo Gasparo Cecchinelli (1630-1666), la chiesa per volere della popolazione fu completamente ricostruita, ampliando la navata unica con otto cappelle laterali. La cattedra episcopale, prima inserita nel coro, fu spostata all’esterno della cappella maggiore. Lo stato di degrado con cui l’edificio giunse nel XIX secolo motivò varie ipotesi di restauro e ampliamento, a cura dei fratelli architetti Giovanni e Francesco Dasti, il secondo dei quali dal 1852 al 1860 curò tre successivi progetti. Ma, poiché la scelta risultava difficile e controversa, venne incaricato Virgilio Vespignani, allora direttore della Fabbrica di San Pietro, di “esaminare e dare il suo parere sul triplice progetto e piano di esecuzione redatto dall’architetto Dasti relativo al restauro della Cattedrale di Corneto”. La disamina dei progetti del Dasti da parte del Vespignani e le sue ipotesi che prevedevano la trasformazione della cattedrale secondo uno schema a croce latina, portarono ulteriore confusione nella discussione in atto, prolungando l’inizio degli interventi di restauro. Fra il 1874 e il 1879 l’edificio fu comunque ampliato con la trasformazione delle cappelle in navate laterali, l’abbattimento della parete di fondo e la realizzazione dell’abside nel suo aspetto attuale. Il fonte battesimale fu rimosso dalla chiesa di San Pancrazio e collocato nella cattedrale nella sua attuale posizione. I restauri conferirono alla cattedrale un aspetto non dissimile dall’attuale, dando forma a un edificio neo-rinascimentale, a tre navate, con navata centrale coperta da un’imponente volta a botte percorsa da finestre a tutto sesto e con il presbiterio introdotto invece da un arco ogivale, e una decorazione con motivi neoclassici. I lavori terminarono senza interventi sulla facciata, risalente probabilmente al 1700, la cui ricostruzione in stile avverrà invece nel 1933 su progetto di Pietro Magnani. Nel 1979 nella cattedrale si è proceduto a un ulteriore restauro sostenuto dal cardinale Sergio Guerri (1905-1992), nativo di Tarquinia, con opere di consolidamento strutturale, rinnovo di tutte le coperture e conservazione degli affreschi. Ancora nel 2012, su progetto di Valentino Crucianelli, si sono completati lavori di rifacimento delle coperture della canonica e di parte della chiesa. Con il nuovo assetto dato alle diocesi italiane, nel 1986 nella nuova diocesi di Civitavecchia- Tarquinia, la cattedrale di Tarquinia è divenuta concattedrale.

Pianta

1. Altare

2. Ambone

3. Cattedra

4. Fonte battesimale

5. Assemblea

6. Cappella del Ss. Sacramento e feriale

7. Confessionale

8. Sede

9. Concelebranti

10. Coro

11. Consolle dell’organo

12. Organo a canne e cantoria

13. Cero pasquale

14. Crocefisso sul vecchio altare15. Pulpito

16. Credenza

17. Acquasantiera

18. Cappella devozionale mariana

19. Via Crucis

20. Sagrestia

Data del rilievo: 2015

FONTE

Fabrizio Capanni, Giampero Lilli, Le cattedrali del Lazio. L'adeguamento liturgico delle chiese madri nelle regioni ecclesiastiche del Lazio. Milano, 2015

ULTIMA MODIFICA

30/06/2017

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