• È stato un filosofo, psicologo e pedagogista italiano. Dopo il ginnasio, entra nel liceo del seminario vescovile e, grazie a un maestro d'eccezione come don Enrico Tazzoli, si forma sia alle idee del cattolicesimo liberale sia agli orientamenti della cultura laica e democratica. Intraprende nel 1848 gli studi di teologia presso il seminario di Milano, che prosegue a Mantova, sotto la guida di mons. Luigi Martini, il confortatore dei martiri di Belfiore. Ordinato sacerdote, frequenta per un breve periodo corsi teologici a Vienna, insegnando successivamente nei vari gradi scolastici del seminario vescovile mantovano. Nel 1864, divenuto docente di Filosofia presso il liceo classico di Mantova, si impegna in varie iniziative a favore dell'istruzione popolare ed è attivo nella vita culturale della città. Presenza costante all'interno dell'Accademia Virgiliana, si accosta alla filosofia positivista, maturando una svolta personale e culturale che ha come esito l'abbandono del sacerdozio. Il suo discorso su Pietro Pomponazzi tenuto il 17 marzo 1869, in occasione della festa scolastica del liceo, gli vale la sospensione 'a divinis'. La proclamazione del dogma dell'infallibilità pontificia, proprio in coincidenza con l'arrivo nella diocesi di Mantova di mons. Rota, un vescovo noto oppositore delle idee liberali, concorre alla sofferta decisione di svestire l'abito talare, nell'aprile del 1871. Dopo una partentesi politica, si dedica in maniera esclusiva agli studi, evitando ogni impegno non strettamente intellettuale. Nel 1881, ottiene per «chiara fama» la docenza di Storia della filosofia, presso l'università di Padova. Dal 1889 al 1891 affianca l'insegnamento della Pedagogia a quello di Storia della filosofia. Già ultranovantenne, dopo due tentativi di suicidio, si toglie la vita a Mantova.