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arcivescovile
Seminario Arcivescovile di Modena
L'organismo edilizio del Seminario in rapporto alla città storica, ha valore di emergenza urbanistica e architettonica per entità fisica e qualità formale. Lo schema distributivo è espresso organicamente da una specifica soluzione strutturale sistematicamente ripetuta per tutta l'estensione del complesso la cui volumetria domina un intero settore urbano. Come altre grandi opere del periodo ducale poste in prossimità di una importante porta di accesso alla capitale, con la cura del suo assetto formale, esprime anche intenzioni rappresentative volte a conseguire un effetto di prestigio da cogliere nel momento del primo contatto con la città. La facciata è scandita dagli androni archivoltati composti con un gruppo di finestrelle e piccole porte che fanno corpo con la zoccolatura a bugnato, conclusa superiormente dal marcapiano. Il rigore neoclassico di Gusmano Soli architetto di corte incaricato del progetto, si estende alla configurazione della soprastante levigata superficie a due ordini di finestre, rifinita dal cornicione a modiglioni. Sopra la prima falda del tetto, l'agile sequenza delle lunette, delimitata dalla cornice a profilo tondo, conclude il fronte con effetto di accentuata accelerazione prospettica orizzontale'. Il risvolto sul sagrato della chiesa, dà spessore al grande specchio della facciata e le conferisce quella solidità plastica, che consente all'edificio di caratterizzare fortemente l'ultimo tratto di Canalchiaro.
L'affaccio sulla via e sul sagrato, volto urbano esibito dal complesso organismo architettonico, lascia solo intuire la sua interna vastità, percepibile concretamente passando dalla via al Chiostro attraverso il primo degli androni voltati. La trasformazione del Monastero di S. Francesco in Seminario, promossa per volontà Ducale per far fronte alle crescenti esigenze di spazio e di decoro dell'Istituto nel secondo decennio del secolo scorso, pur con la rilevante entità delle modificazioni rispetto all'assetto precedente, non ha cancellato completamente l'impianto originario. I due grandi corpi paralleli, uno dei quali affacciato su Canalchiaro, collegati da un elemento ad essi perpendicolare, ripropongono per tutta l'estensione del complesso l'antico e usuale schema conventuale a tre sezioni; corridoio centrale e stanze su ambo i lati. Il progetto del Soli ha esteso il riassetto dell'organismo a adiacenze edilizie eterogenee spingendosi sino contro il terraglio delle mura. Tutto ha incorporato e adattato secondo le specifiche esigenze distributive generali, curando di far emergere, come peraltro nell'antico convento, la sezione centrale a corridoio, oggetto di particolare cura formale nella copertura a volte, illuminate lateralmente dalle lunette. Il complesso edilizio si articola in tre corpi principali, o due d dei quali paralleli a corso Canalchiaro, collegati ortogonalmente dal terzo. La disposizione devi corpi di fabbrica rispetto alla chiesa di S. Francesco e all'area edificabile consentita sul lato sud dai limiti geometrici dell'antica città murata, determina lo spazio quadrato del Chiostro a nord e quello trapezio del cortile meridionale; i cortili di levante e di mezzogiorno sono luoghi ampi e sostanzialmente di risulta fra edifici di antico sedime e linea delle mura urbane. A piano terreno il corpo disposto su Canalchiaro ospita da sempre destinazioni estranee all'ufficio di seminario; il segmento centrale comprende la sequenza monumentale degli spazi voltati a specifica funzione comunitaria mentre nel volume più interno, anch'esso parallelo al Corso, sono ubicati la Cappella, lo scalone e la cucina. Al piano ammezzato, sul lato di Canalchiaro, uffici e servizi vari, mentre al primo piano sono ubicate le camere e le camerate degli studenti, aule di studio e ambienti per la ricreazione. Il secondo piano infine è caratterizzato da tre grandi corridoi che disimpegnano le camere e gli studi dei docenti, la foresteria, le grandi aule, i laboratori, l'archivio e la biblioteca.
25/10/2022
Scheda di Censimento dei beni architettonici (Diocesi di Modena - Nonantola)